VORA-GINI DI DISEGUAGLIANZA NELLA CLASSE MEDIA

Giuliana Ferraino per il "Corriere della Sera"

Fino a pochi anni fa il coefficiente di Gini era un indicatore usato soprattutto per mostrare le disuguaglianze nei Paesi del Sud America, come Cile e Brasile. Dopo la crisi economica e finanziaria cominciata nel 2007, però, viene usato sempre più spesso come termometro del malessere sociale e dell'impoverimento della classe media dei Paesi avanzati.

Il Nobel Joseph Stiglitz ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia (e un libro) per denunciare le disparità crescenti negli Stati Uniti. E nel nostro Paese il tema è stato rilanciato dal Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo che, ispirandosi all'economista americano, mette tra gli obiettivi prioritari del suo programma economico la diminuzione delle disuguaglianze partendo dall'affermazione che in Europa l'Italia è il Paese con più asimmetrie.

Un'esagerazione? Se la ricetta dei grillini per curare il problema è opinabile, l'affermazione è sostanzialmente vera, purtroppo. Non solo il coefficiente di Gini in Italia è sopra la media Ue, ma dal 2008 in poi è tornato a crescere e oggi risulta più alto dei grandi Paesi vicini con cui siamo soliti confrontarci, come Francia e Germania. Senza parlare della distanza notevole che ci separa dai Paesi scandinavi, che sono invece i più egualitari del pianeta.

Ma come funziona esattamente? Il coefficiente deve il suo nome allo statistico italiano Corrado Gini che lo introdusse per misurare la disuguaglianza di una distribuzione, quindi anche la concentrazione del reddito e della ricchezza. È una scala che va da 0 a 1. Zero significa che non ci sono disparità e tutti sono uguali; 1 indica che una sola persona prende tutto, perciò la disuguaglianza è massima. Talvolta (grafico sopra) si preferisce usare la scala da 0 a 100, ma la sostanza non cambia.

Ecco i numeri. In Italia il coefficiente di Gini nel 2011, secondo gli ultimi dati pubblicati a metà febbraio da Eurostat, era pari a 31,9, oltre un punto percentuale il valore della media dei 27 Paesi Ue (30,7). In Germania era pari a 29, in Francia a 30,8. Ma osservando la serie degli ultimi dieci anni si scopre come la crisi economica e finanziaria, portando alta disoccupazione e pesanti misure di austerità, abbia influito anche nella distribuzione del reddito e rappresentato un'inversione di tendenza.

Dal 2004, quando l'indice italiano segna un valore del 33,2, il coefficiente di Gini diminuisce progressivamente, anno dopo anno, fino al 2008, quando scende fino a quota 31. Poi dal 2009, in piena crisi, invece torna a crescere.

La tendenza è ancora più impressionante in Francia, che allo scoppio della crisi, nel 2007 presenta un coefficiente di Gini pari a 26,6. L'anno dopo l'indicatore balza a 29,9 per poi crescere fino a 30,8 nel 2011.

Anche la Germania, che con il suo «socialismo di mercato» è sempre stata considerata tra i Paesi più attenti alla distribuzione del reddito nell'Europa continentale, paga pegno. Il trend tedesco però ha tempi sfasati con il resto d'Europa. L'annus horribilis è il 2007, quando il suo coefficiente di Gini raggiunge quota 30,4 (era 26,1 nel 2005). Ma torna a scendere anno dopo anno, anche se nel 2011 resta a 29.

Stanno peggio i Paesi più colpiti dalla crisi, come Spagna (34), Portogallo (34,2) e Grecia (33,6), ma già partivano da disuguaglianze più marcate. Come il Regno Unito, ad esempio, che nonostante la crisi oggi presenta un po' meno disuguaglianze del 2002. I Paesi più egualitari si confermano Svezia (24,4) e Finlandia (25,8), mentre la Norvegia (che non fa parte della Ue) fa ancora meglio (22,9).

Ma gli ultimi anni di crisi hanno segnato un peggioramento della distribuzione del reddito anche a Stoccolma, che peggiora di oltre due punti rispetto al valori del 2002. Un caso a parte è la Lettonia, la piccola repubblica baltica che nei giorni scorsi ha chiesto di entrare nell'Eurozona, nel 2006 aveva il più alto coefficiente di Gini in Europa, pari a 39,2. Nel 2011, a dispetto della crisi, è riuscita a scendere a 35.4.

E il resto del mondo? Il record della disuguaglianza, secondo le statistiche più aggiornate della Banca mondiale e dall'Ocse, spetta a Paesi come il Sud Africa che, dopo l'abolizione dell'apartheid, presenta un coefficienti di Gini di oltre 60 punti. O il Brasile che, nonostante le politiche di Lula, ha ancora molta strada da fare visto che il suo indicatore è superiore a 50 punti. O la Nigeria. La cosa più sorprendente, però, è che gli avanzati e tecnologici Stati Uniti hanno un coefficiente di Gini oltre lo 0,4, in aumento e sempre più vicino a quello cinese (0,47 per il 2012 secondo Pechino).

 

POVERTAPOVERTA'povert crisi economica

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…