VACANZE COL PD - QUEST’ANNO IL CINE-PANETTONE LASCIA IL POSTO AL DEMO-PANETTONE. PRIMARIE IL 29 E IL 30 DICEMBRE. “IL RISCHIO È QUELLO DI AVERE UN CLIMA DA TOMBOLATA NATALIZIA” - POLEMICHE SULLA QUOTA DEI PIDDINO-SAURI GARANTITI, BATTAGLIA SUI POSTI IN LISTA E CLIMA DA TUTTI CONTRO TUTTI - COSÌ, GRAZIE ALLE PRIMARIE, “ANCHE ‘STO NATALE SE LO SEMO LEVATO DALLE PALLE”….

Francesco Persili per Dagospia

«Primarie di fine anno? Il rischio è quello di avere un clima da tombolata natalizia». Nemmeno fosse il Grinch del Nazareno, Civati prima dell'inizio della direzione nazionale del Pd non fa mistero delle sue «perplessità» su tempi, modalità e date della consultazione. Il 29 e il 30 dicembre è l'ambo annunciato per le primarie dei parlamentari ma il cartellone della "ditta" non coincide con quello del consigliere regionale lombardo che aveva promosso anche una petizione on-line per chiedere di votare il 13 gennaio.

L'eterna promessa democratica incassa la vittoria - che vale poco più di un tombolino di consolazione - per essere stato il primo a presentare durante l'assemblea dello scorso gennaio un ordine del giorno con cui si chiedevano primarie nel caso in cui non fosse stato modificato il Porcellum e si dice d'accordo «una tantum» con D'Alema sull'eventuale candidatura di Monti: «Sarebbe paradossale che una figura super partes come quella del Professore si schieri contro il Pd che ha sostenuto con lealtà il suo governo»

Le primarie non finiscono mai e nella bocciofila bersaniana non si finisce mai di discutere di deroghe, listino del segretario, regole. Ma è quasi Natale, e si vede. Non solo per il viavai al Nazareno di cesti natalizi e pacchetti regalo ma perché sotto l'albero arriva anche la sorpresa Renzi preceduto dalla newsletter - la prima dopo la sconfitta - in cui aveva benedetto le primarie mostrandosi al contempo preoccupato per «il ritorno delle solite facce». E dei soliti accordi?

D'Antoni confabula con Mirello Crisafulli, Livia Turco e Visco arrivano senza spargimenti di ciance e di flash, seguiti, poco dopo, da Antonio Bassolino. Dal sindaco del Rinascimento napoletano allo Stil Novo di quello fiorentino che passa senza dire nulla ma una volta dentro si abbraccia nientemeno che con il responsabile dell'organizzazione, Nico Stumpo, suo grande rivale durante le primarie. Si fa portavoce dell'invito renziano «a tener duro e non cedere al pessimismo», Andrea Marcucci che domenica al Ciocco ha ricevuto l'imprimatur dal sindaco di Firenze per la corsa alle primarie: «Sono sereno e in grazia di dio - queste le parole del senatore toscano - per il resto decida, chi deve decidere...». Amen.

I tempi sono stretti. Il veltroniano Verini si augura che siano «primarie vere e aperte in grado di coinvolgere i cittadini anche se i giorni sono pochi e il periodo di festività rende tutto più difficile». Sulle deroghe per i parlamentari con più di 15 anni di legislatura, l'uomo ombra di Veltroni si dice in linea di principio favorevole anche se bisogna distinguere caso per caso. Aumenta il timore che la riunione possa durare fino a notte fonda ma il rischio di un ulteriore slittamento viene scongiurato.

La palla passa alla direzione. Le date del voto (29-30 dicembre, a seconda delle Regioni) diventano ufficiali. Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Cesare Marini, Giorgio Merlo, Franco Marini, Mauro Agostini, Beppe Fioroni, Giuseppe Lumia, Maria Pia Garavaglia e Gianclaudio Bressa: sono questi i dieci veterani che ottengono la deroga per correre alle primarie.

