RUBY-PROCESSO - LA PARTE OFFESA (SI FA PER DIRE) IN AULA SENZA DOMANDE, LA MINETTI NON CONVOCATA, ALLA GIUDICE MINORILE FIORILLO NESSUNO CHIEDE DI QUELLA BENEDETTA SERA: E’ UN PROCESSO DA DESAPARECIDOS - LA BOCCASSINI (E IL TRIBUNALE) DECIDONO CHE LA CAMPAGNA ELETTORALE NON E’ UN LEGITTIMO IMPEDIMENTO (MA LO STESSO COLLEGIO IL 1 GIUGNO 2012 AVEVA DECISO IN MANIERA DIVERSA) – E RUBY SI CHIEDE PERCHE’ L’HANNO FATTA TORNARE DAL MESSICO…

1 - RIAPPARE RUBY E GLI AVVOCATI CAMBIANO (ANCORA) STRATEGIA
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

E meno male che dal 19 novembre scorso la difesa dell'ex premier giurava di volere a tutti i costi che Karima «Ruby» El Mahroug ripetesse in aula le «amplissime dichiarazioni che escludono qualsiasi responsabilità di Silvio Berlusconi». Di colpo ieri, quando la ragazza è finalmente in aula, ma intanto la coincidenza del suo viaggio in Messico iniziato l'1 dicembre (quando già sapeva della convocazione il 10) ha ormai fatto scivolare il processo in campagna elettorale, il leader del Pdl cambia ancora strategia giudiziaria.

Dopo aver promesso di farsi interrogare e aver invece il 19 ottobre scelto le più comode «dichiarazioni spontanee» senza domande, ieri rinuncia a Ruby come teste a propria difesa; e propone ai pm Boccassini e Sangermano (che accettano) di non ascoltarla più, accordandosi sull'acquisizione dei 6 interrogatori di Ruby nel 2010 in presenza solo dei pm.

«Una rinuncia amara - si inerpica Ghedini -: certo preferivamo sentirla anche in aula, ma per la mediaticità e le strumentalizzazioni è impossibile farlo in campagna elettorale», dentro la quale «il Tribunale è entrato pesantissimamente» negando la moratoria elettorale. In realtà nell'ordinanza i giudici escludono solo la «sospensione del processo per ragioni di opportunità» fino al voto, perché non è prevista dalle norme e «il Tribunale, soggetto soltanto alla legge, in mancanza dell'espressa indicazione, non può e non deve operare valutazioni di opportunità latamente intese».

Resta invece necessario, come raccomandato dalle sentenze della Corte costituzionale del 2001 e 2005, «evitare di interferire con l'attività di parlamentare di un imputato». Ma ieri, con un calendario fissato già da tempo, è il tipo di «legittimo impedimento» addotto in concreto da Berlusconi a essere bocciato, perché «la partecipazione alla riunione dei coordinatori regionali pdl» per la composizione delle liste «non è riconducibile all'esercizio dell'attività parlamentare intesa in senso proprio o anche in senso lato», visto che «si tratta di attività di natura prettamente politica», e dunque il non venire in aula «si risolve in una scelta personale» di Berlusconi.

Altri giudici di altri processi al Cavaliere, tuttavia, negli anni scorsi sospesero le udienze (e la prescrizione) in campagna elettorale. E lo stesso collegio l'1 giugno 2012 concesse a Berlusconi un legittimo impedimento per una riunione che, a detta della difesa, «per l'imputato rivestiva particolare importanza politica»: una riunione degli intergruppi parlamentari del Pdl per «analisi della situazione politica», dove dunque di istituzionale c'era solo l'appartenenza a Camera e Senato dei riuniti, non certo l'argomento ben più banale delle liste in campagna elettorale.

Ma non sentire Ruby, in fin dei conti, non dispiace neppure ai pm, che al misto di verità e bugie amalgamato nel suo modo di esprimersi avevano rinunciato già a luglio 2012. Solo che di questo passo sarà un processo di desaparecidos.

