pignoramento conto corrente conte gualtieri

ALTRO CHE ''VERIFICA A GENNAIO'': LA FASE DUE DEL GOVERNO CONTE SI È GIÀ ARENATA SU FISCO E QUOTA 100. MA A BREVE DOVRÀ PRESENTARE I CONTI A BRUXELLES E CON UNA PREVEDIBILE RESTRIZIONE DEL PIL, ANCHE A CAUSA DEL CORONAVIRUS, I MARGINI PER GUALTIERI E CONTE SARANNO ANCORA DI MENO - PREPARATEVI AL RITORNO DEL BALLETTO SULL'IVA: QUEST'ANNO BISOGNA TROVARE 30 MILIARDI PER EVITARE L'AUMENTO. OLÈ

 

Antonio Signorini per ''il Giornale''

 

Dai dazi, alle infrastrutture fino alla grande sfida della riforma fiscale, passando per quella non meno impegnativa delle pensioni. Anche se il governo dovesse superare lo scoglio prescrizione in un futuro prossimo si ripresenteranno altre sfide. Proibitive e per un governo fragile come quello in carica, tanto che Agenda 2023, il programma di fine legislatura voluto dal premier Giuseppe Conto, sembra avere già perso la sua spinta propulsiva. Da una parte ci sono i tanti dossier divisivi, dall' altro temi che per caratteristiche proprie sono difficili da maneggiare.

giuseppe conte roberto gualtieri mes

Ad esempio i dazi.

 

DAZI SOSPESI

Ieri il governo si è preso il merito dell' esclusione dei beni italiani dalla liste di merci tassate dall' amministrazione Trump. Una buona notizia, ma varie associazioni di categoria hanno ricordato come l' intesa vera e propria con gli Stati Uniti vada ancora trovata. Per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, è «scampato pericolo, ma solo per il momento». Entro sei mesi la Casa Bianca potrà ripensarci e tassare prodotti made in Italy.

 

POCHE SETTIMANE AL DEF

Partita europea, come quella sui conti pubblici che si aprirà in tempi brevi. All' inizio di aprile il governo dovrà stilare il Def, documento di economia e finanza. Ci saranno le previsioni aggiornate sui conti pubblici e sul Pil. Inevitabile una revisione che restringerà ulteriormente la possibilità di fare politiche di spesa nel 2020. Impossibile finanziare la riforma fiscale promessa dal premier Giuseppe Conte, che comunque dovrà essere illustrata, a grandi linee, nel documento. Ci sono sei mesi per trovare soldi e anche un' intesa nel governo. +A fine maggio, inizio giugno, ci sarà il giudizio della Commissione Ue su conti e politiche nazionali.

paolo gentiloni ursula von der leyen

 

LA BATTAGLIA DELL' IVA

Tra sterilizzazione degli aumenti dell' Iva e costo della riforma vera e propria, il governo deve cercare circa 30 miliardi. La maggioranza dovrà fare una scelta precisa, tra aumenti (anche parziali dell' Iva), rimodulazioni dell' Irpef che, anche attraverso ritocchi alle detrazioni, colpiscano i redditi più alti. Oppure dovrà prendersi la responsabilità di fare una riforma in deficit. Sull' Iva il governo è già stato a un passo alla rottura. Quando l' esecutivo Conte II era più solido.

 

WELFARE DIVISIVO

La riforma delle pensioni potrebbe rientrare in agenda.

Con Iv favorevole alla fine anticipata di Quota 100, il Pd e il M5s contrari. Facile che questo dossier si impantani, anche perché le proposte del gruppo di esperti del governo rischiano di non piacere né ai sindacati né all' Ue.

 

IL NODO IMPRESE

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

Su Plastic tax e sugar tax. Italia viva ha ritirato gli emendamenti al Milleproroghe che aveva presentato, il governo ha annunciato modifiche. I renziani chiedono la cancellazione. Ancora de finalizzare il nodo Autostrade. Si lavora a un compromesso sulla revoca ad Aspi, magari limitandola alla regione Liguria. Se il governo Conte dovesse andare avanti, ministri ed esponenti della maggioranza sensibili ai problemi delle imprese potrebbero ritirare fuori l' idea di cambiare il Decreto dignità, che ha disincentivato le assunzioni. Dossier complessi anche per una maggioranza solida, missioni impossibili per il governo in carica.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…