donald trump - mercati azionari borse borsa

IL VENERDI’ NERO DEI MERCATI – ALTRO CHE ETA’ DELL’ORO, TRUMP SI CONFERMA PER IL SECONDO GIORNO CONSECUTIVO IL FLAGELLO DELLE BORSE - WALL STREET BRUCIA 10MILA MILIARDI, PIAZZA AFFARI LASCIA SUL TERRENO IL 6,53% (UN PUNTO IN MENO RISPETTO ALLA CADUTA SUBITA CON IL CROLLO DELLE TORRI GEMELLE NEL 2001). CROLLANO ANCHE LE QUOTAZIONI DEL PETROLIO - MARTIN WOLF, ECONOMISTA E COMMENTATORE PRINCIPE DEL “FINANCIAL TIMES”: “E’ COME NEGLI ANNI ’30 DEL NOVECENTO. TRUMP NON IMPARA NULLA DAI SUOI FALLIMENTI, HA FATTO BANCAROTTA SEI VOLTE. FOLLE CHE L’ITALIA TRATTI DA SOLA. NON PENSO CHE MELONI POSSA…”

Giovanni Pons per la Repubblica - Estratti

donald trump - mercati azionari

Il ciclone Trump travolge le Borse mondiali per il secondo giorno consecutivo. E il conto è molto salato. Secondo i calcoli riportati dal sito Marketwatch, dal giorno dell’insediamento del presidente Wall Street ha bruciato 9.600 miliardi di dollari, di cui 5.000 sono andati in fumo negli ultimi due giorni in seguito all’annuncio dei dazi. In Europa le conseguenze peggiori le ha subite Piazza Affari: ieri il listino di Borsa milanese ha lasciato sul terreno il 6,53%, azzerando quasi del tutto quel 16% che aveva guadagnato da inizio anno.

 

La perdita di ieri è solo un punto in meno rispetto alla caduta subita con il crollo delle Torri gemelle del settembre 2001, quando l’indice perse il 7,5% in una seduta. Ma è ancora distante dal tonfo peggiore nella storia dell’indice Ftse Mib di Milano, provocato dal Covid e dal lockdown il 12 marzo 2020, meno 16,92%.

I MERCATI FINANZIARI E I DAZI

 

La pioggia di vendite sulle azioni di Milano è iniziata fin dal primo mattino prendendo di mira le banche che negli ultimi mesi erano cresciute molto grazie alle operazioni di acquisizione in corso. Mps con un meno 12,2% è stata la più penalizzata, seguita da Bper (meno 10,4%) e Mediobanca (meno 10,3%).

 

Ma il ribasso generalizzato ha riguardato tutti i listini europei, con Londra, Parigi e Francoforte che a fine giornata hanno visto i loro indici perdere tra il 4 e il 5%.

La situazione si è andata ingarbugliando con il passare delle ore per alcuni eventi in rapida successione. Verso la fine della mattinata la Cina ha annunciato la sua risposta a Trump con l’introduzione di dazi al 34% per tutte le importazioni americane nel Paese asiatico.

donald trump - mercati azionari

Controreplica immediata: «I cinesi se la sono giocata male. Sono andati nel panico. L’unica cosa che non possono permettersi di fare», scrive il presidente Usa sui social invitando gli investitori mondiali ad andare negli Stati Uniti a fare business. Appello non raccolto dalla Francia: «È chiaro che se una grande azienda francese accettasse di aprire una fabbrica negli Stati Uniti, darebbe ragione agli americani », ha detto il ministro dell’Economia Eric Lombard.

 

(…)

I segnali del futuro rallentamento dell’economia Usa sono certificati dal rendimento dei titoli di Stato, in ribasso dappertutto. Il T-bond decennale americano scende sotto il 4% per la prima volta da ottobre scorso. Se i rendimenti scendono i prezzi delle obbligazioni salgono e rappresentano l’unico ancoraggio per gli investitori in queste ore così concitate. Un altro segnale di rallentamento per l’economia viene dal prezzo del petrolio ancora in discesa - il Wti quotato a New York scende del 7,5% a 61,9 dollari al barile. L’incertezza, come noto, è il peggior nemico dei mercati finanziari e il comportamento da scheggia impazzita di Trump non fa che amplificarla. Le banche d’affari sfornano ricerche sui prossimi tagli dei tassi di interesse che potrebbero arrivare dalle banche centrali, a partire dalla Fed.

