vittorio sgarbi in auto

SGARBI HA GIOCATO (E INTASCATO) SU DUE TAVOLI ­– ECCO TUTTE LE ACCUSE DELL’ANTITRUST ALL'ORMAI EX SOTTOSEGRETARIO: NELL’ISTRUTTORIA DI 60 PAGINE SI ELENCANO GLI INCARICHI PRIVATI E I CONFLITTI D’INTERESSE IN VIOLAZIONE DELLA LEGGE FRATTINI DEL 2004: ARS E HESTIA, SOCIETÀ GESTITE DA UN COLLABORATORE E DALLA COMPAGNA DI SGARBI, COPRONO LE SPESE DELL’EX SOTTOSEGRETARIO – L’AUTORITÀ CONTESTA ANCHE LECTIO MAGISTRALIS, SPETTACOLI TEATRALI, OSPITATE IN TV. TUTTE ATTIVITÀ CHE HANNO FRUTTATO A SGARBI 300 MILA EURO SOLO NEI PRIMI 9 MESI AL GOVERNO – LUI RIBATTE: “COSTITUZIONE VIOLATA, RICORRO AL TAR”

Estratto dell’articolo di Claudio Bozza per www.corriere.it

 

vittorio sgarbi

«Il sottosegretario alla Cultura, prof. Vittorio Sgarbi ha esercitato attività professionali in veste di critico d’arte, in materie connesse con la carica di governo, a favore di soggetti pubblici e privati, in violazione legge 20 luglio 2004, n. 215». È drastica, seppur con qualche lieve attenuante, la «sentenza» con cui l’Antitrust conclude l’istruttoria di 60 pagine, in cui si contesta a Sgarbi di aver giocato su due tavoli contemporaneamente: quello dell’amministrazione pubblica e quello suo, privato.

 

Un comportamento vietato dalla Legge Frattini, che, promossa dall’allora ministro, dal 2004 definisce come incompatibili una carica di governo con altre, di determinata natura privata e dietro compenso.

 

vittorio sgarbi gennaro sangiuliano

Altrettanto dura è la reazione del critico d’arte: «Farò ricorso al Tar: ho già incaricato lo studio BonelliErede — dice Sgarbi al Corriere —. Con questo provvedimento, l’Antitrust va contro l’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola”, cioè quello che ho sempre fatto».

 

[…]

 

Nelle 60 pagine redatte dall’Antitrust vengono rilevati numerosi conflitti d’interesse tra i plurimi incarichi ricoperti da Sgarbi, spesso a cavallo tra ruoli pubblici e sue attività private correlate alla sua professione di storico dell’arte, specializzato anche in quotazioni e commercio di dipinti e statue.

 

vittorio sgarbi sabrina colle

Ma l’Autorità contesta anche lectio magistralis, spettacoli teatrali, ospitate in tv, «firmacopie» e disponibilità a farsi fotografare in pubblico. Tutte attività che, contemporaneamente alla sua attività di governo, hanno fruttato a Sgarbi importanti guadagni economici: 300 mila euro quelli accumulati solo nei primi 9 mesi al governo. «È una vita che parlo di arte. Proibirmelo sarebbe un atto fascista», fu la replica.

 

La segnalazione all’Antitrust (e a Palazzo Chigi) era partita lo scorso 25 ottobre dal medesimo ministro Sangiuliano, che aveva ricevuto via mail una segnalazione dettagliata con una lunga serie di presunti illeciti di Sgarbi e della compagna Sabrina Colle.

vittorio sgarbi nicola porro

 

La «radiografia» dell’Antitrust ha prima di tutto appurato l’infinita serie d’incarichi (16 in tutto quelli ufficiali, oltre a quella di sottosegretario) ricoperti da Sgarbi: assessore al Comune di Viterbo; sindaco di Sutri; prosindaco di Urbino; commissario generale alle Belle arti e ai musei di Codogno; responsabile nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, storici e artistici di Anci; Presidente del Mart di Trento e Rovereto; Presidente della Fondazione Gypsoteca e Museo Canova di Possagno;

 

Presidente della Fondazione Ferrara Arte; Presidente del consiglio di amministrazione del Museo dell’Alto Garda; Presidente del Parco della antichissima città di Sutri; membro del Comitato scientifico della Galleria Nazionale di Urbino; idem per il Museo Galileo di Firenze e delle Gallerie dell’Accademia di Venezia; Direttore artistico della Fondazione Pallavicino di Genova; Direttore artistico della Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito; Presidente di Rinascimento Associazione Culturale.

 

LE CAPRE E LE DIMISSIONI DI VITTORIO SGARBI - VIGNETTA BY VUKIC

A partire da questa base, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha iniziato a verificare tutti gli elementi denunciati dal «corvo», che poi si è scoperto essere un ex collaboratore della segreteria ministeriale del medesimo Sgarbi. Al primo punto, l’Autorità contesta al sottosegretario l’attività privata esercitata attraverso il sito www.vittoriosgarbi.it , attraverso cui il sottosegretario offre al pubblico scritti e dediche personalizzate, previo pagamento. Un’attività poi stoppata, e questa è l’unica attenuante riconosciuta dall’Autorità.

 

Per tutto il resto, il dossier a cui l’Antitrust ha lavorato per quasi 4 mesi lascia poco spazio alla dettagliata difesa dei legali dell’ex sottosegretario. L’Autorità contesta a Sgarbi di aver violato la Legge Frattini, in quanto «Ars e Hestia (società gestite da Nino Ippolito, capo segreteria al ministero e da Sabrina Colle, compagna dell’ex sottosegretario ndr) sono risultate provvedere alle necessità economiche del prof. Sgarbi.

 

vittorio sgarbi

Ciò è particolarmente evidente per Hestia la quale, come da espressa dichiarazione, provvede alle spese inerenti al domicilio romano di Sgarbi (canone di locazione, consumi, acquisti di alimentari, abbigliamento, ecc.)».

 

E poi: «È emerso –  si legge ancora nelle 60 pagine dell’Antitrust – che Ars funge da trait d’union tra il critico d’arte e possibili committenti, sottoponendo una sorta di elenco di proposte, con relativa quantificazione dei corrispettivi, all’interno del quale l’organizzatore può scegliere la performance che preferisce (intervento, lectio magistralis, spettacolo teatrale, ecc.), cui possono essere annessi degli extra, anch’essi a pagamento (partecipazioni del critico a presentazioni tv, permanenza successiva alla chiusura dell’evento con disponibilità a farsi fotografare dal pubblico)».

 

vittorio sgarbi - Cena in Emmaus di Agostino da Lodi

La replica di Sgarbi: «L’Autorità deve occuparsi di appurare se ho violato la Legge Frattini, non di capire chi si occupa del mio sostentamento».

vittorio sgarbi in auto 5vittorio sgarbi in auto 6

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....