
AL VERTICE DELLA TENSIONE - L'INVASIONE DELLO SPAZIO AEREO DELL'ESTONIA, TERRITORIO NATO, DA PARTE DI DUE JET RUSSI È STATO L'ENNESIMO EPISODIO CHE POTEVA SCATENARE LA TERZA GUERRA MONDIALE - I MIG DI MOSCA, INTERCETTATI DA UNA COPPIA DI F35 ITALIANI, STAVANO PUNTANDO SULLA CAPITALE TALLINN: I VELIVOLI SONO IN GRADO DI TRASPORTARE I MISSILI IPERSONICI IN GRADO DI BUCARE LE DIFESE ANTI-AEREE OCCIDENTALI - PER QUALCHE MINUTO NON È STATO ESCLUSO CHE GLI AEREI POTESSERO COLPIRE LA BASE DI AMARI, L'AVANPOSTO NATO PIÙ VICINO AL CONFINE RUSSO - DOPO I DRONI RUSSI ABBATTUTI IN POLONIA, È L'ENNESIMA PROVOCAZIONE DI PUTIN, CHE CERCA UN PRETESTO PER INIZIARE UN CONFLITTO CON LA NATO - TALLINN CHIEDE L'ATTIVAZIONE DELL'ARTICOLO 4 DELL'ALLEANZA ATLANTICA, CIOÈ LA CONSULTAZIONE TRA ALLEATI IN CASO DI MINACCIA DIRETTA A UN PARTNER. È IL PRIMO PASSO VERSO L'ARTICOLO 5, OVVERO LA RISPOSTA MILITARE COLLETTIVA...
MIG RUSSI ENTRANO IN ESTONIA RESPINTI DAI TOP GUN ITALIANI E LA NATO ATTIVA L'ARTICOLO 4
Estratto dell'articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Un nuovo sorvolo. Una nuova provocazione. E, ancora, la grande paura: un'invasione di dodici minuti ha riaperto ieri la partita sul fronte orientale. Tre Mig-31 russi in volo sul baltico hanno violato lo spazio aereo dell'Estonia, costringendo la Nato a ordinare il decollo immediato di due F-35 italiani dalla base di Amari.
L'episodio, avvenuto sopra il Golfo di Finlandia, è stato definito da Tallinn «un atto senza precedenti». Non era mai accaduto che jet militari russi si spingessero così a lungo dentro i cieli di un Paese europeo, guarda caso proprio nel giorno in cui la Ue ha approvato un nuovo round di sanzioni contro il Cremlino.
jet russo sfonda il confine con l estonia
L'allarme è stato tale che il premier estone Kristen Michal in serata ha chiesto l'attivazione dell'articolo 4 della Nato. Si tratta della consultazione formale tra alleati in caso di minaccia diretta a un partner. È il primo passo verso l'articolo 5, ovvero la risposta militare collettiva.
È la seconda volta negli ultimi dieci giorni che viene attivato per via delle azioni della Russia, un record, dopo che a invocarlo era stata la Polonia per lo sconfinamento dei droni di Mosca del 10 settembre.
Secondo il ministero degli Esteri estone, i velivoli non hanno presentato alcun piano di volo e viaggiavano con i transponder spenti, una procedura che li ha resi invisibili ai radar civili. La violazione è stata rilevata dai sistemi di difesa dell'Alleanza atlantica e ha fatto scattare lo scramble: in pochi minuti due F-35 del 13° gruppo del 32° stormo italiano hanno raggiunto i Mig, costringendoli a invertire la rotta.
L'intervento italiano non è casuale, visto che il nostro Paese guida, per conto della Nato, la polizia aerea nei Paesi baltici dalla base di Amari. Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha affermato che la risposta «sotto il comando di Sentinella dell'est è stata rapida e decisa».
Il presidente Usa, Donald Trump, ha invece detto che la violazione degli spazi aerei «potrebbe essere un grosso problema, me ne occuperò». Il ministero della Difesa russo in tarda serata nega il blitz e parla di «rigoroso rispetto delle normative internazionali, senza violare lo spazio aereo estone», ma i Mig sarebbero rimasti «sulle acque neutrali del Mar Baltico».
[…] Il segnale è chiaro: il Cremlino continua a testare la tenuta della Nato sul confine orientale dopo l'allarme scatenato in Polonia seguito da altri sconfinamenti di droni in Romania e spingendo l'Alleanza a lanciare l'operazione di difesa Sentinella dell'est.
Lo sconfinamento di ieri - che la Nato ha definito «sconsiderato» - è stato condannato dalle capitali del continente. «Si tratta di una chiara violazione dello spazio aereo europeo. Ogni passo di Mosca aumenta le tensioni nella regione», ha detto Kaja Kallas, la ex premier estone oggi Alta rappresentante Ue. «È chiaro che la Russia sta testando fino a dove può arrivare. Non dobbiamo mostrare debolezza, perché la debolezza è un invito ad andare oltre».
L'episodio è il quarto sconfinamento aereo russo registrato in Estonia dall'inizio dell'anno e per questo Tallinn ha convocato d'urgenza il rappresentante diplomatico di Mosca. […]
Vladimir Putin non risponde direttamente alle accuse europee. A Perm ha invece ribadito che continuerà a sviluppare «un esercito compatto e potente». E il suo portavoce, Dmitry Peskov, rispetto alla delusione espressa da Trump per lo zar, le ha liquidate come «reazione emotiva».
