grillo draghi

“DRAGHI ANDREBBE PROCESSATO PER IL CRAC DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA”. VI RICORDATE QUANDO GRILLO INSULTAVA L’EX PRESIDENTE BCE CHIAMANDOLO “DRACULA”, AFFAMATORE DEL POPOLO? - “PENSO CHE LUI SIA UNA BRAVA PERSONA, MA QUANDO NON AUMENTA I TASSI DELLO 0,25% CHE FA? – E ANCORA: “LUI E LA BCE RICOMPENSANO IL CRAC FINANZIARIO AZZERANDO IL WELFARE DEI PAESI”, PARLANDO DI OSCURI “RICATTI DELLA BCE” SULL'ABOLIZIONE DELL'ARTICOLO 18, PERORATA DA RENZI– ORA PER BEPPONE E PER I GRILLINI IL "MASSONE" DA "PROCESSARE" È UN MITO…

Francesco Bonazzi per la Verità

 

Mario Draghi

«Penso che sia una brava persona, ma cosa fa tutto il giorno alla Bce, quando non alza i tassi dello 0,25%?». Parole di Beppe Grillo su Mario Draghi del 2013. Poi ci si chiede da quale recesso dell'inesplicabile umano sia spuntato uno come Luigi Di Maio, con il suo ormai leggendario: «Draghi? Mi ha fatto una buona impressione».

 

Grillo comunque ha fatto il comico per larga parte della sua vita e adesso è planato sulla Capitale per diradare le nuvole sui giorni più bui del Movimento. Dovrà metterci la faccia Beppone, oggi, quando guiderà la delegazione pentastellata, in compagnia (da quanto si apprende) dell'ormai ex premier, Giuseppe Conte, per dare il via libera alla «brava persona» e impedire che il M5s venga polverizzato dalle elezioni.

 

grillo crimi

E pazienza se non solo il popolo grillino ricorda bene la quantità di insulti e prese in giro che in passato Grillo, il più puro dei puri, ha riservato a Draghi, che «andrebbe processato per il crac del Monte dei Paschi di Siena», al Pd («Gente sporca dentro») e a Matteo Renzi («buffoncello» ed «ebetino»).

 

La verità è che la mossa di Sergio Mattarella ha frantumato tutti i principali partiti e la coerenza, ovviamente, al momento di negoziare le cadreghe va a farsi benedire. Per lunghi anni, Draghi è stato un bersaglio facile di Grillo e del grillismo. Ma Grillo stesso lo è stato, almeno nel caso del leggendario meeting sul Britannia del 1992, nel corso del quale l'allora direttore generale del Tesoro spiegò a una platea di investitori e banchieri anglosassoni perché dovevano puntare sulle privatizzazioni italiane.

grillo di maio

 

Negli anni, quel discorso per molti sarebbe stata la prova della «svendita» della nazione agli stranieri, ma è successo anche che a bordo di quel panfilo di Sua Maestà, le teorie complottiste abbiano fatto salire un po' chiunque, come se fosse una novella Loggia P2.  Perfino Beppe Grillo è stato accusato di essere stato presente, anche se è un falso clamoroso.

 

Non sono invece dei falsi le cosucce che l'ex comico di Sant' Ilario diceva sull'ex banchiere di Goldman Sachs. Uno dei primi dossier che Draghi dovrà affrontare, se riuscirà a formare un governo, è quello della privatizzazione del Monte dei Paschi di Siena. Beppe Grillo ne chiede la nazionalizzazione dal 2013 e negli anni non ha risparmiato neppure Draghi, che è stato anche governatore di Bankitalia.

grillo

 

«Per il caso Montepaschi dovrebbero essere messi sotto processo», chiedeva sotto elezioni il 13 febbraio 2013, «i vertici del Pd dal 1995 a oggi, la Banca d'Italia, Draghi e la Consob». Un anno più tardi, il 29 aprile 2014, Grillo andò all'assemblea della «banca dei compagni», per dire che di quel disastro «sono responsabili la Consob, la Banca d'Italia e forse anche Draghi». Probabilmente, sul futuro premier, gli era cominciato a venire qualche dubbio, tipo che non facesse parte della «banda Mussari».

 

Quello che Grillo non perdonava a Draghi era più che altro il perfetto allineamento con l'Ue. Grillo, quel che ha detto ha detto e ora ci si prepara al prossimo giro di valzer nel salone delle feste del Quirinale.

 

beppe grillo

Un Draghi in versione affamatore del popolo è quello che emerge da vari attacchi di Grillo sul suo blog. «Draghi e la Bce ricompensano il crac finanziario azzerando il welfare dei Paesi», attacca Grillo su La 7 il 22 settembre 2014, parlando di oscuri «ricatti della Bce» sull'abolizione dell'articolo 18, perorata da Matteo Renzi. Il capolavoro degli attacchi a Draghi, però, è quello all'apparenza più garbato. Intervistato dalla tv americana Cnbc International (17 maggio 2013), Grillo gli fa la seguente pubblicità: «Noi non contiamo nulla qua, non succede nulla che i grandi poteri finanziari non decidono. Decidono loro, Jp Morgan, le agenzie di rating, la Bce non proprio Draghi». Poi aggiunge: «Penso che lui sia una brava persona, ma quando non aumenta i tassi dello 0,25% che fa? Cosa fa tutto il resto della giornata?».

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

Gli attacchi più diretti alla «brava persona» li ha sempre lasciati fare ad altri sul suo blog. A cominciare dal senatore Elio Lannutti, fondatore dell'Adusbef ed esperto conoscitore di magagne bancarie, per il quale «Mario Draghi è colui che nel marzo 2008, da governatore, autorizzò Monte dei Paschi ad acquistare Antonveneta per il prezzo folle di 9 miliardi». E poi, visto che il presidente della Bce aveva definito la scelta dell'euro «irreversibile», lo stesso Lannutti gli ricordò che «comandano i popoli, non Draghi» (Blog delle stelle, 7 febbraio 2017).

 

GRILLO

Quanto alla storia di «Draghi massone», diretta conseguenza dell'epifania sul Britannia, in ambito M5s è stata evocata dal sedicente «massone democratico» Gioele Magaldi, intervistato dal blog di Grillo il 5 gennaio 2015 e ripreso dall'agenzia Ansa del medesimo giorno. Comunque, capita di cambiare idea. Ne sanno qualcosa nel Pd, vittime preferite delle intemerate grilline prima di governare tutti insieme appassionatamente. A marzo del 2017, il deputato pd Michele Anzaldi ne fece una raccolta sull'Huffington Post: «Il Pd è il partito preferito dalla Camorra» (14 gennaio 2016); «Partito di lotta e di massoneria» (28 ottobre 2014); «Il Pd? Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di denaro e di petrolio» (31 marzo 2016); «Gli elettori tipo del Pd sono ex broker o ex Banda della Magliana» (20 gennaio 2015);

 

MARY DRAGHI POPPINS

«Il Pd? Gente sporca dentro» (22 aprile 2016). Quanto a Matteo Renzi, negli anni da premier si è beccato dell'«ebetino», dell'«ebolino», della «scrofa ferita». Di tutto questo, alla fine, è rimasto il tavolino di Giuseppe Conte davanti a Palazzo Chigi, che si candida a guidare M5s e Pd nel governo Draghi. Con la benedizione di Grillo, il quale, alla fine, è anche lui «una brava persona».

Mario DraghiMario DraghiLAGARDE DRAGHI

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…