luca zaia andrea crisanti

ZAIA E LE INTERCETTAZIONI SU CRISANTI: “IO AL TELEFONO CONTRO DI LUI? NON PARLAVO CON UN SICARIO” – IL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO RISPONDE ALLE ACCUSE DI ANDREA CRISANTI, CHE HA CHIESTO LE SUE DIMISSIONI DOPO LA DIFFUSIONE DELLE INTERCETTAZIONI DELL’INCHIESTA SUI TEST RAPIDI IN VENETO. “IL PROFESSORE HA DISTRIBUITO AI GIORNALISTI I MESSAGGI CHE MI SCAMBIAVO CON LUI. CRISANTI CI ACCUSA DI AVER FATTO TAMPONI TROPPO RAPIDI MA LE CARTE DICONO CHE AVEVAMO RAGIONE”

Marco Cremonesi per il Corriere della Sera

 

Presidente, ci aiuti a capire partendo dall'inizio. Quando ha conosciuto Crisanti?

«Direi sette o dieci giorni dopo il 21 febbraio 2020, il giorno in cui è partito il focolaio di Vo' euganeo. Prima di allora non l'avevo mai incontrato, sentito o conosciuto».

LUCA ZAIA ANDREA CRISANTI

Luca Zaia interviene sulla polemica con il microbiologo Andrea Crisanti, oggi senatore del Pd, ma dal settembre del 2019 direttore del laboratorio di microbiologia di Padova. Una polemica che vede sotto inchiesta i dirigenti regionali Patrizia Simionato e Roberto Rigoli per un esposto dello stesso Crisanti.

 

Ma quindi Crisanti a Vo' euganeo c'era o non c'era?

«Alla riunione del 21 febbraio 2020, no»».

 

Ma chi ha deciso, allora in quel caso?

«Io quella sera, sulla base di quel paziente, poi diventato il primo morto in Italia, ho deciso in totale autonomia e contro le linee guida dell'Oms che prevedevano il tampone solo per i sintomatici, di fare il tampone a tutti e 3.500 abitanti di Vo' e di chiudere il Comune con la zona rossa».

 

Se Crisanti allora non c'era, come entra nella vicenda?

«Il professor Crisanti mi chiama dopo una settimana circa, si presenta e mi dice, testuale: "Lei ha creato le condizioni per qualcosa che non esisteva, la chiusura del Comune e i tamponi. Mi finanzierebbe i tamponi a fine quarantena, allora di quindici giorni, che così ci faccio uno studio?". E io così ho fatto».

 

E allora, come mai il rapporto si è degradato?

anticipazione del servizio di report su zaia e crisanti 2

«Parlo con dispiacere di questa vicenda, perché il professor Crisanti l'ho coinvolto e ci ho creduto, è un professionista. Il problema è che si sono susseguite polemiche, dichiarazioni forti. Il tutto, puntualmente, sui giornali. Il che, piano piano ha deteriorato la serenità nella squadra. Ha anche distribuito ai giornalisti dei messaggi tra me e lui».

 

Cosa avrebbe dovuto fare?

«Guardi che lui è stato nominato fin da subito nel Comitato tecnico scientifico per il Covid che riunisce i più autorevoli esponenti della sanità, accademici e non. Lui avrebbe potuto benissimo parlare in quella sede. Anche come luogo di confronto».

 

Crisanti però in più occasioni vi ha accusato di aver fatto troppi tamponi rapidi...

«Mi perdoni. Noi siamo la comunità che più ha fatto tamponi nella storia. Certo, i tamponi molecolari sono il gold standard. Siamo arrivati a farne 23 o 24 mila al giorno, con uno stress altissimo per tutta la macchina».

 

anticipazione del servizio di report su zaia e crisanti 3

Ma perché allora avete usato i tamponi rapidi?

«Ora, io dico... Avessimo avuto la possibilità di fare i molecolari per tutti, non c'era questione. In un giorno che prendo a caso, abbiamo fatto 24.832 test molecolari e 164.189 tamponi rapidi. E abbiamo trovato 13.094 positivi. Io dico: se tu hai 10 persone in acqua e solo tre salvagenti, agli altri butti una tanica, una corda, quello che hai. Che poi, attenzione: è quello che hanno fatto tutti».

 

Mi scusi: ma i tamponi rapidi erano certificati?

«Assolutamente sì, dalle autorità nazionali e internazionali. E sono peraltro quelli che in Italia abbiamo usato tutti».

 

E la vostra mortalità rispetto alle altre regioni?

