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PUTIN NON VUOLE LA PACE, E FA DI TUTTO PER DIMOSTRARLO (SOLO TRUMP NON L'HA CAPITO) – IL PRESIDENTE RUSSO CONTINUA A MANDARE AVANTI IL “CAGNACCIO” LAVROV, MINISTRO DEGLI ESTERI, A NEGARE OGNI POSSIBILITÀ DI DIALOGO CON L’UCRAINA: L’ULTIMA È L’INTERVISTA ALLA “NBC” IN CUI HA DICHIARATO CHE ZELENSKY NON PUÒ FIRMARE ALCUN EVENTUALE ACCORDO, PERCHÉ NON SAREBBE “LEGITTIMO” – IL CREMLINO VUOLE ALLUNGARE I TEMPI PER GUADAGNARE ALTRI TERRITORI SUL CAMPO. MA L’INTENSIFICARSI DEGLI ATTACCHI UCRAINI POTREBBE FAR AUMENTARE LA PRESSIONE INTERNA…

 

Ucraina: Lavrov, Zelensky non può firmare accordo pace perché è illegittimo

lavrov putin

(LaPresse) - Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy non ha la legittimità necessaria per firmare documenti legali con la Russia.

 

"Lo riconosciamo come il capo de facto del regime. E in tale veste, siamo pronti a incontrarlo. Ma per quanto riguarda la firma di documenti legali... Quando arriveremo al punto in cui firmeremo i documenti, ci dovrà essere una chiara consapevolezza da parte di tutti che la persona che firmerà questi documenti ha legittimità.

 

la stretta di mano tra putin e trump ad anchorage, alaska foto lapresse

Secondo la Costituzione ucraina, il signor Zelensky attualmente non ne ha", ha dichiarato Lavrov in una intervista alla Nbc. "Non possiamo tenere un incontro solo perché Zelensky abbia una buona immagine e possa dire: 'Guardate, sono legittimo'.

 

La legittimità è un'altra questione. Perché, indipendentemente da quando un incontro del genere possa aver luogo, e deve essere preparato molto bene, la questione di chi firmerà un accordo da parte dell'Ucraina è una questione molto seria", ha aggiunto.

 

SERGEI LAVROV IN ALASKA INDOSSA LA FELPA CON LA SCRITTA CCCP

"Non è previsto alcun incontro", ha detto Lavrov al programma "Meet the Press". Il vertice per porre fine alla guerra avrà luogo solo se avrà un "programma presidenziale" gradito a Putin, ha affermato, ma tale programma "non è affatto pronto".

 

Lavrov accusa i Paesi europei: "Cercano un pretesto per impedire i negoziati"

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”

 

[…] Dopo l'incontro in Alaska Putin sembra aver affidato il compito di dire "niet" al suo ministro, diventato nell'ultima settimana la voce principale di Mosca. Esponente dell'ala più agguerrita del gruppo dirigente putiniano, il ministro oppone alle pressioni occidentali, e soprattutto alla fretta degli americani, un metodo molto "sovietico" di metodica lentezza.

 

volodymyr zelensky e donald trump alla casa bianca (in versione casamonica)

Prima si devono incontrare le delegazioni, che dovranno discutere i vari dossier, per preparare poi un'agenda da affrontare all'eventuale summit. Nessuna intesa da firmare comunque: siccome Mosca non riconosce la legittimità di Zelensky, «al momento della firma si porrà un problema», avverte Lavrov, mostrando così che la Russia non ha tolto dal tavolo la richiesta di deporre il leader di Kyiv.

 

Unica concessione è quella di «elevare il livello delle delegazioni» da inviare a Istanbul, come ad ammettere che affidare finora i colloqui allo storico Vladimir Medinsky era stata, da parte di Putin, una mossa intenzionale per declassare il negoziato.

 

In altre parole, è un no, che Lavrov non dice solo a Zelensky, «uno che gioca senza pensare alle conseguenze», ma a Trump, sostenitore di una diplomazia impulsiva nella quale prima ci si incontra e poi si saggiano i limiti di un'intesa.

