DEMOCRAZIA GRILLINA - PASSA LA LINEA CASALEGGIO E I DEPUTATI M5S, PER EVITARE L’ESPULSIONE, VOTANO ALL’UNANIMITÀ PER LA CONFERMA DI ILARIA LOQUENZI COME CAPO DELLA COMUNICAZIONE ALLA CAMERA - UNO VALE UNO MA IL PARA-GURU DI GRILLO VALE DI PIÙ…

Annalisa Cuzzocrea per “il Giornale”

 

beppe grillo casaleggio  marcia perugia assisi beppe grillo casaleggio marcia perugia assisi

Come fosse una decisione politica sofferta, come si parlasse dei destini del mondo, dell’euro e dell’ambiente, il Movimento 5 stelle si è riunito fino a tarda notte – ieri – alla Camera, per decidere di cambiare idea. E di dire sì alla permanenza di Ilaria Loquenzi a capo della comunicazione di Montecitorio,contraddicendo una decisione assunta a maggioranza appena qualche giorno prima.

 

CASALEGGIO CASALEGGIO

Protagonista della riunione, una lettera vergata Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e inviata al direttivo del gruppo in cui – senza fare ricorso alle minacce fatte girare nei giorni precedenti – si invitano i deputati a rivedere la loro decisione. E in cui, novità assoluta, il fondatore e il guru si mostrano «aperti a trovare soluzioni per i problemi sollevati». Che la situazione non fosse affatto tranquilla, e che la conferma della Loquenzi non fosse scontata, si capisce alle sette di sera quando Alessandro Di Battista torna in Transatlantico e cerca con gli occhi il presidente del gruppo Federico D’Incà.

Ilaria LoquenziIlaria Loquenzi

 

Scambiano parole tese, subito dopo il deputato romano si attacca al telefono. Un’ora prima, in cortile, riuniti a cerchio come una squadra che decide le tattiche da usare in partita, si erano confrontati parte del direttorio (Roberto Fico e Luigi Di Maio), il vicecapogruppo Giorgio Sorial, e poi i mediatori Daniele Del Grosso e Riccardo Fraccaro. È stata un’operazione delicata, rimediare al voto della settimana scorsa in cui 26 deputati contro 17 avevano bocciato la permanenza di Loquenzi a capo dello staff comunicazione, nonostante l’aperta blindatura arrivata da Milano.

 

Ci sono voluti un dialogo continuo e qualche minaccia, come quella di non ricandidare, o addirittura espellere, chi viola così apertamente una norma contenuta nel codice di comportamento: «La costituzione di due “ gruppi di comunicazione” sarà definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e scelta dei membri». È a questo che Grillo e Casaleggio si sono appellati nella lettera.

Roberto - Fico -foto-Corrieredelmezzogiorno-380x252Roberto - Fico -foto-Corrieredelmezzogiorno-380x252

 

Ed è di questo che - dopo la lettura della missiva - si è discusso ieri in assemblea trasformando come per incanto i no di qualche giorno prima in sì se non convinti rassegnati. Alla fine la ratifica passa all’unanimità con 76 voti (gli assenti erano stati richiamati in tutta fretta).

 

E con l’aggiunta di un particolare: la settimana scorsa si era votata una semplice proroga. Ieri la decisione è invece stata quella di confermare Ilaria Loquenzi - già portavoce della senatrice Paola Taverna - fino alla fine della legislatura. Un premio a una fedeltà silenziosa che sembra aver conquistato sia il capo politico che il cofondatore, che non avevano esitato in precedenza ad allontanare tanto Nicola Biondo dalla Camera che Claudio Messora dal Parlamento europeo.

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

Stavolta, le critiche alla comunicazione sono state vissute da Casaleggio come un affronto tanto grave quanto inaspettato, visto che - dopo l’uscita dei dissidenti- i 5 stelle in Parlamento erano convinti di aver risolto ogni contraddizione. L’ascesa del direttorio, la prevalenza di alcuni volti in tv, l’assenza di un coordinamento reale con tutti i deputati hanno invece creato nuove fratture. Che l’ennesimo diktat, per quanto morbido possa essere stato, potrebbe non essere in grado di sanare.

 

ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

 

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…