Marco Follini annuncia di aver rinunciato a fare domanda («Non dico che sia poco dignitoso chiederla ma ritengo più dignitosa non chiederla»). Anche Livia Turco fa un passo indietro come Arturo Parisi che saluta Montecitorio: «Non mi candido ma, comunque, non avrei chiesto la deroga», spiega il Professore: «Torno ai miei studi per capire meglio tutto ciò che ho fatto», aggiunge l'ex ministro della Difesa che non sottovaluta l'uscita dell'altro giorno di Fioroni (per cui è indispensabile lavorare ad un soggetto moderato-progressista intorno a Monti): «Apre degli interrogativi ma non ci sono elementi per temere una sua fuoriuscita dal partito». Parisi riflette, poi, sulle parole di Napolitano e sulla legislazione perduta: «Il vulnus è la mancata riforma della legge elettorale e queste primarie sono un tentativo di risarcire i cittadini e restituire loro un'occasione di scelta dei parlamentari».

Intanto davanti al Nazareno passa anche Gianni Letta, in macchina: «Cosa fa, si candida con il Pd?», la battuta di prammatica alla quale lo zio di Enrico risponde con un sorriso. Prove tecniche di un Paese normale? Nel frattempo Renzi, che abbandona in anticipo la direzione, ritrova la parola: «Era doveroso esserci. Mi sembra un fatto molto positivo che il Pd anche con una legge elettorale allucinante faccia una consultazione con i cittadini affinché i parlamentari non siano nominati ma scelti».

La procedura messa a punto dalla ditta piddina prevede anche un listino con eccellenze, giovani ed esponenti della mitologica società civile. Sicuri l'ex leader Cgil Epifani, lo spin doctor Gotor e il politologo Carlo Galli. Bersani, che sceglierà il dieci per cento dei candidati, oltre a nominare i capilista, esalta la decisione votata all'unanimità dalla direzione: «E' un procedimento che non ha precedenti in Europa. Il Pd ha messo in moto un meccanismo che renderà fortissima la presenza delle donne». Per tutelare la parità di genere, è prevista, infatti, la doppia preferenza e l'obbligo di garantire il 33 per cento della presenza femminile nelle liste.

La road map elettorale di Bersani verso Palazzo Pigi inizia nel segno di una «ritrovata unità sancita dalla presenza di Renzi», sottolinea Tommaso Giuntella, uno dei coordinatori della triade che ha guidato il comitato del segretario Pd alle primarie. «Una giornata storica: è la più grande cessione di sovranità ai propri elettori mai fatta da un partito nell'esperienza democratica europea», spara alto David Sassoli, candidato alle primarie per il Campidoglio. Ci sarà il tempo di farle con l'election-day? «Il segretario ci porta a votare il 29 dicembre, figuriamoci se non ci fa votare per scegliere il sindaco di Roma».

La data del 20 gennaio dovrebbe essere confermata e ci sarà - salvo colpi di scena - anche Gentiloni che definisce la scelta della consultazione un esperimento «complicato e coraggioso» ma frena sulla ritrovata unità: «per dire che il Pd si è compattato bisogna parlare di politica e non solo di regole, come si è fatto stasera».

Si parla anche dei renziani non garantiti (Ceccanti, Sarubbi, Realacci, Della Seta Giachetti) che restano fuori dal listino e di candidature alle primarie. Saranno in campo Marianna Madia, Pietro Ichino e Paola Concia. Mentre Roberto Benigni su Rai1 ricorda, nel bel mezzo del suo show sulla Costituzione, Aldo Moro eletto nell'Assemblea costituente a soli 29 anni, Civati, 38 anni da compiere il prossimo agosto, fa sapere che sarà della partita: «Sono cinque anni che rompo le scatole. Ci mancherebbe solo che non faccia le primarie».

Dieci giorni di tempo per andare a caccia di voti. «Vacanze in Brianza», scherza il monzese Civati. Anche se quest'anno il cine-panettone ha lasciato il posto al demo-panettone. Primarie di Natale. Polemiche sulla quota dei garantiti, battaglia sui posti in lista e clima da tombolata. Così, grazie alle primarie, "anche ‘sto Natale se lo semo levato dalle palle".

 

 

MASSIMO D'ALEMA E MARIO MONTIDOPPIA FACCIA RENZI E BERSANI pippo-civatiNICO STUMPO Valter Verini rosy bindi x ANNA FINOCCHIARO MARCO FOLLINI Miguel-Gotor

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