amadeus fiorello

''COME FAREBBE FIORELLO A SPUTARMI L'ACQUA SUL COLLO?'' - AMADEUS SGANCIA LA BOMBA: ''SANREMO O SI FA CON IL PUBBLICO, O NIENTE. È IMPENSABILE LASCIARE LA PLATEA CON GLI SPETTATORI DISTANZIATI, È IMPENSABILE METTERE GLI ELEMENTI DELL' ORCHESTRA OGNI DUE METRI''. A DOGLIANI RACCONTA VITA E CARRIERA - M. PANARARI: ''AMADEUS È UN ARCITALIANO, NELLA SUA VERSIONE POSITIVA E OTTIMISTICA, UN UOMO DI BUON SENSO CHE SI CONTRAPPONE AGLI SCALMANATI NO-MASK''

 

1. «SANREMO SI FA CON IL PUBBLICO. O NIENTE»

Renato Franco per il ''Corriere della Sera''

 

amadeus

«Non c' è nessun piano B per Sanremo, deve essere nella totale normalità. O si fa con il pubblico o nulla». Ospite al Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani (che chiude oggi la sua tre giorni di incontri e confronti) Amadeus getta un' ombra sul prossimo Festival. Se il virus ci costringerà ancora a distanziamento e mascherine, meglio evitare.

 

«Senza il pubblico Sanremo non si può fare - spiega il conduttore e direttore artistico -, è impensabile lasciare la platea con gli spettatori distanziati, è impensabile mettere gli elementi dell' orchestra ogni due metri. L' Ariston è un tempio meraviglioso, ma gli spazi sono ridotti. E poi come fai a dire a Fiorello di non sputarmi l' acqua sul collo?».

 

Amadeus spot contro il Coronavirus

In attesa di capire anche le intenzioni della Rai e vedere cosa succederà (il Festival è in programma dal 2 al 6 marzo 2021), si può già però fissare una data: «Il 17 dicembre svelerò su Rai1 tutto il cast del Festival, non solo i giovani, ma anche tutti i big». Da qui a quella data Amadeus conta di ascoltare almeno 500 canzoni («200 in più dell' anno scorso»), conscio che ogni decisone si porta dietro una marea di scontenti: «Tra cantanti in gara e ospiti ci sono 50 persone che ti vorranno bene tutta la vita - riflette con ironia rassegnata -, gli altri 400 e passa ti augureranno come minimo di dare una capocciata forte da qualche parte».

 

Intervistato da Aldo Cazzullo, il conduttore ha ripercorso l' altalena della sua vita, i successi e gli inciampi, l' ansia da prestazione (che non ha) e il sogno che ha sempre avuto e poi realizzato: quello di fare il presentatore. «All' esame di maturità ho messo subito le cose in chiaro con la commissione: tranquilli, non voglio fare il geometra». Si alza con un 36 di stima e il foglio di carta a cui i genitori tenevano tantissimo. Andare in tv era una scommessa, «un sogno impossibile: per fare il conduttore non c' è niente da studiare, venivo da una famiglia che non aveva a che fare con il mondo dello spettacolo, non avevo niente, nessuna raccomandazione».

amadeus riunione by lucio presta

 

Nessuna spinta, ma tanta tenacia, come la volta che aspettò il patron del Festivalbar Salvetti per sei ore nella hall di un albergo e così cominciò la sua carriera a Deejay. I modelli? «Ho imparato dai maestri, ho avuto la fortuna di crescere con la tv in bianco e nero dei grandi: Mike, Corrado, Tortora, Baudo...».

 

Con Fiorello fu sintonia immediata: «Era selvaggio, tutti ci siamo accorti subito che era geniale, noi siamo diventati amici all' istante, forse proprio perché diversi: ci completavamo. Io sono il suo Lexotan, lui mi mette serenità, abbiamo totale fiducia l' uno nell' altro: la chiave di Sanremo è stata questa». La prima popolarità arrivò con Jovanotti: «Stavo in video per 10 secondi, una sola frase: amici di Italia 1 ecco a voi Jovanotti... Fu la svolta, mi fermavano per strada e mi chiedevano gli autografi». Da lì sale sempre di più. Fino alla rovinosa caduta del 2006.

