WOODCOCK ATTACK! IL TESTE CHIAVE SULLA “COMPRAVENDITA” DEI POLITICI DA PARTE DEL BANANA SAREBBE FINI

Conchita Sannino per "la Repubblica"

Due, parallele "campagne acquisti" in Parlamento, datate 2007 e 2010. Missioni distinte per le modalità impiegate e per i "registi" incaricati. E due elenchi di presunti "traditori" ricoperti di gratitudine dall'entourage berlusconiano. Ad esempio.

C'era anche il diniano di ferro ed ex della Margherita Giuseppe Scalera - come già racconta a verbale l'ex faccendiere "pentito", Arcangelo Martino - tra i senatori che nel 2007 furono remunerati perché impallinasse con la sua astensione in aula il governo Prodi?

E tre anni dopo, nel 2010, quali utilità e vantaggi avrebbero ottenuto Catia Polidori, Grazia Siliquini e Luca Barbareschi del Fli per aver drasticamente voltato le spalle, in circostanze diverse, al presidente Gianfranco Fini?

Scalera, Siliquini e Polidori al momento non risultano indagati. Ma toccherà alle Procura di Napoli e Roma separare le semplici illazioni da eventuali evidenze e ricostruire i "patti scellerati" che hanno inquinato la dialettica parlamentare della Repubblica.

Il primo atto sarà l'udienza preliminare fissata per il 19 luglio a Napoli: il giudice Amelia Primavera dovrà decidere sulla richiesta di patteggiamento ad un anno e otto mesi per il senatore reo confesso Sergio De Gregorio ("comprato" con 3 milioni di euro), in aula non è escluso possa comparire anche l'imputato Silvio Berlusconi, difeso dagli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, oltre al coimputato Valter Lavitola.

Si scriverà la prima pagina sulla corruzione che deviò il corso del governo Prodi. Un filone che non è estinto, né all'ombra del Vesuvio, né a Roma. Spuntano nomi. Affiorano squarci di vecchie votazioni. Emerge anche un interrogatorio, rimasto inedito, di Gianfranco Fini, sentito a Napoli come testimone.

È il 5 aprile. Fini non è più parlamentare, chiede riserbo. Entra nella caserma della Finanza, sentito dai pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock che guidano l'inchiesta sull'"Operazione Libertà" con i colleghi Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio. Negli uffici del Nucleo di Polizia tributaria guidato dal colonnello Nicola Altiero, Fini parla di Valter Lavitola, dell'operazione "casa di Montecarlo" e non si sottrae, a fine verbale, a riflessioni sulla sorpresa che gli provocò il voto di alcuni dei suoi in quel dicembre 2010.

Dice, in sintesi, Fini: del coinvolgimento di Lavitola nella storia di Montecarlo, e della lettera sequestrata nel computer dell'avvocato Carmelo Pintabona con cui l'ex direttore de
L'Avanti! ricattava l'ex premier Berlusconi, l'ex presidente della Camera apprese «dalle agenzie, prima di entrare in una trasmissione televisiva» (disse di getto: «Berlusconi è un corruttore, e ora mi quereli»).

Quanto al coinvolgimento del presidente panamense Ricardo Martinelli, aggiunge Fini, «vi rimando a un capitolo del libro di Italo Bocchino, "Una storia di destra"», in cui il suo ex delfino racconta di essere stato avvicinato da una fonte del Pdl che gli spiffera che dietro l'operazione "Montecarlo" c'è l'aiuto «di Martinelli».

Bocchino e Fini se la ridono: pensano al deputato di An Marco Martinelli. Ma il versante che costa di più a Fini, al di là dei verbali, è quello che riguarda il voto di fiducia del 14 dicembre 2010, in cui le due parlamentari Fli, Catia Polidori e Grazia Siliquini, votarono a favore di Berlusconi. Era notte, la vigilia di quel voto, quando la Polidori, tesissima, rimase
chiusa in stanza con Fini e Bocchino. Lei poi votò contro Fli, come la Siliquini. La prima diventò viceministro, dopo.

La seconda fu nominata nel Cda delle Poste: ma la Siliquini si aspettava di diventare presidente delle Poste, ci rimase male e tornò in parlamento. Guarda caso, era lo stesso Cda delle Poste citato da Lavitola nella sua lettera del ricatto: «Berlusconi (...), ho ottenuto da lei che la Ioannucci andasse al Cda delle Poste». Due campagne, due registi. Nella prima, agiva lo spregiudicato Lavitola con capitali cash. Nella seconda, il più accorto Verdini. Il resto, è ancora da scrivere.

 

WOODCOCKGIANFRANCO FINI jpegMARIA GRAZIA SILIQUINIBERLUSCONI E SILIQUINI DA CORONA STARSLuca Barbareschi Sergio de gregorio

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…