theresa may brexit

IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE – A DUE ANNI DAL REFERENDUM SULLA BREXIT, ANCORA NON C’È STATA LA CATASTROFE CHE TUTTI SI ATTENDEVANO: NESSUN CONTRACCOLPO SULL’OCCUPAZIONE, LA STERLINA SI È SVALUTATA E SONO AUMENTATE ESPORTAZIONI E INVESTIMENTI DALL’ESTERO – I SALARI REALI PERÒ SI SONO COMPRESSI E LE PROSPETTIVE ECONOMICHE SI SONO OSCURATE…

Riccardo Sorrentino per www.ilsole24ore.com

 

brexit 6

Due anni dopo, le tendenze sono ormai chiare. Brexit non è ancora una realtà, la Gran Bretagna fa ancora parte integrante dell’Unione europea e tutti gli effetti legati alla decisione di uscire dalla Ue sono determinati dalle semplici aspettative, alle quali si aggiungeranno i costi e i benefici generati dai nuovi regimi commerciali. La base su cui si costruirà la nuova economia del Regno Unito inizia però a delinearsi bene.

 

theresa may

Il primo effetto di Brexit è stato un pesante scivolone della sterlina. Una flessione era già in corso dal 2015, ma il referendum ha coinciso, semplificando un po’, con la variazione del valore di equilibrio della moneta britannica. Per anni il cambio effettivo della valuta di Londra - una media dei cambi verso le principali valute, ognuna con un peso diverso - ha oscillato attorno alla media di 84,5 (il valore di riferimento, 100, è riferito al 2005). Dopo il voto, si è invece mosso attorno a 77,9, con un picco a 81,2. È una svalutazione del 7,8%, piuttosto importante, che ha ridotto il prezzo delle esportazioni e aumentato quello delle importazioni.

 

Aumentano le esportazioni...

 

esportazioni

Non è una sorpresa, allora, il fatto che le esportazioni siano aumentate e abbiano accelerato fino a raggiungere un ritmo di crescita del 16% annuo che - senza sorprese e complice anche un modestissimo rialzo della valuta - si è presto stabilizzato. È un dato di fatto, in ogni caso, che l’accelerazione del dopo referendum abbia fatto balzare le vendite all’estero a un livello più alto rispetto al passato.

 

...e gli investimenti dall’estero 

 

brexit 4

Analogamente sono aumentati gli investimenti diretti dall’estero. La flessione della sterlina ha reso tutti gli assets britannici più convenienti e molti stranieri ne hanno approfittato per acquisire attività. L’economia del Regno Unito resta e resterà in ogni caso piuttosto solida, resiliente e redditizia, e questa considerazione, insieme a prezzi “convenienti”, ha spinto molti investitori a non sopravvalutare troppo l’incertezza sul dopo Brexit.

 

In crescita anche le importazioni 

 

investimenti dall'estero

Può sorprendere invece il fatto che siano aumentate le importazioni, ma in questo caso è l’effetto dell’aumento dei prezzi. La Gran Bretagna deve acquistare dall’estero beni e servizi la cui domanda evidentemente risponde relativamente poco ai prezzi. Il disavanzo corrente - la differenza tra esportazioni e importazioni - è quindi leggermente peggiorata. Prima del referendum si muoveva intorno a una media di 2,6 milioni di sterline al mese, dopo si è invece attestato intorno ai 2,9 milioni.

 

brexit 5

Brusco rialzo dell’inflazione 

 

L’aumento delle importazioni può far sospettare che abbiano prevalso gli effetti sul reddito. L’inflazione è sicuramente aumentata, e di molto. Al momento del referendum la Gran Bretagna era ancora in una situazione di lowflation: la crescita dei prezzi era dello 0,8% annuo. Il balzo è stato rapido, e da molti non previsto (l’evoluzione peggiore possibile): a febbraio 2017 l’inflazione aveva raggiunto il 2,3%, a settembre il 2,8%. Da allora si è leggermenta raffreddata, ed è attualmente al 2,4%, in ogni caso al di sopra dell’obiettivo del 2%.

 

Salari reali sotto pressione 

 

salari reali e produttivita'

Il risultato è stata una progressiva compressione dei salari reali, che hanno interrotto la loro crescita e hanno registrato anche qualche passo indietro : da febbraio 2017 - il mese in cui l’inflazione ha superato l’obiettivo del 2% - sono calati del 2,5% e mancano segni di una ripresa. Non sono tornati ai livelli pre-voto - la produttività è salita, nei mesi immediatamente successivi al voto - e questo può spiegare perché manca ancora una chiara e diffusa percezione degli effetti del referendum.

 

La disoccupazione è ai minimi... 

 

theresa may e la regina elisabetta

Allo stesso modo, non si sono avvertiti grandi contraccolpi sulla disoccupazione, che ha continuato a calare allo stesso ritmo dei mesi precedenti - il trend è iniziato nel 2011 ed ha accelerato nel 2013 - salvo poi stabilizzarsi a livelli decisamente molto bassi, il 4,2%, sotto i quali difficilmente si potrà scendere: è il minimo dal 1975.

 

...ma la crescita rallenta 

 

THERESA MAY JEAN CLAUDE JUNCKER

L’ulteriore della disoccupazione è stata possibile perché l’economia ha comunque continuato a crescere. Il rallentamento del prodotto interno lordo è però evidente. Non è iniziato con il referendum, ma nel 2015 - in coincidenza con la prima fase di flessione della sterlina - e anzi ha conosciuto una momentanea accelerazione nel terzo e nel quarto trimestre del 2016, nei sei mesi successivi al voto. Nel primo trimestre del 2018, il pil era però cresciuto del solo 1,2% rispetto all’anno precedente mentre l’incremento trimestrale - usata normalmente per queste statistiche - era pari allo 0,1 per cento.

brexit 3

 

Investimenti difficili 

 

Difficile che si tratti dell’effetto di una politica monetaria restrittiva. La Bank of England ha portato i tassi allo 0,5%, un livello ancora ampiamente espansivo. Ha inciso il freno del commercio estero, mentre i consumi continuano a muoversi lentamente e le spese pubbliche non riescono a compensare il rallentamento delle altre componenti. Gli investimenti, in particolare, appaiono freddi. Scavando nelle statistiche, il dato più significativo è allora la flessione, relativa sul lungo periodo, ma piuttosto evidente almeno a partire dal 2017 - in coincidenza con l’aumento dell’inflazione - delle costruzioni non abitative: infrastrutture pubbliche e private, centri commerciali e produttivi.

 

Gli effetti dell’incertezza 

inflazione e cambio

È il segno, questo, di un’economia in cui prevale l’incertezza. Come previsto dalla teoria economica, la flessione della sterlina ha spinto le esportazioni ma anche i prezzi, saliti a livelli non previsti. I salari reali sono stati compressi e le prospettive per l’economia si sono oscurate. Gli investimenti ne hanno risentito e, tra questi, proprio quelli che si traducono nella creazione di nuovi sedi produttive.

crescita economiacambio e import

 

cambio della sterlina

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?