 

sergei lavrov marco rubio anchorage, alaska foto lapresse

In realtà, il ministro russo - che ieri ha accusato l'«Occidente di ostacolare la pace» e l'Europa di «trovare pretesti» - nasconde nel suo discorso bellicoso altri due passaggi che si potrebbero leggere come delle concessioni. Il primo riguarda la condizione di proclamare il russo seconda lingua ufficiale dell'Ucraina, avanzata dallo stesso Putin, ma scartata da Lavrov con un «nessuno glielo chiede»: il ministro si accontenterebbe della cancellazione delle «terribili leggi» che secondo lui «proibiscono parlare russo».

 

Il secondo è l'ammissione che «l'Ucraina ha diritto a esistere», a condizione che «lasci andare» i suoi cittadini nei territori occupati che avrebbero «scelto la Russia».

 

LA MAPPA DELL UCRAINA MOSTATA DA DONALD TRUMP A ZELENSKY ALLA CASA BIANCA

Ovviamente si tratta di "concessioni" per come le vede Putin, che in pratica chiede di regalargli i territori – insieme ai loro abitanti – dell'Est ucraino che ha invaso per annetterli poi con un referendum organizzato dal suo esercito con i kalashnikov puntati. Ma se fosse vero – Lavrov è sempre smentibile da Putin, e un'intervista televisiva non è un trattato ufficiale – Vance avrebbe ragione a dire che Mosca ha finalmente riconosciuto «l'integrità territoriale dell'Ucraina postbellica, rinunciando a insediarvi un governo fantoccio».

 

A un prezzo impossibile da pagare come la consegna del Donbas, e l'esodo di tutti quegli ucraini che invece non hanno "scelto la Russia". Come l'ex sindaco di Kherson Volodymyr Mykolaenko, che nel 2022 si era rifiutato di diventare un collaborazionista, e che ieri è tornato a casa in uno scambio di 146 prigionieri ucraini con altrettanti russi, devastato fino a diventare quasi irriconoscibile dopo tre anni di carcere nei territori controllati dalle truppe di Mosca.

 

foto di gruppo vertice alla casa bianca con zelensky e i leader europei foto lapresse

Resta da capire ora la reazione di Trump al rifiuto russo di procedere subito con il vertice tra Putin e Zelensky. Il presidente ucraino ha sostenuto l'idea del summit, non tanto per l'ansia di parlare con il suo nemico quanto nella speranza che il dittatore russo avrebbe evitato il faccia a faccia, diventando così il responsabile del mancato negoziato.

 

È evidente che il Cremlino vuole allungare i tempi, anche per trarre il massimo dalla sua offensiva di terra, prima dell'arrivo dell'autunno. Ma il fattore tempo potrebbe diventare pressante anche per Mosca: ieri i droni ucraini sono riusciti a colpire e incendiare il terminal di metano del porto di Ust-Luga, principale snodo logistico russo vicino a Pietroburgo.

 

volodymyr zelensky alexander stubb donald trump foto lapresse

Anche l'aeroporto della città, Pulkovo, è rimasto chiuso per 20 ore per gli attacchi dei droni, mentre diversi altri scali a Mosca e sul Volga hanno cancellato o rinviato decine di voli. Ma i bersagli principali degli attacchi ucraini sono le fabbriche militari e le raffinerie: l'impianto di Novoshakhtinsk, uno dei più importanti del Paese, è in fiamme ormai da quattro giorni, e il prezzo della benzina in Russia continua ad aumentare mentre sempre più regioni lamentano una carenza di carburante

sergei lavrov arriva in alaska con una felpa con la scritta cccp 1SERGEI LAVROV A RIAD TRUMP E LA FELLATIO A PUTINdonald trump giorgia meloni - vertice alla casa bianca volodymyr zelensky alla casa bianca con i leader europei foto lapresse carro armato con bandiera russa e statunitense attacca in ucraina 4EMMANUEL MACRON E VOLODYMYR ZELENSKY OSSERVANO LA COLLEZIONE DI CAPPELLI DI TRUMPsergei lavrov in alaska

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