armin laschet olaf scholz mario draghi

IL VINCITORE DELLE ELEZIONI TEDESCHE È DRAGHI - LA FRAMMENTAZIONE POLITICA IN GERMANIA EMERSA DAL VOTO DI IERI È UN ASSIST PER L’ITALIA. COMPLICE LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE PRESIDENZIALI IN FRANCIA, “MARIOPIO” È L’UNICO LEADER IN GRADO DI PRENDERE LE REDINI DELL’UE – L’EX PREMIER FRANCESE MANUEL VALLS: “FRANCIA E ITALIA HANNO UN RUOLO CRUCIALE DA GIOCARE. MACRON E DRAGHI AVRANNO UNA RESPONSABILITÀ PARTICOLARE PER METTERE IN SICUREZZA L'UE”

olaf scholz

1 - LO STALLO DELLA GERMANIA È UN ASSIST PER L'ITALIA LA UE GUARDA A DRAGHI

Marco Conti per "il Messaggero"

 

Ora bisogna armarsi di santa pazienza osservando soprattutto i fattori esterni che a Berlino possono condizionare i negoziati per la composizione del governo. L'alleanza Giamaica (Cdu, Verdi e liberali) è quella preferita dagli imprenditori e dai mercati, ma il boccino sembra essere per ora nelle mani del socialista Olaf Scholz che rivendica la Cancelleria (non solo lui, per la verità).

 

armin laschet e angela merkel 2

L'attuale vice-cancelliere e ministro delle Finanze, seppur di misura, è davanti nelle proiezioni presentandosi come l'erede naturale della Merkel anche se in campagna elettorale ha sostenuto che intende affrontare il pesante deficit infrastrutturale che grava sul Paese.

 

draghi merkel

Una conseguenza della linea merkeliana dell'austerity e che contribuisce a spiegare anche il sì tedesco al Next Generation Ue. Tempi lunghi si prevedono a Berlino che ma anche spazi che si aprono soprattutto in Europa per l'Italia di Mario Draghi. Anche perché, qualunque sia l'esito finale della trattativa, le elezioni di ieri non hanno impalmato un leader vero, ma hanno segnato un pareggio tra due segretari di partito che potrebbero essere costretti a cedere spazi a chi è arrivato terzo o quarto.

 

mario draghi con emmanuel macron 6

Sul ruolo di Mario Draghi è intervenuto ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando alla trasmissione In Mezz' ora: «C'è una grande aspettativa verso l'Italia, testimoniata anche dai dati economici. Non la possiamo deludere, e credo che Draghi non la deluderà perché in questo momento ai tavoli europei l'Italia ha molto da dire e può fare molto per tutta l'Europa soprattutto con l'uscita di scena di Angela Merkel in Germania».

 

armin laschet dibattito tv

Con i tedeschi alla prese con il rebus del governo e i francesi quasi in campagna elettorale per eleggere a primavera il nuovo presidente della Repubblica, l'Italia assume - seppur per sottrazione - un peso che la presenza di Draghi a Palazzo Chigi rende evidente. Due le questioni più urgenti sui tavoli di Bruxelles e due le maggioranze che a Berlino potrebbero favorire o complicare una possibile soluzione.

 

La prima, in ordine di tempo, è quella della difesa comune europea sulla quale la campagna elettorale in Germania si è poco cimentata e che potrebbe essere favorita dalla presenza nel governo della Cdu-Csu e dei liberali. Ma è soprattutto sull'altra e non meno spinosa questione della possibile revisione del patto di stabilità che si ribaltano le posizioni di liberali e verdi.

 

IL PAREGGIO

Achim Post Diederik Samsom Pedro Sanchez Matteo Renzi Manuel Valls

Il via libera al Recovery Plan rappresenta per molti la migliore eredità di Angela Merkel, ma che non si sia trattato di un gesto di generosità lo si è compreso qualche giorno fa quando il falco liberale Christian Lindner ha spiegato che «se i debiti sono per investimenti se ne può parlare».

