mattarella

1. L’UNICO A VINCERE IERI E’ STATO MATTARELLA E IL PARTITO DEL COLLE PER IL GOVERNISSIMO - NESSUNO, AL MOMENTO, HA CENTRATO IL PROPRIO OBIETTIVO: DI MAIO PUNTAVA AD ATTIRARE A SÉ MATTEO SALVINI PER DIVIDERLO DA FORZA ITALIA; IL LEADER LEGHISTA IMMAGINAVA DI COSTRUIRE UN' INTESA CON IL MOVIMENTO 5 STELLE A NOME DI TUTTO IL CENTRODESTRA - BERLUSCONI HA MESSO IN TRAPPOLA I DUE MEZZI VINCITORI, SALVINI E DI MAIO, CHIEDENDO CHE NE RICONOSCESSERO IL RUOLO; IL PD HA DECISO DI FARE UN PASSO INDIETRO PER NON...

MATTARELLA

Maria Teresa Meli e Francesco Verderami per il Corriere della Sera

 

L' unico a vincere ieri è stato Mattarella, perché la difficoltà dei partiti a chiudere un' intesa sulle presidenze delle Camere è la plastica dimostrazione della sua tesi, che si tradurrà nello schema con cui avvierà le consultazioni: le urne non gli hanno consegnato un vincitore, dunque nessuno potrà salire al Colle e rivendicare il mandato in virtù del voto.

 

A parte il fatto che prima del rito al Quirinale andrebbero elette le due cariche istituzionali, e ancora ieri non si è riuscito a far quadrare il cerchio. Il problema è che le poltrone di Montecitorio e palazzo Madama sono inevitabilmente legate agli equilibri di governo.

 

 

E ognuno ha (e fa) il suo gioco: Di Maio puntava ad attirare a sé Salvini per dividerlo da Forza Italia; Salvini immaginava di costruire un' intesa con il Movimento a nome di tutto il centrodestra; Berlusconi voleva piegare i grillini chiedendo che ne riconoscessero il ruolo; il Pd ha deciso di fare un passo indietro per non spaccarsi prima del previsto.

matteo salvini al mare 5

Nessuno al momento ha centrato il proprio obiettivo.

 

Però la scelta dei democrat può avere un peso sull' esito della sfida per le presidenze: votare scheda bianca può indirettamente agevolare al Senato l' elezione del forzista Romani e mettere in difficoltà i grillini che vorrebbero la Camera, riaprendo i giochi sulla terza carica dello Stato. Di questo hanno discusso ieri i plenipotenziari di Berlusconi e Renzi: Gianni Letta e il ministro Lotti. L' idea era verificare se davvero esistesse un patto ormai tra Movimento e Lega con l' intento di farlo saltare.

 

Ma il capo del Carroccio, sciogliendo la riserva sulla candidatura di Romani - tenuta in stand-by al vertice con il Cavaliere avvenuto a pranzo - ha fatto capire che non intende rompere la coalizione: il suo interesse è egemonizzarla. La mossa però non ha dissolto del tutto i sospetti dei forzisti, che ieri pomeriggio avevano chiesto l' allineamento delle votazioni tra Camera e Senato, perché - siccome a palazzo Madama gli scrutini saranno più lenti - temevano una successiva imboscata a Montecitorio, senza avere più strumenti per difendersi.

 

silvio berlusconi forza italia

Salvini resta comunque convinto che sia necessario assegnare uno scranno istituzionale ai grillini e rigetta l' ipotesi - avanzata da Berlusconi - di destinarne uno al Pd. Anche perché teme ciò che aveva spiegato al Cavaliere: «Se noi li tenessimo fuori, i Cinque Stelle potrebbero offrire il Senato al Pd, batterci al ballottaggio e poi prendersi la presidenza di Montecitorio».

 

Il leader di Forza Italia però sa che una simile operazione verrebbe stoppata da Renzi, che ha la golden share del gruppo dem a palazzo Madama. E siccome Di Maio non offrirebbe mai il Senato a un esponente vicino all' ex segretario del Pd, a scrutinio segreto il blitz fallirebbe.

 

RENZI MARTINA

Si vedrà se al Senato verrà eletto Romani, che ieri era preoccupato di venire impallinato. Qualora ci riuscisse e intanto non si fosse raggiunto un compromesso alla Camera con il Movimento, sarebbero i grillini a rischiare. E i tentativi di abbordare i democratici sono la prova delle loro difficoltà. «Azzerata» la mediazione tra Di Maio e Salvini, il leader della Lega potrebbe tentare di coprire il fallimento della sua operazione con i Cinque Stelle, conquistando la presidenza per un suo esponente: Giorgetti. Ma sarebbe complicato trovare i voti nel Pd.

gianni letta e berlusconi

 

Montecitorio rischia di essere l' altare su cui verrebbero sacrificate le aspirazioni di chi si proclamava «vincitore», sebbene M5S e Lega continuino a crescere nei consensi e a espandersi sul territorio. Ma è nel Palazzo che ora si devono misurare, e visto quanto sta accadendo sulle presidenze, non è difficile immaginare cosa succederà quando si dovrà discutere di governo. Con Renzi che esclude già da ora qualsiasi ipotesi fantasiosa che coinvolga il Pd non ci sono schemi alternativi. Perciò il Cavaliere è preoccupato: più delle cariche istituzionali, gli interessa la nascita di un governo non ostile alla vigilia di tornanti decisivi per le sorti delle sue aziende.

renzi mattarella

 

 

mattarella napolitano

 

GRILLODi Maio Mattarella

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