TESTE DI LEGNINI – RENZIE PIAZZA UN SOTTOSEGRETARIO COME LEGNINI AL VERTICE DEL CSM: NEPPURE BERLUSCONI HA OSATO TANTO – E ALLA CONSULTA, VIOLANTE E BRUNO GIUDICHERANNO LE LEGGI CHE HANNO APPROVATO PER ANNI

Marco Travaglio per “Il Fatto Quotidiano

 

Matteo Renzi Matteo Renzi

   Ricordate i profeti della fine di Berlusconi e della “pacificazione” dopo la “guerra dei vent’anni”? Noi l’abbiamo sempre saputo, e scritto, che erano tutte balle. L’Italia politica, quella del Palazzo e quella dell’indotto, è talmente impregnata di berlusconismo che Berlusconi continuerà a comandarla anche da morto. Figurarsi ora che è ancora vivo e vegeto, anche se momentaneamente ristretto ai servizi sociali.

 

 Forse non tornerà più a Palazzo Chigi, ma chi sta meglio di lui? Al governo c’è il suo pupillo, fra l’altro suo fervente ammiratore, che gliele dà tutte vinte e riesce a fare anche quello che a lui non riuscì, meglio di come l’avrebbe fatto lui, nel silenzio tombale di chi strillerebbe se a farlo fosse lui.

 

Non gli resta che assistere compiaciuto allo spettacolo dalle finestre di Cesano Boscone, senza neppure pagare il prezzo di logoramento che consuma chi governa. Tanto il governo sta in piedi grazie a lui, ma lui formalmente è all’opposizione, anche se vota sempre con la maggioranza. Comanda per interposto Renzi. Geniale.

GIOVANNI LEGNINI 
GIOVANNI LEGNINI

 

Prendete quel che è successo ieri: dopo mesi di fumate nere, il partito unico renziano Pd&FI&frattaglie varie ha deciso che il vicepresidente del Csm sarà Giovanni Legnini, 55 anni, in politica da 38, avvocato e docente in aspettativa, ex Pci, ex Pds, ex Ds, ora Pd, già sindaco di Roccamontepiano (Chieti), senatore dal 2004, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo Letta e all’Economia nel governo Renzi. Cioè: per la prima volta un membro del governo in carica passa, senza soluzione di continuità, a vicepresiedere il Csm.

 

Così il governo mette il cappello e le mani sulla più alta carica elettiva dell’organo costituzionale che dovrebbe garantire l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati (seconda solo al capo dello Stato, membro di diritto). Con tanti saluti a quel che resta della divisione dei poteri. Nemmeno B. era arrivato a tanto, anzi sotto i suoi governi si erano sempre alternati vicepresidenti dell’area di opposizione (Capotosti nel ‘94, Rognoni nel 2002, Vietti nel 2010), in nome di quella democrazia dei contrappesi ora archiviata.

 

Renzi piazza al vertice operativo del fu organo di autogoverno dei magistrati un membro del suo stesso governo, con il via libera di B. che ottiene due posti nel nuovo Csm, mentre i 5Stelle – che hanno molti più voti di lui – dovranno accontentarsi di uno.

Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi

 

Cose da pazzi, mai accadute neppure nella nostra repubblichetta delle banane. Si spera che, al momento di votarlo, i membri togati del nuovo Csm abbiano un sussulto di dignità e oppongano un netto rifiuto al vicepresidente Legnini, commissario politico del governo, ma c’è da dubitarne.

 

Basti pensare che due togati hanno goduto della sfacciata propaganda elettorale del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, che in un paese normale sarebbe stato cacciato a pedate dal governo, invece è sempre lì per conto di B. che lo designò quando ancora sosteneva il governo Letta. Ora, quando sarà insediato, il Csm più governativo della storia dovrà nominare circa 300 capi degli uffici giudiziari, decapitati da Renzi con la dissennata norma che prepensiona i magistrati a 70 anziché a 75 anni.

Luciano Violante Luciano Violante

 

Completa il quadro dell’immonda spartizione l’accordo Renzusconi per mandare alla Corte costituzionale due vecchi politicanti come Luciano Violante (noto participio presente, molto gradito al Colle che lo promosse “saggio”) e Donato Bruno (noto amico di Previti). Il primo è in politica dal ‘79, il secondo dal '96: ora andranno a giudicare le leggi che hanno contribuito a scrivere e ad approvare. L’apoteosi del conflitto d’interessi.

 

DONATO BRUNO DONATO BRUNO

Chi pensasse a un cedimento di Renzi al berlusconismo declinante non avrebbe capito nulla: Renzi non cede a B., Renzi la pensa esattamente come B. Perché ha le stesse urgenze di B. La sua classe dirigente (si fa sempre per dire) è lo stesso frittomisto di incompetenti e di inquisiti, come dimostrano i casi di Richetti & Bonaccini. Con l’unica differenza dell’età. Se non si sbriga a mettere sotto controllo i giudici, finisce come

B. Ma, diversamente da B., ce la può fare. Quod non fecerunt berluscones, fecerunt renzini.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?