 

E' la conferma che dopo 16 anni di Markel e di schwarze null, il magico zero nero, anche a Berlino si avverte la necessità di iniziare una nuova stagione di crescita e riforme e che servono soldi, tanti soldi. Ovviamente per le decisioni di fondo occorrerà attendere Berlino, ma a Bruxelles la discussione su cosa fare del patto di stabilità - sospeso sino alla fine del 2022 - è già iniziata e dà per scontato il pilastro che rende comune il debito se fatto per investimenti, soprattutto green.

OLAF SCHOLZ ANGELA MERKEL

 

Per un Paese che ha detto addio al nucleare e si alimenta ancora con il carbone è ovvio che il fattore clima sia stato al centro della campagna elettorale. I Verdi di Annalena Baerbock hanno compiuto un grande balzo in avanti e sono ora corteggiatissimi sia dall'Spd che dalla Cdu, ma chiedono investimenti oltre che posti chiave nel nuovo esecutivo.

 

olaf scholz nel 1984

Grande attenzione ai bilanci, al cambiamento climatico, ma dibattito assente in campagna elettorale anche su un altro tema sul quale sia Roma che Parigi si sono già favorevolmente pronunciati anche a seguito del disastro afghano. Ovvero l'avvio di un embrione di difesa comune in grado di dare all'Europa quel ruolo politico e militare che sinora ha sempre evitato di assumere per una serie di retaggi storici e gelosie. La tedesca Ursula von der Leyen - presidente della Commissione Ue - ha rilanciato il progetto, ma sinora Berlino ha taciuto.

 

manuel valls

2 - VALLS "NEI PROSSIMI MESI SPETTERÀ A DRAGHI E MACRON METTERE IN SICUREZZA LA UE"

Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”

 

 

«Nella lunga transizione politica che si è aperta in Germania ieri sera, Francia e Italia hanno un ruolo cruciale da giocare». Dopo il big bang provocato dal voto tedesco, l'ex premier francese (socialista) Manuel Valls è convinto che nei prossimi mesi il futuro dell'Europa passerà da Parigi e Roma.

 

 «Il post-Merkel comincia con un vuoto nella leadership europea » argomenta Valls che molti ricordano nella "foto delle camicie bianche" con Matteo Renzi e Pedro Sanchez, simboli di una nuova sinistra di governo.

 

Chi riempirà questo vuoto?

olaf scholz alle urne

«Entriamo in una terra incognita. Anche dopo che ci sarà finalmente un cancelliere e una coalizione di governo non è certo che la Germania ritrovi il peso specifico conquistato di Angela Merkel sulla scena europea e mondiale. In questa fase la leadership dell'Ue passa a Emmanuel Macron e Mario Draghi, alla guida di paesi fondatori. I due leader avranno una responsabilità particolare per mettere in sicurezza l'Ue che resta un edificio fragile».

mario draghi con emmanuel macron 5

 

(…) Che cosa possono fare concretamente Macron e Draghi in questo scenario post-Merkel?

«Hanno un ruolo politico essenziale per difendere le basi del modello europeo, che è un modello di civiltà unico al mondo. Vediamo che aumentano le minacce contro l'Europa, schiacciata nel gioco tra grandi potenze. In questo senso è anche importante elaborare una visione strategica e dare un'accelerazione allo sviluppo di una Difesa comune. I prossimi mesi saranno decisivi ma l'incertezza a Berlino peserà e non dimentichiamoci che in un orizzonte non lontano anche Francia e Italia hanno appuntamenti elettorali».

mario draghi angela merkelmario draghi con emmanuel macron 1angela merkel armin laschet al bundestag mario draghi emmanuel macron a marsiglia con lo chef del ristorante petit nice emmanuel macron e mario draghi al g7angela merkel e olaf scholz,

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…