«Le rispondo con un articolo del marzo scorso pubblicato su Lancet . Ha valutato la mortalità da Covid sul 2020 e 2021: per l'Italia pari 227,4 morti ogni 100mila abitanti.

Per il Veneto, 177,5 morti su 100mila, tra i valori più bassi di tutte le Regioni italiane».

 

Resta che l'intercettazione che la riguarda è antipatica. O no?

anticipazione del servizio di report su zaia e crisanti 1

«Guardi, io non ho nulla da nascondere e mi rendo responsabile di ogni cosa che dico. Purché contestualizzata. Tra l'altro, io non ero l'intercettato. A noi tutto è stato notificato come eventuale parte offesa».

 

E non si è arrabbiato perché le conversazioni sono state rese pubbliche?

«Con rassegnazione, devo prendere atto che sono state diffuse intercettazioni che non potevano esser diffuse. In questo paese, ormai la normalità».

 

Ma quel «stiamo per portarlo allo schianto» che cosa significa?

«Significa che lui sosteneva di essere stato denunciato dalla Regione. Ne è partito un dibattito sui giornali molto importante, che ha coinvolto anche il Senato accademico di Padova. Nonostante noi avessimo detto che non era vero, la polemica proseguiva. E dunque, il linguaggio in una conversazione privata può essere stato un po' forte, ma significa semplicemente quello: che andando a vedere le carte, il professor Crisanti ci avrebbe dovuto dar ragione. Non era una denuncia».

 

E perché si è arrabbiato con i dirigenti che hanno precisato che non c'era alcuna denuncia nei confronti di Crisanti?

luca zaia a che tempo che fa 3

«Per lo stesso motivo. Se lui andava avanti con il dire che noi lo avevamo denunciato, sarebbe venuto fuori il problema e si sarebbe visto che non c'era niente. Ma i miei han detto di no, che la denuncia non c'era e dunque tutto si è chiuso». Alla procura, dunque, avete mandato un esposto? «Non un esposto, ma credo bancali interi di materiali. Ovviamente non sul professor Crisanti: ogni volta che sorgevano contestazioni o perplessità sulle scelte dei tecnici di sanità pubblica, abbiamo provveduto a informare l'autorità giudiziaria delle fonti scientifiche a supporto delle scelte. E questo è accaduto sin dal febbraio 2020».

 

luca zaia

 

 

LUCA ZAIA E LE INTERCETTAZIONI SU CRISANTI

Da open.online

 

Luca Zaia non ci sta. Il presidente della Regione Veneto risponde oggi alle accuse di Andrea Crisanti, che ha chiesto le sue dimissioni dopo la diffusione delle intercettazioni dell’inchiesta sui test rapidi in Veneto. E in due interviste a La Stampa e al Corriere della Sera si difende: «Parlo con dispiacere di questa vicenda, perché il professor Crisanti l’ho coinvolto e ci ho creduto, è un professionista. Il problema è che si sono susseguite polemiche, dichiarazioni forti. Il tutto, puntualmente, sui giornali. Il che, piano piano ha deteriorato la serenità nella squadra. Ha anche distribuito ai giornalisti dei messaggi tra me e lui».

 

 

LUCA ZAIA VISITA ROBERTO CALDEROLI IN OSPEDALE

 

Come ha detto anche ieri, Zaia ribadisce di non aver mai denunciato il professore. Ma poi spiega perché parlava di «schiantarlo» al telefono: «Il linguaggio in una conversazione privata può essere stato un po’ forte, ma significa semplicemente quello: che andando a vedere le carte, il professor Crisanti ci avrebbe dovuto dar ragione. Non era una denuncia».

 

 

Mentre sui tamponi rapidi «le rispondo con un articolo del marzo scorso pubblicato su Lancet. Ha valutato la mortalità da Covid sul 2020 e 2021: per l’Italia pari 227,4 morti ogni 100mila abitanti. Per il Veneto, 177,5 morti su 100mila, tra i valori più bassi di tutte le Regioni italiane». E infine precisa: «In quella conversazione – in cui non ero io a essere intercettato – non parlavo con un sicario, ma col direttore generale di Azienda Zero, che dipende da me. Gli ho chiesto perché avesse mandato quella lettera, perché avrei voluto andare al vedo, visto che era stata messa in discussione la mia parola».

luca zaia pontida 2022ZAIA - GIORGETTI - FONTANA - CALDEROLI - SALVINI - FEDRIGAZAIA SALVINI LORENZO FONTANAMATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”