"VOGLIONO COLPIRE TALLINN" LA PAURA DELL'ALLEANZA PER I MISSILI IPERSONICI
Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
Sono stati momenti terribili, mai vissuti prima in Europa. Tre Mig-31 in volo nel mezzo del Mar Baltico all'improvviso hanno deviato sull'isola lettone di Vaindloo. Una violazione formale dello spazio aereo di Tallinn, e quindi della Nato, che è diventata provocazione esplicita quando la squadriglia di Mosca ha puntato direttamente sulla capitale.
I jet non sono soltanto i più veloci dell'aviazione russa, capaci di toccare 3.000 chilometri orari, ma anche gli unici in grado di lanciare i missili ipersonici Kinzhal, contro cui l'Occidente non ha praticamente difese.
Tra il comando operativo e il quartiere generale dell'Alleanza sono cominciate consultazioni tanto rapide quanto frenetiche. Il primo problema è stato capire cosa volessero fare i Mig-31: non è stato neppure escluso che potessero dirigere sulla base di Amari, l'avamposto della Nato più vicino al confine russo.
Da dieci anni i velivoli di Mosca entrano spesso senza preavviso nella zona di competenza del traffico aereo lettone, lontana dai confini: considerano il cielo tra San Pietroburgo e l'enclave di Kaliningrad, incastonata nella Polonia, come parte della Russia.
La piccola Repubblica baltica ha solo un milione e 300 mila abitanti e non dispone né di un'aviazione, né di batterie contraeree: viene protetta dalla Nato, con reparti delle altre nazioni che si alternano ogni quattro mesi. E il Paese ha distanze minuscole: tra l'isola di Vaindloo e la capitale ci sono circa cento chilometri e in altri quaranta chilometri si arriva sull'aeroporto di Amari.
Un tragitto che i Mig-31 possono percorrere in una manciata di secondi. Di fronte a una situazione così pericolosa il vertice della Nato ha ordinato una reazione ispirata alla massima cautela: c'è troppa tensione sulla frontiera orientale e non si possono correre rischi. Si è scelto di agire con determinazione ma evitando qualsiasi gesto che potesse apparire ostile, per non dare al Cremlino il pretesto per scatenare un incidente.
A quel punto l'allarme è stato trasmesso ad Amari. Lì da fine luglio sono schierati quattro F-35 italiani, con equipaggi provenienti dal 32° stormo di Amendola (Foggia) e dal 6° stormo di Ghedi (Brescia). Due caccia sono sempre in pre-allerta, con quattro missili aria-aria nella stiva, mentre piloti e tecnici restano nell'hangar pronti a decollare in tre-quattro minuti quando suona la sirena dello "scramble". Già due volte ad agosto sono intervenuti per identificare velivoli russi penetrati all'improvviso nelle rotte del traffico civile nel Baltico.
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Ieri l'urlo della sirena ha messo i piloti davanti a una realtà angosciante. Quando sono entrati nella cabina e hanno acceso i motori, il comando gli ha presentato uno scenario a un passo dalla guerra: i Mig-31 stavano girando intorno a Tallinn, a circa trenta chilometri dalla loro base. Sono tempi e distanze straordinarie, tipiche delle sfide ravvicinate chiamate "dogfight" e rese celebri dal film "Top Gun".
Per questo i due caccia si sono alzati in fretta ma non si sono diretti subito contro la squadriglia russa: gli ufficiali italiani hanno compiuto una manovra larga, allontanandosi dagli incursori, in modo da venire avvistati. In maniera paradossale, hanno rinunciato all'invisibilità, dote principale degli F-35. E infatti non appena i russi si sono resi conto del loro arrivo, hanno virato verso il mare e si sono allontanati.
Dal punto di vista tecnico, i Mig-31 non avrebbero potuto tenere testa ai jet italiani di sesta generazione, che hanno strumentazioni elettroniche in grado di accecare i loro radar. Ma in questo confronto le prestazioni militari sono state tenute in secondo piano: la priorità è stata evitare qualsiasi scontro.
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In Estonia infatti c'è anche un altro scudo italiano: una batteria di missili terra-aria Samp-T, il migliore sistema europeo, impegnata in un'altra missione atlantica. I radar di avvistamento sono sempre accesi ma il personale dell'Esercito non ha attivato i sensori di puntamento perché sarebbe stato considerato dai piloti russi un atto ostile.
I Mig-31 sono rimasti nello spazio aereo estone per dodici minuti: un periodo troppo lungo per i tempi di reazione previsti dell'Alleanza. Ogni iniziativa è stata però dettata dai comandi della coalizione, che paiono molto soddisfatti dell'opera dei militari italiani.
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L'intento del Cremlino appare chiaro: con l'irruzione dei jet ha risposto alla decisione della Nato di rafforzare il confine orientale con l'operazione Sentinella dell'est. Il messaggio russo è semplice: possiamo colpire quando e dove vogliamo. Una provocazione, appunto, che testimonia la volontà di portare avanti una prova di forza. E contemporaneamente vuole testare la coesione atlantica: capire se gli Usa prenderanno posizione al fianco dell'Europa. Trump ha ignorato gli sciami di droni penetrati in Polonia e Romania: ora Putin vuole vedere come reagirà a questa sfida ancora più clamorosa.