ZOO ITALIA: MERLO CONTRO GRILLO – ‘’MAI VISTO UNO SCIALATORE COSÌ RAPIDO E RADICALE NEL DISSANGUARSI, NEL PASSARE DAL 30 % AL TRE”

LA FELICITÀ DEL NAUFRAGO
Francesco Merlo per "La Repubblica"

Ha perso e dice che le elezioni sono inutili, ma festeggia la vittoria a Assimisi e a Pomezia. È l'unico leader che non usa la dialettica ma la "trialettica" lo strambo Grillo, protagonista dello scialo, il più grande e rapido spreco della storia.

Ovviamente non è il primo che, stremato e dissanguato, si dispera e dà la colpa al sistema: «Le elezioni sono oscene e non servono a niente». E non è neppure il primo che nega l'evidenza della sconfitta e festeggia perché, pur essendo il Movimento quasi cancellato, «Mario Puddu è il nuovo sindaco di Assemini, provincia di Cagliari, e Fabio Fucci è il nuovo sindaco di Pomezia, provincia di Roma».

E però Grillo è il primo che fa tutte e due le cose insieme, il primo che al tempo stesso si dispera e festeggia, il primo che mentre proclama «che le elezioni in Italia non cambiano mai nulla» annunzia che «il cammino del Movimento 5 Stelle all'interno delle istituzioni è lento, ma inesorabile».

Insomma, se gli altri si accontentano di due minuti di faccia tosta, lui se ne prende quattro, perché di facce toste ne ha appunto due. La prima faccia tosta è antisistema: «La vittoria (degli altri ndr) è di Pirro», «questo o quello pari sono», «il tempo delle elezioni è come il tempo dei Pavesini» , «sale il disgusto» ... La seconda faccia tosta è invece celebrativa e trucca i risultati.

A Catania, a Messina, a Siracusa,... dove era addirittura il primo partito, ora il movimento non ha guadagnato neppure un rappresentante nei consigli comunali, e però «Mario e Fabio ad Assimisi e a Pomezia... ». Sembra la gioia del naufrago che dopo aver distrutto la sua preziosissima barca si sente all'asciutto perché, in mezzo al mare in tempesta, ha messo i piedi su una tavoletta.

«È la gioia dello scialo come vita marcita, gesto inconsulto, malessere cieco» disse Vasco Pratolini per spiegare appunto il suo "Scialo", che fu il romanzo (romanzo?) del grande spreco di una generazione, quella che si regalò al fascismo. E Pratolini forse prefigurava Grillo nel dilapidatore italiano «senza l'intimo coraggio necessario per guardarsi fino in fondo come realmente è».

Infatti Grillo, cieco e sordo a stesso, non si vede e non si sente e sinceramente si stupisce quando viene contestato da qualche parlamentare che in via ordinaria controllava perché l'eletto dal popolo «era consapevole - ha scritto ieri - che l'opportunità unica che gli è stata offerta non è per i suoi meriti».

Dunque ieri, in preda al suo sincero stupore da scialo, Grillo ne ha cacciato un altro, Adele Gambaro, uno di quei parlamentari che «invece crede di essere diventato onorevole per chissà quali divine investiture, e usa il progetto di milioni di italiani per promuovere se stesso e assicurarsi un posto al sole». Insomma «non vale proprio niente». Per favore «si
accomodi fuori».

La Gambaro lo aveva messo a nudo nel tg di Sky ma aveva messo a nudo anche se stessa: «Stiamo pagando i toni e la comunicazione di Grillo, i suoi post minacciosi. Mi chiedo come possa parlare male del Parlamento se qui non lo abbiamo mai visto. Noi facciamo il lavoro e lui ci mette in cattiva luce. Il problema del Movimento è Grillo.... Credo che altri abbiano le mie stesse idee...». Sono banalità sacrosante. Ma non è la Gambaro che raccontandole ha fatto saltare le regole. Non è il suo coraggio che ha liberato la verità del movimento nel movimento È stato "lo scialo".

Neppure Pratolini era arrivato a immaginare uno scialatore così rapido e radicale nello sfinirsi, nel dissanguarsi, nel passare dal 30 per cento al tre per cento. Davvero uno scialo così enorme e così rapido non si era mai visto. Grillo ha esibito la forza e l'ha subito distrutta. La sua non è una sconfitta ma una dissipazione senza uguali nella storia d'Italia che pure è ricca di ardenti fuochi fatui, come l'uomo qualunque di Giannini e la Lega di Bossi, e di grandi dilapidazioni di consenso, come Mario Segni e Achille Occhetto, pur sempre piene di dignità benché veloci.

Ma solo Grillo in appena tre mesi è stato quasi cancellato in quella Sicilia che aveva conquistato con una strepitosa guerra-lampo. Anche a Ragusa, unica città dove il grillino andrà al ballottaggio, il consenso è passato dal 40 al 15 per cento. E si sa che la Sicilia anticipa, amplifica ed è la Cassazione delle sorprese elettorali.

Lo scialo, dunque. Sino a ieri davvero Grillo li controllava tutti con il pugno di ferro, anche la Gambaro. Ma dopo lo scialo non potrà più tenere in riga i suoi soldatini perché, per dirla con i paradossi del linguaggio grillesco, per dirla cioè come la direbbe Grillo, ormai il movimento ha più parlamentari che voti.

Perciò, mentre butta fuori la Gambaro, Beppe Grillo comincia a buttare fuori anche se stesso. Sfidandoli tutti, si sfida: «Vorrei sapere cosa pensa il Movimento 5 Stelle, vorrei sapere se sono io il problema».

Certo, il gran finale dello scialo vorrebbe che anche Grillo come la Gabanelli e Rodotà venisse via via maltrattato e infine tradito come un amante indegno. La sceneggiatura vorrebbe che il gran fustigatore del web scomparisse fustigato nel web. E vedere tutti quei parlamentari vagare in cerca d'autore sarebbe ancora scialo: crudeltà di scialo.

Beppe Grillo che dissipa se stesso fino a rendersi inutile, fino a rendersi vano? In fondo è Montale che ispirò Pratolini: «La vita è questo scialo / di triti fatti, vano / più che crudele».

 

 

GRILLO A ROMABeppe Grillo fucci (1).jpgADELE GAMBARO vignetta gambaro Mario Segni ACHILLE OCCHETTO MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE Stefano Rodota Vasco Pratolini (secondo da Sinistra) e Alfonso Gatto (terzo) - Olycom

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