DA UN’AULA ALL’ALTRA: BERLUSCONI S’AVVIA A UN BIENNIO INFUOCATO DI PROCESSI E TOGA-TOGA (ORA HA DIVIETO DI ESPATRIO E GLI TOLGONO IL PASSAPORTO)

Piero Colaprico per "La Repubblica"

Non finisce qui, per l'imputato e da ieri pregiudicato, condannato per frode fiscale, Silvio Berlusconi. Altri tre processi lo aspettano e di questi il più esplosivo porta il nome di Ruby Rubacuori. Il tempo adesso corre. Grazie alle leggi ad personam, e persino ai testimoni che non si trovavano in tempo per le varie udienze, l'ex presidente del consiglio sembrava essere riuscito a fermare l'orologio dei giudici. A trascinare i treni dei vari processi sui binari morti. A farli deragliare. O comunque a scendere sano e salvo.

Aveva visto da vicino Cesare Previti, il suo braccio destro, condannato senza scampo per aver comprato dai giudici corrotti la sentenza Mondadori. Aveva osservato più da lontano anche la condanna dell'avvocato inglese David Mills, il professionista delle «brocche», delle scatole vuote.

Mills l'aveva aiutato a portare fuori dai bilanci ufficiali delle sue aziende un fiume inesauribile di fondi neri: ma il corrotto Mills, il costruttore della galassia di conti e delle società schermo nei paradisi fiscali, era stato condannato sino al secondo grado e lui, il mandante, il presunto corruttore, quello che si teneva i soldi, se n'era rimasto libero e tranquillo grazie alla prescrizione.

Ma adesso Berlusconi è «dentro» gli ingranaggi inarrestabili della macchina della giustizia e dei processi. Stando a tutti gli osservatori seri, non ne può uscire, se non in un modo: aspettando le sentenze e scontando le eventuali condanne. Se ne accorgerà molto presto che qualche cosa è cambiato: come misura di polizia, al leader del centrodestra sta per essere ritirato il passaporto. Scatta automatico il divieto d'espatrio. E, nel frattempo, altri guai giudiziari si avvicinano. Rapidi. Il più pericoloso riguarda la sua stagione recentissima, quella di Ruby Rubacuori e delle «cene eleganti» di Arcore.

Come si sa il processo di primo grado è finito con una condanna severa. I pubblici ministeri Ilda Boccassini e Antonio Sangermano avevano chiesto sei anni di carcere per concussione e prostituzione minorile. Il tribunale gliene ha inflitti sette. E ha aggiunto qualcosa: ha rinviato alla procura gli interrogatori dei troppi falsi testimoni, soubrette, cantanti, amici, comparsi in aula.

La stessa decisione, accusando di falsa testimonianza pure Karima El Mahroug detta Ruby, è stata avanzata dall'altro tribunale milanese, quello che si occupava del «sistema prostitutivo» delle porno feste di Arcore: alla condanna di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, è seguito l'invio degli interrogatori di «olgettine », avvocati e onorevoli, tutti in procura.

Può nascere, quindi, un Rubyter, e l'avevamo già scritto. Ma c'è da considerare altro: un Berlusconi perdente continuerà ad essere circondato dall'omertà? O qualcuno si farà avanti con la procura? In ogni caso, il reato di prostituzione minorile comporta - è basilare - l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ed entro quanto arriverà in cassazione il processo Ruby? «In un paio d'anni al massimo», si sente dire al palazzo di giustizia.

Calendario e aritmetica annunciano perciò conseguenze potenzialmente devastanti. Quando finisce di scontare la pena inflitta ieri (tre sono «indultati », ma un anno resta e va scontato, quasi certamente agli arresti domiciliari), Berlusconi si ritrova ai margini di questo scenario.

La corte d'appello di Milano avrà emesso da poco o starà per emettere la nuova sentenza sull'interdizione dai pubblici uffici per la frode fiscale Mediaset. Questa pena accessoria, come ha detto ieri il giudice Antonio Esposito, è compresa tra uno e tre anni. Quindi, Berlusconi rischia di trovarsi sull'orlo dell'abisso, «di passare dall'interdizione temporanea per la frode fiscale a quella perpetua per Ruby», avvertono ancora nei corridoi del tribunale.

I processi rappresentano dunque il pane quotidiano nel prossimo biennio di Berlusconi. Certo, nel giro di poche settimane si esaurisce, ancora per prescrizione, la storia dell'intercettazione di Piero Fassino (caso Unipol). Era stata rubata da un dipendente infedele della Procura; consegnata, nel giorni di Natale del 2005, ad Arcore; pubblicata qualche giorno dopo su uno dei media di famiglia. Ma se la ricettazione costata in primo grado un anno di carcere «sparirà» presto, in questo stesso autunno continua l'udienza preliminare, a Napoli, sull'»acquisto» dei parlamentari a sostegno del governo di centrodestra.

Per il momento, Berlusconi è accusato di aver «comprato» il passaggio del senatore Sergio De Gregorio. E accanto a questi tre processi certi - Unipol, De Gregorio, Ruby - si proiettano su Berlusconi le ombre oscure di altre due inchieste, nate intorno a Giampi Tarantini, altro fornitore di escort per le feste sarde e romane di Berlusconi, e al suo amico faccendiere Valter Lavitola.

Berlusconi sembra finire insomma tra i colpi di scena: proprio come in quei film americani che fingeva di comprare a cifre astronomiche, e costati ieri, a quasi 77 anni, la prima condanna definitiva della sua vita.

 

berlusconi galeraBERLUSCONI DIETRO LE SBARREberlusconi dietro sbarrecesare previti foto mezzelani gmt David Millsruby fede mora berlusconi_fede - ruby BERLUSCONI TRA RUBY MINETTI PASCALE

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?