chiusura rome roma film festival

LA ROMA DEI GIUSTI - VA RICONOSCIUTO A QUESTA EDIZIONE DEL “ROME FILM FEST” DI AVERCI FATTO VEDERE, IN MEZZO A UNA MONTAGNA DI TITOLI, ANCHE PARECCHI BUONI FILM - MAGARI NON TUTTI ERANO ALL’ALTEZZA, E IN GENERALE IL PROBLEMA ERA CAPIRE QUALI ANDAVANO VISTI, QUALE STRADA SEGUIRE. EPPURE IL PUBBLICO, ALLE PROIEZIONI DEL POMERIGGIO E DELLA SERA, NON È MAI MANCATO - VEDENDO QUESTA MAREA DI FILM E SERIE ITALIANE NON È VERO CHE ABBIAMO UN’INDUSTRIA COSÌ DISASTRATA. ANZI. SIAMO PIENI DI BRAVI ATTORI E GIOVANI REGISTI. BISOGNA VEDERE COSA CAPITERÀ DOPO I TAGLI VOLUTI DAL GOVERNO… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

un pilota ritorna

Con la grande Maratona Pasolini tra oggi e domani alla Casa del Cinema, curata da Gianluca Farinelli per i film e da Paolo Luciani per le interviste e i materiali televisivi, si conclude questa lunghissima edizione del Rome Film Fest, la terza sotto la direzione di Paola Malanga, che ci ha tenuti occupati per ben tre settimane di ottobre, se calcoliamo la settimana pienissima di anteprima.

 

Al punto che, almeno io, sono arrivato stremato alla proiezione che credevo edificante ieri pomeriggio di “Un pilota ritorna”, diretto in piena guerra da Roberto Rossellini, film di guerra ma non di propaganda fascista (“Cercavo di filmare la realtà ma era la verità a essere insopportabile”), tanto che per fascistizzare il regista, mai iscritto al partito, dovettero falsificare una vecchia tessera, dove risultava essere addirittura il fondatore del Partito Fascista di Ladispoli.

un pilota ritorna 3

 

Un film che, malgrado risultasse scritto da Vittorio Mussolini, sceneggiato da Antonioni e i fratelli Mida – Puccini, venne praticamente riscritto giorno per giorno, con molte difficoltà e gran perdita di tempo da parte del regista, che girava in mezzo a veri aviatori, veri ufficiali inglesi prigionieri di guerra e vere bombe (una scoppiò e ci furono tre morti).

 

Tag Gallagher, autore di una monumentale monografia su Rossellini che ho sotto gli occhi, si domanda, e con lui Franco Riganti, produttore del film, se il regista non avesse di nuovo fatto uso di cocaina durante le riprese che non finivano mai. Nello stesso periodo, Rossellini lascia la prima moglie, Marcella De Marchis, e si mette con la ballerina tedesca Roswitha Schmidt, che lavorava a teatro con Totò e la Magnani in “Volumineide”. 

 

rasoi 1

 

Se “Un pilota ritorna” mi ha stremato, mi sono ripreso con lo spettacolare “Rasoi” di Mario Martone, girato nel 1995 con gli scarti di pellicola di “Morte di un matematico napoletano”, sui meravigliosi testi di Enzo Moscato, interpretati da attori ormai leggendari, Tonino Taiuti, Licia Miglietta, Iaia Forte, Toni Servillo.

 

Lo stesso Moscato canta “O sole mio” e altre favolose canzoni napoletane. Proprio Martone ha ricordato presentando il film che un vecchio amico, Marco Melani, vedeva nell’interpretazione di “O sole mio” un omaggio all’inizio di “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini, che inizia proprio con la celebre canzone. Dopo tanti anni, ancora non riusciamo a allontanarci da Rossellini.

 

il figlio di giano

 Mi sono ripromesso infatti di vedere il documentario molto lodato da tutti “Roberto Rossellini. Più di una vita” diretto da Ilaria de Laurentiis, Raffaele Brunetti e Andrea Paolo Massaro, presentato in questi giorni al festival, ieri sera lanciato al Sacher da Nanni Moretti e Isabella Rossellini, che verrà riprogrammato il 3-4-5 novembre in molte sale italiane.

 

prima di no

Tra i tanti, troppo (49) documentari passati al Rome Film Fest, vi segnalo molto riuscito invece quello su il nuovo Mister Okay, “Il figlio di Giano” diretto da Luigi Grispello, che parte proprio dalla storia del primo, originalissimo, Mister Okay, un vecchio svalvolato italo belga, Rick De Sonay, che ogni capodanno faceva un tuffo di 20 metri e si gettava nel Tevere, ma ci racconta poi la nascita del nuovissimo Mister Okay, cioè certo Marco Fois, che ha un furgoncino di panini a Porta Maggiore.

 

il figlio di giano 1

Non so se è lo stesso che aveva il furgoncino della porchetta che dava un po’ il colore alla Festa del Cinema di Roma fin dagli anni di Veltroni&Bettini. Quest’anno, lo abbiamo notato tutti, il porchettaro se ne è andato. E lo storico bar dell’Auditorium, il Red, quello dove si sedeva per giorni Galliano Juso come fosse il suo studio, è fallito. Chiuso. Ahi. Brutti segnali…

 

Eppure, va riconosciuto a questa edizione del Rome Film Fest di averci fatto vedere, in mezzo a una montagna di titoli, anche parecchi buoni film.  Magari non tutti erano all’altezza, e in generale il problema era capire quali andavano visti, quale strada seguire. Eppure il pubblico, alle proiezioni del pomeriggio e della sera, non è mai mancato. Magari, come abbiamo notato tutti, c’erano troppi film e serie italiane. E presentando due episodi di una serie con dieci episodi non riesce a capirne davvero il valore.

 

mrs playmen 1

Ad esempio, abbiamo visto di “Prima di noi”, una serie prodotta da Wildside (Prima Mario Gianani poi Sonia Rovai) per la Rai, scritta e diretta da Daniele Luchetti e Valia Santella la prima e la settima puntata, con una storia che spazia per tre generazioni, l’epopea di una famiglia friulana dalla Prima Guerra Mondiale agli anni del boom, tratto da un romanzone Sellerio di 900 pagine scritto nel 2014 da Giorgio Fontana. Ovvio che i due episodi non ci hanno molto illuminato sull’intera operazione.

 

E un po’ lo stesso con “Mrs Playmen”, una serie prodotta da Giannandrea Pecorelli per Netflix, diretta da Riccardo Donna con Carolina Crescentini come Adelina Tattilo, direttrice di “Playmen” dopo la fuga del marito Saro Balsamo in Francia per evitare la galera. Vedendone due puntate non riesci a capire bene come si svilupperà la storia. Mi sembra che sia molto televisiva e che ci sia poco sesso, ma è possibile che dopo cresca. Pensare agli anni d’oro di Playmen in versione così castigata mi sembra strano. La aspettiamo quando uscirà integrale su Netflix.

rasoi

 

Devo dire però che proprio vedendo questa marea di film e serie italiane non è vero che abbiamo un’industria così disastrata. Anzi. Siamo pieni di bravi attori e giovani registi. Bisogna vedere cosa capiterà dopo i tagli voluti dal governo… Intanto il porchettaro e il bar ce li siamo giocati.

prima di noi 1prima di noi 2un pilota ritorna 1

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO