ASSURDISTAN, ITALIA - NON CI SONO SOLO I COMMENTI ACIDI SUL GOVERNO BERLUSCONI DEI DIPLOMATICI USA, ASSANGE SOGNA DI METTERE LE MANI E RENDERE PUBBLICI GLI ARCHIVI SEGRETI DEL BELPAESE – A PARTIRE DAL VATICANO: “DUEMILA ANNI DI UNA MONARCHIA ASSOLUTA, LE GERARCHIE ECCLESIASTICHE RESISTEREBBERO A WIKILEAKS?” – PER FINIRE SUGLI ANNI DI PIOMBO: “LE STRAGI IN CUI HANNO PERSO LA VITA CENTINAIA DI ITALIANI SONO AVVOLTE NEL MISTERO DOPO 40 ANNI”…

Estratto dalla prefazione di Julian Assange al libro "Dossier WikiLeaks. Segreti italiani" di Stefania Maurizi, giornalista del settimanale "L'Espresso"

Niente sembrava poter scalfire il muro di segreti che nasconde gli affaracci di banche e multinazionali, i crimini di eserciti che uccidono senza rendere conto a nessuno, il potere di sette religiose capaci di plagiare milioni di persone.

Molti pensano a noi come al prodotto di una rivoluzione tecnologica. È vero. Senza Internet, non esisteremmo neppure. Ma l'essenza di WikiLeaks è qualcosa di profondamente connaturato nell'uomo: è il desiderio di arrivare a scoprire la verità e di obbligare chi ha il potere a risponderne, senza potersi nascondere dietro il segreto. Noi siamo convinti che non ci sia democrazia laddove ci sono archivi pieni di verità inconfessabili.

Negli ultimi cinque anni abbiamo subito attacchi micidiali. Per proteggere il nostro staff e le nostre infrastrutture, abbiamo rilasciato una serie di file criptati che sono la nostra assicurazione. Se dovesse accaderci qualcosa di veramente grave, tale da compromettere la capacità di pubblicare i documenti che abbiamo in mano, diffonderemo le password necessarie per aprire quei file.

Abbiamo sentito opinionisti di destra della Fox di Rupert Murdoch invitare gli ascoltatori dal grilletto facile - che, purtroppo, in America non mancano - "a sparare a quel figlio di puttana [di Assange]", ma abbiamo anche sentito intellettuali liberal liquidarci come degli estremisti irresponsabili.

Quella che ad oggi risulta non pervenuta è una forte presa di posizione da parte dei media e delle élite colte contro la dilagante segretezza in cui stanno affondando le democrazie occidentali. Secondo l'Information Security Oversight Office, che supervisiona le politiche di secretazione e desecretazione nel governo e nell'industria Usa, nel 2010 i costi del segreto di stato in America hanno raggiunto i 10,17 miliardi di dollari, una cifra che non include le spese per le agenzie di intelligence (Cia, Nsa, Nga, ecc.), che nessuno conosce perché sono riservate.

Neppure la pubblicazione di Collateral Murder è stata una sveglia per quei liberal che ci accusano di avere un'agenda irresponsabile. In quel video si vedeva un elicottero americano Apache che a Bagdad sterminava civili innocenti, tra cui due giornalisti dell'agenzia internazionale Reuters. Fin dal giorno dell'attacco, Reuters aveva cercato di ottenere una copia di quel documento, ma, nonostante tutti i mezzi e i contatti, non c'era riuscita. Non è un'esagerazione dire che, senza il coraggio della fonte che ci ha fatto filtrare quel video, sarebbe stato impossibile scoprire la verità su quella strage in tempi ragionevoli.

Oggi la nostra lista dei desideri continua a essere lunghissima. E c'è anche l'Italia. Chi non vorrebbe mettere le mani sugli archivi del Vaticano? Duemila anni di segreti di una monarchia assoluta di ottocento abitanti, che influenza le vite di un miliardo e trecento milioni di persone nel mondo. Immaginiamo di poter riversare l'intero archivio in un database elettronico ricercabile per parole chiave: le gerarchie ecclesiastiche sopravviverebbero a questo "megaleak"?

Sull'Italia, una delle prime "soffiate" che abbiamo ricevuto è stato un file audio che ricostruiva il presunto ruolo dei servizi segreti nella crisi dei rifiuti di Napoli. Era un documento che rivelava dettagli inquietanti su uno scandalo che aveva fatto il giro del mondo. Per questo nell'agosto del 2009 lo consegnammo a Stefania Maurizi de l'Espresso, che alcuni mesi prima aveva iniziato a interessarsi al nostro lavoro.

Poi la collaborazione è andata avanti e anche i cablo della diplomazia americana hanno fatto emergere storie importanti. In uno dei cablogrammi, l'ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, mette nero su bianco il suo giudizio sul controverso premier, Silvio Berlusconi. "Ha danneggiato la reputazione dell'Italia in Europa", scrive il diplomatico al Segretario di Stato, Hillary Clinton, "e ha dato un tono disgraziatamente comico alla reputazione del Paese in molti settori del governo americano". Eppure Washington continua a supportarlo, perché l'Italia di Berlusconi "rimane un posto eccellente per fare i nostri affari politici e militari", mentre all'estero è sempre più percepita come un Assurdistan.

Negli ultimi mesi ci siamo resi conto di avere un forte supporto anche in Italia, dove il Quarto Potere sembra essere messo molto male. Secondo la classifica della Freedom House, nel 2011 perfino la Serbia e il Benin hanno superato Roma in materia di libertà di stampa e, insieme con la Bulgaria e la Romania, l'Italia rimane l'unica nazione europea ad avere una stampa solo "parzialmente libera".

Lavorando con Stefania Maurizi, abbiamo saputo che tra gli Anni '60 e '90 il paese si è ritrovato al centro di trame oscure, che hanno ordinato stragi in cui hanno perso la vita centinaia di cittadini italiani. Quaranta anni dopo, quei massacri restano avvolti nel mistero, perché i documenti segreti sono ancora off limits. Non è difficile immaginare i ricatti e gli scambi inconfessabili fioriti all'ombra di quegli archivi, che hanno seriamente minato la democrazia italiana.

Molti dei nostri sostenitori guardano a WikiLeaks come a una sorta di deus ex machina, che può far piazza pulita della segretezza che minaccia le democrazie e ingrassa i regimi. Non abbiamo la bacchetta magica. Ma lavoriamo per concretizzare un sogno. E quando si fa quello che si predica, altre persone si aggregano e supportano la lotta. Molti condividono i nostri valori e ci hanno aiutato. Il coraggio è contagioso. Anche nell'Assurdistan.

 

JULIAN ASSANGEwikileaks-assangeJULIAN ASSANGEVaticanoRatzinger nel vento usticaSilvio Berlusconi strage bologna

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…