Non viene interrogata la parte offesa Ruby; non si sentono in Tribunale (ma si acquisiscono anche qui solo i verbali ai pm) sia Nicole Minetti, spedita la notte del 27 maggio 2010 da Berlusconi a recuperare Ruby in Questura, sia Lele Mora, che la introdusse ad Arcore; e alla giudice minorile Annamaria Fiorillo né accusa né difesa domandano la versione diretta dei controversi colloqui quella notte con il commissario Giorgia Iafrate. Alla faccia della formazione della prova davanti ai giudici nell'oralità e contraddittorio tra le parti, che preferiscono giocare a poker estraendo dal mazzo di 2 anni fa le carte ritenute più convenienti.

2 - "MA PERCHÉ MI HANNO FATTA TORNARE?"
P.Co. per "la Repubblica"


C'è chi la descrive «arrabbiata », in realtà Ruby, come dice chi stava accanto a lei, «è rimasta stupita. "Devi correre, devi venire al processo, torna dal Messico", e poi non la sentono più. Era attonita, questo l'aggettivo giusto».

Karima El Mahroug è arrivata al palazzo di giustizia in perfetto orario, in taxi, accompagnata dal suo fidanzato, e padre di sua figlia, Luca Risso, e dall'avvocato Paola Boccardi. Con loro due è rimasta seduta a lungo sulla panca, davanti alla porta della quarta sezione penale. Ha evitato i giornalisti, dai quali (almeno da alcuni) si sente maltrattata. Ha parlato fitto fitto con Risso, per ore intere. E siccome la zona era protetta da due transenne e dai carabinieri, c'è stato un via vai di avvocati curiosi, di
persone che volevano vedere da vicino la «pietra dello scandalo».

Capelli lunghi, sciarpa chiara, soprabito scuro, stivaloni senza tacco, trucco leggero, ieri Ruby ha vissuto in prima persona una delle scelte atipiche del processo chiamato Ruby-Berlusconi. Scelte atipiche per quanto riguarda ciò che lei è, o sarebbe, e cioè una «parte lesa». Una che ha subito un danno. L'«atipicità» riguarda sia la pubblica accusa, che non l'ha voluta sentire in aula, ma ritiene di saperne abbastanza avendola già interrogata nel 2010, poi intercettata a lungo e «utilizzata» come input per le indagini a tappeto sulla concussione e la prostituzione imputate a Silvio Berlusconi.

Ma soprattutto è anomalo il no a sentire Ruby pronunciato ieri in extremis da parte della difesa: Ruby sinora ha concesso interviste «comode» sui media di casa e Berlusconi sostiene (a torto) che Ruby lo scagionerebbe. Ebbene, invece di chiamarla subito, magari per prima, per smentire quello che a loro parere c'era da smentire, i difensori l'hanno insistentemente voluta chiamare per ultima, o quasi, e poi, ieri, non l'ha fatta nemmeno
parlare.

È una Ruby dallo sguardo fisso e incredulo quella che ieri, quasi sull'attenti, ascolta il giudice Giulia Turri salutarla. Deve andar via, lei che poco prima aveva assunto una posa ferma a beneficio dei fotografi, o dato un casto bacio al fidanzato premuroso prima di entrare in aula, e dimostrato più volte una padronanza invidiabile nello scartare i cronisti. Ruby aveva detto una sola frase: «Sono qui per essere ascoltata». E nel pomeriggio si è a lungo interrogata sulla frase di Ilda Boccassini: «Prendo atto che la difesa che sembrava molto interessata sentire Ruby oggi ha cambiato idea e non ha più interesse ». Ma perché?, si chiede Ruby.

 

ruby ruby ruby ruby SILVIO BERLUSCONI jpegboccassini SALUTA BERLUSCONI Ilda Boccassini NICOLE MINETTI A MIAMI Nicole Minetti ghedini_longo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...