transfughi forza italia

LA ZATTERA LIBERALE DI BERLUSCONI – IL CAV HA IN MENTE UN CONTENITORE PER TUTTI I FUORIUSCITI DI ALFANO, AFFIDATO A COSTA. TOSI S’E’ GIA’ ACCOMODATO – FARSA ITALIA CHIUSA AI CENTRISTI. MELONI E SALVINI D'ACCORDO – E SE VINCE LE ELEZIONI, A PALAZZO CHIGI VUOLE UN MANAGER. BASTA CON I POLITICI 

 

Paola di Caro per il Corriere della Sera

 

ZATTERAZATTERA

Gli azzurri inquieti per quello che sembra un esodo dalle file dei centristi verso Forza Italia che - temono - potrebbe mettere a forte rischio la loro ricandidatura, possono stare tranquilli. Questo è il messaggio rassicurante che arriva da Arcore, e che ieri l' ex premier ha voluto fosse recapitato ai suoi agitatissimi deputati e senatori.

 

Ma dallo stato maggiore di Forza Italia filtra anche quello che chi ha parlato con lui definisce il «piano di Berlusconi» per svuotare Ap, indebolire l' area centrista che pensa di correre in autonomia alle elezioni, rafforzare il peso degli azzurri al Senato in vista della trattativa sulla legge elettorale e, soprattutto, «vincere le elezioni».

enrico costa alfano schifanienrico costa alfano schifani

 

Un passaggio decisivo di questo percorso - al quale Silvio Berlusconi sta lavorando da settimane in prima persona con incontri riservati e assieme al fidatissimo Niccolò Ghedini che agisce sul campo - è proprio l' operazione di attrazione delle varie anime centriste per convogliarle verso il centrodestra.

 

silvio berlusconi forza italiasilvio berlusconi forza italia

Operazione che passerebbe non per ingressi diretti in FI, ma per la creazione di una nuova formazione centrista, una sorta di «quarta gamba» del centrodestra - sponsorizzata e sostenuta caldamente da lui - che dovrebbe essere guidata dal dimissionario ministro Costa e che sarebbe il contenitore degli scontenti oggi in maggioranza e delle varie sigle moderate della terra di mezzo, in vista di un' alleanza elettorale con FI.

 

VIGNETTA BENNY DA LIBERO BERLUSCONI E ALFANO SUL RING VIGNETTA BENNY DA LIBERO BERLUSCONI E ALFANO SUL RING

I fuoriusciti da Ap e da altri gruppi, insomma, «non entreranno» in FI, assicurano dai vertici azzurri, se non «in casi straordinari», ma potranno formare un partito che con la legge attuale «supererebbe tranquillamente il 3%», alleato con Berlusconi magari alla Camera e comunque al Senato dove la soglia per chi non si coalizza è altissima (8%). Dovrebbe già entrarvi Tosi, per esempio, e chiunque voglia guardare al centrodestra, con l' eccezione di chi è ancora al governo. Ovvero di Alfano, che Berlusconi non vuol sentire nemmeno nominare.

 

 Flavio Tosi Flavio Tosi

Alla nascente formazione, il leader azzurro ha assicurato che darà sostegno, magari anche convincendo esponenti di spicco oggi al di fuori della politica ad aderirvi. Ai suoi, invece, ha fatto recapitare un messaggio: ci sarà «posto per tutti» quelli che meritano di essere ricandidati, perché con qualsiasi legge elettorale a FI basterà un 14-15% per far eleggere «150-200» parlamentari, molti di più se «sarò io in campo». E non c' è timore di concorrenza: se lo schieramento si mostra competitivo, ha dedotto Berlusconi dai sondaggi e dalle esperienze passate, tutti i partiti che ne fanno parte ne beneficiano.

 

GHEDINI GHEDINI

Allo stesso tempo, però, Berlusconi si muove sul piano parlamentare per avere voti disponibili, soprattutto al Senato, non per mettere in crisi il governo ma in vista di quella che considera una necessaria riapertura del dialogo sulla legge elettorale. Il suo modello preferito continua ad essere quello tedesco, magari con premio alla coalizione, ma in ogni caso la sua convinzione è che non ci sarà bisogno di indicare un candidato premier, perché il sistema proporzionale che rimarrà perno della legge elettorale non lo richiederà.

stefano parisistefano parisi

 

E se poi - ragionano i suoi - si fosse costretti davvero ad arrivare ad una lista unica che oggi pare lontana, per Berlusconi e Ghedini l' apporto dei centristi sottratti all' area di centrosinistra porterebbe il centrodestra «al 40%», che dà il premio di maggioranza.

 

Solo allora Berlusconi pensa che servirà proporre un nome per formare il governo. E su questo ha una ferrea convinzione: dovrà essere un esponente del mondo dell' impresa, magari un amministratore delegato di successo, non un politico di professione comunque. Serve un cambio di rotta e nessun politico in campo evidentemente lo convince, e non solo per l' incarico di premier.

matteo salvini giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni

 

Il leader azzurro infatti ha già in testa anche la composizione dell' esecutivo: metà politici, metà esponenti «delle competenze». Una formula che, giura a chi gli parla, metterebbe d' accordo anche Salvini e la Meloni, con i quali è sicuro che ci sia intesa.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…