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“TRUMP? VINCERA’ LUI. LO DICE LA STATISTICA” - HELMUTH NORPOTH, DOCENTE DI SCIENZE DEL COMPORTAMENTO POLITICO: “SONO ELEZIONI SPECIALI. IL TYCOON SUSCITA SENTIMENTI ESTREMI’ - LA SCRITTRICE ERICA JONG: “LE BUGIE DI TRUMP RESTANO ATTACCATE. E A MOLTI PIACE LA SUA IGNORANZA”

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1. ERICA JONG: "DONALD, SESSISTA CHE PARLA DEL PASSATO PERCHÉ NON CONOSCE IL PRESENTE"

Testo raccolto da Paolo Mastrolilli pubblicato da “la Stampa”

 

Nel dibattito abbiamo visto un uomo, Trump, agitato, non preparato, e incapace di controllarsi. Interrompeva sempre, e il linguaggio del suo corpo non era presidenziale: sembrava un bambino malato di deficit dell' attenzione.

 

ERICA JONGERICA JONG

Clinton invece era calma e sapeva di cosa stava parlando. Se uno avesse guardato senza l' audio, avrebbe ricevuto questa impressione: un uomo nervoso, e una donna stabile e preparata.

 

Trump non conosce i fatti. Ha citato il generale McArthur, perché non sa neppure che Petraeus comandava le truppe in Iraq. Tutto ciò che dice viene dal passato, inclusa la denuncia dell' immigrazione messicana, un fenomeno avvenuto venti anni fa e ormai finito.

Anche il suo sessismo è apparso evidente. Quando un uomo interrompe una donna ogni volta che parla e non le lascia finire le frasi, è sessismo. Ha detto cose orribili sulle donne, il suo atteggiamento è come quello di Berlusconi. E' stato anche accusato di stupro.

TRUMPTRUMP

Trump poi ha fallito sui temi.

 

Sull' economia, i commerci, il lavoro, non sa neppure che la disoccupazione è scesa e i salari sono aumentati. Non legge nulla e quindi non sa nulla.

 

Sulla sicurezza nazionale non ha idea di cosa stia accadendo in Medio Oriente. L' accordo con l' Iran non è perfetto, ma ferma il programma nucleare per dieci anni e consente di risolvere altre questioni. Quanto all' Isis, è nata da al Qaeda, nell' Iraq prima sostenuto e finanziato da Bush padre, e poi invaso dal figlio.

 

Le ragioni per cui Trump non pubblica la dichiarazione dei redditi sono tre: non paga le tasse da anni, non è ricco, e usa la sua fondazione in maniera illegale. Dice che Putin è meglio di Obama perché vuole costuire in Russia e deve soldi alle banche russe. Non è un miliardario, ma il re dei debiti.

 

Quanto alla razza, mio suocero era amico di suo padre Fred, che era famoso per non volere i neri nei suoi edifici. Donald ha proseguito questa politica, discriminando gli afro americani. Per sanare le tensioni razziali invoca «legge e ordine», che sono parole in codice per perseguitare i neri.

 

NORPOTH 1NORPOTH 1

I sondaggi dicono che i due candidati sono vicini, però Hillary è avanti nel collegio elettorale. La maggioranza degli spettatori dice che Clinton ha vinto il dibattito, ma è presto per giudicare l' effetto. Non penso sia un punto di svolta, perché le bugie di Trump ripetute all' infinito restano attaccate, e a molti piace la sua ignoranza. La gente però ha visto un uomo non presidenziale, che si comporta come un bambino, e non è adatto alla Casa Bianca.

 

 

 

2. HELMUTH NORPOTH: VINCERA’ TRUMP. E’ QUESTIONE DI STATISTICA

An.Lo per “la Repubblica”

 

«Lo dicono i numeri: vincerà Trump. È una questione di statistica. Che, lo dico senza alcun coinvolgimento ideologico, nel 2016 va dalla parte del candidato repubblicano ». Helmut Norpoth insegna Scienze del comportamento politico all’Università di Stony Brook (New York).

 

Il suo “Primary Model”, il modello statistico che ha elaborato con i suoi studenti, non è l’unico che quest’anno assegna la vittoria a Trump: ma è quello che gli attribuisce il margine più ampio. «Confermo. Secondo i miei calcoli “The Donald” ha l’87 per cento di possibilità di diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti».

 

Ne è convinto anche all’indomani del dibattito?

«Ho fede nel mio modello. Si basa sullo studio di 100 anni di elezioni a partire dal 1912, lo applico dal 1996 e per le scorse cinque elezioni ha funzionato. È vero, Hillary è andata meglio. Ma una cattiva performance al primo dibattito non vuol dire essere già sconfitti. Ricordate Obama nel 2012 contro Romney? Il primo andò male: vinse lo stesso le elezioni. In favore della mia previsione, invece, ci sono diversi fattori statistici concreti».

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Ce li può spiegare?

«Si basa su due fattori: i numeri di voti ottenuti alle primarie iniziali, da sempre importanti per capire come vanno le cose alle presidenziali di novembre: Trump, che aveva più rivali di Hillary, è andato meglio.

E poi c’è l’electoral pendulum, quel pendolo elettorale che questa volta propende deciso per i repubblicani».

 

Questione d’alternanza? Ci sono casi in cui il pendolo è stato smentito...

«In genere non è difficile che il partito già alla Casa Bianca vinca un secondo termine. Ma ottenere il terzo è sempre stato più complesso, e finora molto ha sempre dipeso da come veniva vinto il secondo mandato.

 

Per fare un esempio concreto, Reagan sconfisse Carter nel 1980 superandolo di circa 10 punti e trionfò alle elezioni del 1984. Questo giocò a favore di George H.W. Bush nel 1988. Ma Obama nel 2012, pur rieletto, vinse con un margine dimezzato rispetto alla vittoria del 2008. E questa, per Hillary, è una pessima notizia».

 

E se il modello, questa volta, fallisse?

trump e clintontrump e clinton

«Il fattore emotivo può cambiare fino all’ultimo le cose. Ma se pure Hillary dovesse vincere le elezioni, non penserò che è il mio modello statistico a essere sbagliato. Semmai che queste sono elezioni speciali: un candidato come Trump suscita sentimenti estremi». 

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