VILLA CERTOSA? VILLA MARANA! - IL FOTOGRAFO ZAPPADU, MASSIMO ESPERTO DEL VILLONE SARDO DEL BANANA: “BERLUSCONI VUOLE VENDERE PER 470 MILIONI UNA MARANA DI 80 ETTARI? MEGLIO DI TOTÒ E PEPPINO! IO HO DENUNCIATO L’ABUSO EDILIZIO, QUEL TERRENO È UN COLABRODO, SI ALLAGA E DIVENTA UN ACQUITRINO MELMOSO E MALEODORANTE. E POI è PIENO DI VINCOLI AMBIENTALI, ANCHE SE NON RISPETTATI DALL’EX PREMIER”…

1- VILLE BERLUSCONIANE - ALLA CERTOSA 80 ETTARI D'ACQUA
C.Cu. per "l'Espresso" - Dovrebbe concludersi entro novembre, secondo alcune indiscrezioni, la trattativa per la vendita di Villa La Certosa, buen retiro sardo dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Trattativa che vedrebbe coinvolto un magnate russo come acquirente e che è già stata smentita dall'avvocato Niccolò Ghedini. Ma a mettere in dubbio la bontà dell'investimento ora ci si mette anche Antonello Zappadu, reporter noto per i suoi servizi fotografici che più volte hanno svelato i misteri della Villa.

Sul suo sito, Zappadu definisce la Certosa «una marana di 80 ettari», un terreno soggetto a periodici allagamenti, documentati da foto inedite delle alluvioni, sul quale penderebbe la spada di Damocle di un esposto-denuncia per abusi edilizi presentato un anno fa presso la procura di Tempio Pausania dal fotografo stesso. Insomma, secondo Zappadu, chiunque intendesse «pagare così salato un sito», si parla di circa 470 milioni di euro, «farebbe davvero un cattivissimo affare».


2- BERLUSCONI MEGLIO DI TOTò E NINO: 470 MILIONI PER UNA MARANA DI 80 ETTARI
Antonello Zappadu per il suo blog, www.zappadu.com

Lo scrive Franco Bechis sul giornale Libero, Ghedini smentisce, ma visto che Bechis è uno che sul Berluska ci azzecca spesso, è probabile che quel benedetto preliminare di vendita che il cronista di Libero afferma sia stato firmato da pochi giorni, tra il nostro ex presidente del Consiglio ed un ex presidente della vecchia URSS, sia più che un'illazione.

Personalmente ho i miei seri dubbi che questa Villa - con il suo parco da 80 ettari (circa) - possa esser messa in vendita, quantomeno ai prezzi indicati nell'articolo. 470 milioni di euro per ospitare i soliti 4 amici al bar e per qualche barbecue domenicale, sono troppi anche per un eventuale rincoglionito ex Presidente della ex URSS.

Va infatti ricordato che questo è e questo rimarrà Villa Certosa. I vincoli comunque insistenti su quel sito, decisi a suo tempo dalla sinistra, successivamente un tantino ammorbiditi dal Governo di destra Regionale, in quel Parco aleggeranno, probabilmente per sempre,come un fantasma in chiunque si sostituirà nella proprietà all'ex strapotente primo ministro di Arcore.

Intanto perché è chiaro a tutti che l'attuale Governatore, quattromori PdpiùElle, Ugo Cappellacci non è più in grado di garantire neppure la sua buonuscita da una Regione che non sa più a che santo votarsi per venir fuori dall'agonia permanente effettiva in cui il suo governo l'ha condotta.

Chiunque compri, comunque deve mettere nel conto che non potrà aggiungere un solo mattone in tutto il Parco. E con quel che c'è dentro di manufatti, anche con l'aggiunta del pacchianissimo vulcano e Ruttante, il mezzo miliardo di euro sono un'esagerazione anche per i nababbi del petrolio russo o ex Urss che dir si voglia. Ma gli scogli, e mai allocuzione risulta tanto appropriata, oltre quelli urbanistici, sono anche altri, ancora più vincolanti rispetto alle tinte più o meno fosche di governi, di destra e sinistra, fino ad conniventi e elusivi con il televenditore di Arcore e la sua dimora sardopatica.

