giuseppe conte vaccino coronavirus

ABBIAMO FATTO TUTTO 'STO CASINO PER AVERE IL VACCINO E ORA IL GOVERNO E’ DIVISO SULL'OBBLIGO? CONTE E SPERANZA SONO PER LA LIBERTÀ DI SCELTA - BURIONI: “IN ITALIA L'ATTEGGIAMENTO DELLA POPOLAZIONE, INSPIEGABILMENTE, APPARE MOLTO DIFFIDENTE”- IL PIANO: SI PARTIRÀ DA SANITARI E OSPIZI. ARCURI ALLE REGIONI: “ENTRO IL 23 LA LISTA DEGLI OSPEDALI”. PREVISTO ANCHE L' UTILIZZO DEI DRIVE IN…

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

vaccino

La lettera, inviata ai presidenti di tutte le regioni italiane, è datata 17 novembre ed è firmata dal commissario per l' emergenza coronavirus, Domenico Arcuri. Oggetto: Raccolta informazioni per il piano di fattibilità della prima fase di somministrazione del vaccino Covid-19. Si tratta di un documento che, con una buona dose di enfasi, potremmo definire storico perché è tra i primi atti ufficiali ad affermare che ci saranno uno o più vaccini contro il coronavirus. E dice alle Regioni: entro il 23 novembre indicate la lista dei presidi ospedalieri in cui cominciare la vaccinazione.

 

Si partirà con operatori sanitari e anziani delle Rsa a gennaio. E il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, annuncia: «Le Forze armate sono a disposizione per la distribuzione del vaccino».

 

vaccino

Ieri Pfizer, che con BioNTech ha sviluppato uno dei vaccini più promettenti, ha annunciato la conclusione della fase 3 della sperimentazione e confermato una efficacia del 94 per cento, anche per gli over 65. Sempre premesso che né per questo, né per altri vaccini in dirittura d' arrivo (Moderna e Oxford-Irbm-AstraZeneca) vi è ancora la validazione delle autorità regolatorie in Europa e in Usa e dunque è giusto essere prudenti, però va registrato che anche in Italia la macchina organizzativa si è messa in moto.

 

Nella lettera di Arcuri a tutte le Regioni viene spiegato che il vaccino Pfizer, «il cui iter di validazione sembra essere il più avanzato, permetterebbe all' Italia di disporre già da fine gennaio 2021 di circa 3,4 milioni di dosi da somministrare a 1,7 milioni di persone, è necessario, pertanto, scegliere il target di cittadini a cui somministrare le prime dosi disponibili».

 

Secondo Arcuri bisogna salvaguardare ospedali e presidi residenziali per anziani. Da questi luoghi bisognerà partire, ricorrendo anche a «unità mobili». Per gli altri vaccini, invece, Arcuri prevede l' utilizzo dei canali tradizionali, a partire dai drive in.

coronavirus vaccino 11

 

 Per Pfizer, il tipo di vaccino prevede la consegna in borse speciali (che contengono 5 scatole con 975 dosi ciascuna), dove possono restare al massimo 15 giorni. La conservazione invece può durare sei mesi se avviene in celle frigorifere con temperatura inferiore a -75 gradi. Una volta estratte dalle borse, infine, le dosi vanno somministrate entro sei ore. Sulla base di una procedura così complessa, Arcuri chiede alle Regioni di stilare entro il 23 novembre la lista degli ospedali, per ogni provincia, dove vaccinare almeno 2.000 persone in 15 giorni; per ogni ospedale andrà specificato quanti sono i dipendenti e la disponibilità di congelatori. Serve anche l' elenco delle Rsa, le strutture per anziani, dove vaccinare ospiti e dipendenti ricorrendo a delle unità mobili.

vaccino

Ma oggi, oltre alla necessità di mettere in moto una macchina organizzativa senza precedenti, c' è da rispondere a una domanda dai mille risvolti, anche etici, che risuona anche in altri paesi europei: la vaccinazione dovrà essere obbligatoria? Il premier Conte si è già espresso per il no, anche al Ministero della Salute per ora sono su questa stessa linea, che è stata illustrata apertamente dal consigliere di Speranza, il professor Andrea Ricciardi. Si dice: non possiamo costringere le persone a vaccinarsi, sarebbe un trattamento sanitario obbligatorio.

 

Quando il Lazio ha provato a rendere obbligatorio il vaccino anti influenzale per gli over 65 è arrivata la bocciatura del Tar. D' altra parte, il Paese è bloccato, molti ragazzi non possono frequentare la scuola, l' economia è in grande difficoltà. I sondaggi dicono che una parte consistente degli italiani non vuole vaccinarsi, dunque l' ipotesi di fermare la trasmissione del virus appare lontana anche con il vaccino.

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

 

Per questo anche tra i politici c' è chi ritiene che sarebbero giuste misure straordinarie. Nel Pd l' assessore alla Salute del Lazio, Alessio D' Amato, non ha mai nascosto che il vaccino anti Covid secondo lui dovrebbe essere obbligatorio, perché c' è in gioco l' interesse del Paese. Anche Italia Viva, quando Conte disse no a questo principio, andò nella direzione opposta. E l' onorevole Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Iv, conferma: «Noi siamo per l' obbligatorietà di un vaccino testato e sperimentato, ma con regole persuasive prima che coercitive».

 

Tra gli scienziati più attenti al rischio di un flop della vaccinazione anti Covid-19, c' è il professor Ranieri Guerra, direttore vicario dell' Organizzazione mondiale della Sanità. Il vaccino anti Covid dovrà essere obbligatorio? Guerra risponde: «Non subito. Avrebbe l' effetto contrario e rischieremmo anche di non avere abbastanza dosi. Prima servirà una forte campagna di comunicazione istituzionale, poi una copertura progressiva di gruppi a rischio o esposti e poi vediamo quale sarà la richiesta. Se saremo approvvigionati, allora si potrebbe considerare l' obbligo, ma direi la seconda metà dell' anno. Non prima».

burioni

 

Il professor Roberto Burioni avverte: «In Italia l' atteggiamento della popolazione, inspiegabilmente, appare molto diffidente. Sarà indispensabile fare qualcosa». Anche in Germania su questo tema il dibattito è molto vivace tanto che il ministro della salute tedesco, Jens Spahn, ha ribadito: «Vi do la mia parola, in questa pandemia non ci sarà alcun obbligo di vaccinarsi».

vaccino anti influenzavaccino 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…