
LA VENDETTA DEL MARZIANO ACCOLTELLATO - IL FU INQUILINO DEL CAMPIDOGLIO PASSEGGIA TRA LA GENTE DELLA “MIA CITTÀ”, TRA APPLAUSI E INSULTI, E AFFILA LA LISTA CIVICA ANTI-RENZI: “NON HO PROGRAMMI DI MORTE IMMINENTE”
Fabrizio Caccia per “Corriere della Sera”
Lo chiama da Londra la figlia Stefania, 21 anni, via skype: «Comunque, papà, sono fiera di te». «Ci vediamo presto, ti veniamo a trovare io e la mamma», le risponde lui, Ignazio Marino, da poche ore ex sindaco di Roma, che di tempo libero adesso ne avrà, pluriaccoltellato - stando alle sue parole - ma sereno, in questo day after amaro ma anche dolce, se è vero che da «Giolitti» - la storica gelateria del centro - il fu inquilino del Campidoglio dopo una passeggiata tra la gente della «mia città» si regala una coppa «fragole e lampone» e non invece ai gusti di crema e limone come fece un giorno Matteo Renzi. Al cronista che glielo fa notare, però, non concede repliche.
«Ora ridaremo fiducia ai romani. Ma quale mandante! Nessun complotto contro Ignazio Marino, i 26 consiglieri si sono dimessi per porre fine a questo balletto, hanno rinunciato alla poltrona con un grande gesto di stile...», ha detto giusto ieri il premier rispondendo così proprio a Marino, che di 26 accoltellatori e di un mandante, con chiara allusione a Palazzo Chigi, aveva parlato.
Tra i due il gelo è totale e Marino, pure adesso senza fascia tricolore, contrattacca: «Con le sue dichiarazioni il presidente del Consiglio conferma di avere un' idea sommaria e insufficiente della situazione di Roma - scrive su Facebook -. E ignora i tanti interventi di cambiamento radicale che insieme alla Giunta abbiamo fatto. Dispiace anche che il contrasto alla corruzione, alle tangenti, al malaffare trovato non vengano considerati da lui degni di nota».
Ma non solo: «Mi hanno chiamato e scritto dei leader del Pd per parlarmi a livello personale, e di loro ho grande stima per le parole che hanno usato...», sibila Marino a un microfono. Chi l' ha chiamato? Bersani, D' Alema, Legnini: così pare.
Qualcuno suggerisce anche Romano Prodi, ma arriva una smentita secca del Professore: «Non lo sento da anni, non ho il suo numero».
Ora che tutto è consumato, gli scivolano addosso le parole del commissario romano del Pd, Matteo Orfini: «Aiutare Marino è stato il mio principale obiettivo. Gli ho fatto da scudo umano...». Lui non ci crede: «Sono orgoglioso di quello che ho fatto in questi due anni», ripete piuttosto ai cronisti sulle scale del Campidoglio. Sarà l' ultima volta che le salirà? gli domanda uno. Risposta sardonica: «Non ho programmi di morte imminente».
Inutile chiedergli del futuro: parteciperà alle primarie del Pd per il nuovo sindaco? Farà una sua lista civica? Di certo c' è solo che l' uscita del suo libro slitterà: «Deve aggiungerci 2-3 nuovi capitoli...», sussurra un collaboratore. E passerà la domenica «in campagna da amici», a meno che il neocommissario Tronca non chieda d' incontrarlo per un informale passaggio di consegne.
Diserterà, invece, la messa di papa Francesco al cimitero del Verano. Come con Renzi, anche con il Papa ormai - dopo Philadelphia - il dialogo s' è interrotto. In strada, durante la passeggiata, molta gente lo saluta, lo incita, lui sorride e torna a fare il gesto di vittoria come ai bei tempi. Ma c' è anche chi lo contesta: «Marino vattene a casa», gli gridano. E infine, alle cinque della sera, a casa ci va. Dove l' aspetta Rossana, sua moglie. Che l' accoglie con un grande abbraccio.