 

DONALD TRUMP IN VERSIONE NERONE BRUCIA MILIARDI DI DOLLARI - IMMAGINE CREATA CON CHATGPT

Ma a metà pomeriggio arriva la doccia gelata. Dalla Virginia parla il governatore Jerome Powell e la sua analisi è impietosa: «Le tariffe di Trump portano inflazione più alta e crescita più bassa. La Fed aspetterà di avere un quadro più chiaro delle conseguenze prima di muoversi». È ciò che temono gli economisti, la trappola della “stagflazione” che impedisce di tagliare i tassi per tenere sotto controllo la crescita dei prezzi. Wall Street reagisce di conseguenza, le perdite si ampliano a oltre il 5%, il Nasdaq dei titoli tecnologici è quasi a meno 6%. Ma l’ultima mossa di Trump dà forza a chi crede che i dazi siano solo uno strumento negoziale: il segretario del partito comunista vietnamita To Lam dice che il Vietnam è disposto ad azzerare i dazi in caso di accordo con gli Stati Uniti. Il titolo Nike, che produce metà delle sue scarpe in Vietnam, rimbalza del 4,6%.

 

 

 

WOLF

Francesco Manacorda per la Repubblica - Estratti

DAZI - IL PIANO ANNUNCIATO DAGLI STATI UNITI

«Lo zio Sam se n’è andato, non è più nostro zio. E l’Europa è pigra, grassa e addormentata. Deve svegliarsi». Parlare con Martin Wolf, economista e commentatore principe del Financial Times, significa confrontarsi con un interprete privilegiato delle dinamiche globali del potere, ma anche ricevere una doccia fredda.

 

«Che cosa mi ricorda questo periodo? Si può paragonare agli anni precedenti alla Prima Guerra mondiale o all’intervallo tra le due Guerre mondiali, quando enormi sconvolgimenti negli equilibri di potere generarono grandi tensioni sociali, che sfociarono poi in ciò che purtroppo sappiamo».

 

Non incoraggiante. Ma partiamo dai dazi di Trump. I mercati crollano, il mondo non si capacita di quello che accade. Che gioco sta giocando il presidente Usa?

«Trump è un essere davvero eccezionale. È autodidatta, non legge nulla e non ascolta nessuno. Le sue convinzioni sono del tutto personali, basate sulla sua esperienza di uomo d’affari; inoltre ha la capacità di non imparare nulla dai suoi fallimenti, come dimostra il fatto che ha fatto bancarotta sei volte».

 

E questo come spiega i dazi?

donald trump

«Lui parte dall’idea che se fai affari con qualcuno devi avere un surplus. Se invece hai un deficit – come accade per la bilancia commerciale americana – la tua controparte ti sta ingannando, perché nessuno può battere l’America. Ovviamente tutto questo non ha assolutamente alcun senso in termini economici. Ma il messaggio di Trump è che lui è un uomo comune, proprio come i suoi elettori, e non come i professoroni che danno lezioni. Questo porta a follie come applicare i dazi più alti in assoluto al Lesotho».

 

Trump però dice che così sposterà molte produzioni in America. Ce la farà?

«Chiunque sa che farlo porterebbe a prodotti non competitivi, a causa dei costi troppo alti, e che la cosa potrebbe funzionare solo se il protezionismo durasse per sempre.

martin wolf

Davvero Apple dovrebbe pensare di spostare la produzione di iPhone dalla Cina all’America sapendo che tra quattro anni Trump non ci sarà più e che prima di allora avrà cambiato ancora idea chissà quante volte?».

 

In Italia si è accarezzata l’idea che un rapporto privilegiato Meloni-Trump ci potesse o ci potrà garantire un trattamento preferenziale da parte degli Usa.

«Sarebbe un colpo terribile per l’Europa, qualsiasi paese lo facesse.

E non penso che Meloni possa pensare che per avere un rapporto commerciale preferenziale con Trump valga la pena di mandare gambe all’aria la costruzione europea. E poi l’Italia sarebbe folle a pensare di poter affrontare da sola il mondo globalizzato».

meloni trump vignetta altan

 

donald trump rassicura wall street - vignetta by ellekappa

(...)

 

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