RASTA LA VICTORIA, SIEMPRE! - LA CORTE SUPREMA DEGLI STATI UNITI HA ACCETTATO DI ESAMINARE IL CASO DI UN DEVOTO RASTAFARIANO AL QUALE, NEL 2020, FURONO TAGLIATE CON LA FORZA LE TRECCINE LUNGHE FINO ALLE GINOCCHIA MENTRE SI TROVAVA IN PRIGIONE NELLO STATO DELLA LOUISIANA – L’UOMO CHE SI FACEVA CRESCERE I CAPELLI DA QUASI VENT'ANNI, STAVA SCONTANDO LE ULTIME TRE SETTIMANE DI UNA CONDANNA DI CINQUE MESI PER POSSESSO DI DROGA. E SOSTIENE CHE FURONO VIOLATI I SUOI DIRITTI RELIGIOSI, IN QUANTO I RASTAFARIANI CONSIDERANO I DREADLOCKS COME PARTE DELLE PROPRIE CREDENZA…
(ANSA) – La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di esaminare il caso di un devoto rastafariano al quale furono tagliate con la forza le treccine lunghe fino alle ginocchia mentre si trovava in prigione nello stato della Louisiana.
Damon Landor, che si faceva crescere i capelli da quasi vent'anni, stava scontando le ultime tre settimane di una condanna di cinque mesi per possesso di droga nel 2020, quando fu incatenato a una sedia e gli furono tagliati i capelli contro la sua volontà. L'uomo sostiene che furono violati i suoi diritti religiosi e chiede i danni a funzionari del Dipartimento penitenziario della Louisiana. Il trattamento subito da Landor è stato giudicato "gravemente lesivo" da una Corte d'Appello che tuttavia aveva stabilito che non aveva diritto a fare causa per danni.
L'Attorney General della Louisiana, Elizabeth Murrill, in una memoria presentata alla Corte Suprema, ha ammesso che il trattamento riservato a Landor dalle guardie penitenziarie fu "all'antitesi della libertà religiosa", ma ha aggiunto che la legge federale non consente richieste di risarcimento in denaro contro un funzionario statale citato in giudizio a titolo personale. La Corte Suprema discuterà il caso nella prossima sessione che inizia in ottobre.
I rastafariani lasciano crescere i capelli, tipicamente in dreadlocks, come parte delle proprie credenze religiose. Il movimento è nato in Giamaica ed è stato reso noto in tutto il mondo dal leggendario cantante reggae Bob Marley.