Il primo mi riguarda personalmente.
Si tratta infatti del mio esposto-denuncia presentato circa un anno fa presso la Procura di Tempio Pausania. Sì quella stessa procura che si è distinta a livello "planetario" per il primo sequestro virtuale, al mondo, di immagini fotografiche mai viste e potenzialmente inesistenti. La mia denuncia circostanziata, nonché fotograficamente documentata ipotizza un abuso edilizio, e che abuso, di circa 3.000 metri cubi di scavi nei quali, l'ex Presidente Silvio Berlusconi, avrebbe realizzato un ambiente, verosimilmente, adibito a sala riunioni, sulla tipologia del cosiddetto Tempio di Salomone (massoneria).

Parliamo di camere da letto, ambienti con luci soffuse, bagni, vasca con idromassaggio e cabina di regia con telecamere dietro specchi del tipo "interrogatorio" da film u.s.a, discoteca, corridoi illuminati a led, sicuramente un ambiente dedicato a bar, ed un altro a cucina.

Tutto costruito, rigorosamente e senza alcuna licenza, sotto tonnellate di terra. Né la Procura di Tempio, né la Regione Sardegna tanto meno l'assessorato all'Urbanistica di Olbia, preposto ai doverosi controlli per le ristrutturazioni di questo tipo, hanno finora sentito il dovere civico di bussare al portone di Villa Certosa per chiedere spiegazioni e verificare la veridicità della mia denuncia e di quelle immagini. Potete scommetterci che non appena si presentasse il compratore Russo, i nostri baldi ispettore tecnici del Comune piuttosto che della Procura ritroverebbero gagliardi il senso del dovere civico insito nelle loro mansioni.

Altro scoglio: Villa Certosa è pertinenza Governativa. Con decreto del Ministro dell'Interno 6/05/2004 prot. n. 1004/100 - 1158 Villa Certosa ed il suo parco sono state "insignite" del titolo di pertinenza Governativa. Il governicchio Prodi-Dalema-Dini-Mastella succeduto a Berlusconi nel 2007 non ha mai cancellato quel decreto, e, tantomeno, nell'agenda del Governissimo Monti-Alfano-Bersani-Casini il decreto del 6/05/2004 è nell'agenda delle emergenze del loro cosiddetto Governo Tecnico.

Infine, sempre in via del tutto informale, sono in grado di testimoniare fotograficamente (vale a dire nell'unico modo in cui mi sono sempre permesso di "raccontare" il Presidente, Villa Certosa ed i suoi vizietti) che chiunque si permettesse di pagare così salato un sito, di pertinenza governativa, con mille vincoli e tanti abusi denunciati, anche se ancora non certificati dall'insulsa burocrazia sardo-gallurese, farebbe davvero un cattivissimo affare.

Le foto che infilo dentro queste mie riflessioni sono appena un assaggio di ciò che sono in grado di dimostrare visivamente (e lo farò tra qualche ora, sempre all'interno di questo mio blog extracomunitario). Esse testimoniano la catarsi di Madre Natura, nei confronti di un piccolo uomo che si è sempre creduto e proclamato invincibile, nella vita, nella politica e negli affari. Insomma, per farla breve, chi avrà la pazienza di seguirmi (lo consiglio vivamente anche a quelli della ex-URSS) vedrà che ho a disposizione un emeroteca con migliaia di foto che ritraggono quel "colabrodo" di Villa Certosa allagato ed impraticabile (anche per i bunga bunga prataioli).

Allagato dentro e fuori, e non per una sola volta, diventato in queste occasioni un inospitale acquitrino melmoso e maleodorante, grazie o per colpa (scegliete voi) di Giove pluvio. Ecco perché, sono convinto che tra il dire e l'incassare 470 milioni per quel sito, di proprietà della Idra Immobiliare, ci sia ancora una gran bella differenza...
Quella della Sola, come in Totò e Nino Taranto alla fontana di Trevi
Antonello Zappadu

 

BERLUSCONI-VILLA CERTOSAVILLA CERTOSA di BERLUSCONI ESERCITO CONTROLLA VILLA CERTOSAVILLA CERTOSAVilla certosaGLI ALLAGAMENTI DI VILLA CERTOSA FOTO ZAPPADU GLI ALLAGAMENTI DI VILLA CERTOSA FOTO ZAPPADU GLI ALLAGAMENTI DI VILLA CERTOSA FOTO ZAPPADU

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…