AMADEUS CON LA PARRUCCA

 

Amadeus era in Rai, conduceva l' Eredità quando arrivò la proposta indecente di Mediaset, andava a guadagnare di più. Fu un fiasco, «dalla panchina alla tribuna è un attimo, il telefono aveva smesso di squillare. Io sono impulsivo, all' epoca dovevo dar retta a mia moglie, adesso lo so: prima di fare una cazzata mi devo consultare con lei».

È ripartito dal basso. Tornò in Rai e Michele Guardì lo chiamò a Mezzogiorno in famiglia : «Accettai in 10 secondi». Ci è rimasto per sette anni, una seconda gavetta: «Sapevo che avevo l' obbligo di riprovarci, sono caduto dalla montagna e volevo scalarla di nuovo». Alla fine è tornato in cima: da lassù pure Sanremo sembra bella.

 

 

2. AMADEUS, SANREMO E LO SCHIAFFO AI NO MASK

amadeus cecchetto

Massimiliano Panarari per ''la Stampa''

 

Un sabato italiano di contrasti stridenti. Ieri due «piazze» hanno offerto altrettante immagini - tra loro incommensurabili - dell' Italia. La prima, per la verità, itinerante: la rancorosa marcetta su Roma dei negazionisti del Covid, tenutasi tra il Circo Massimo e la Bocca della verità. Specchio di un Paese che, una volta di più, non riesce a essere normale come gli altri d' Occidente. In Germania e in Australia, infatti - giusto per fare un paio di esempi - le forze dell' ordine hanno pacificamente fatto sciogliere manifestazioni analoghe perché trasgredivano le misure sanitarie, mentre qui è andato in scena un assurdo (e allucinato) assembramento in barba a qualsiasi divieto.

 

amadeus sabrina salerno 1

La seconda piazza la possiamo invece etichettare come illuminista (e piena di buon senso): quella compostamente seduta a Dogliani, in Piemonte, delizioso luogo di patrie memorie, prediletto da Luigi Einaudi. Dove è in corso il Festival della tv e dei nuovi media, dal cui palco Amadeus ha lanciato un «proclama rivoluzionario».

 

Annunciare che il Festival della canzone italiana potrebbe non svolgersi rappresenta, come evidente, qualcosa di davvero sconvolgente per le consuetudini nazionali. Il mattatore, insieme a Fiorello, della super-edizione 2020 ha dichiarato di sperare in un Sanremo primo grande evento dell' era post-Covid, ma, se così non fosse - ha continuato - non esistono alternative alla sua sospensione. Una specie di bomba atomica, in grado di turbare la (già di suo delicata) quiete degli odierni sabati del villaggio; e qualcosa di equivalente a un allarme rosso, anzi rossissimo.

diletta leotta amadeus rula jebreal

 

Perché «Sanremo è Sanremo», la Fort Knox delle nostre abitudini più inscalfibili e consolidate, e la sua trasfigurazione in una Fortezza Bastiani che attende in maniera ansiogena l' assedio del coronavirus significa colpire un' altra delle nostre pochissime certezze in quest' epoca di grande disorientamento.

 

E finiremmo, così, ancora maggiormente sprofondati nell' inverno del nostro scontento, quando saremo già messi a dura prova sotto il profilo della tenuta economica e sociale del Paese. Nel loro essere preoccupanti, quelle pronunciate dal conduttore risultano, altresì, parole molto sagge e ragionevoli, accompagnate (non casualmente) dall' auspicio che la «nuova normalità» che stiamo vivendo non subisca involuzioni, e possa così sfociare in un ritorno alla «vecchia» e consueta.

JUNIOR CALLY CON AMADEUS 1

 

Da tanti punti di vista, Amadeus è un arcitaliano (nella sua versione positiva e ottimistica): una figura pubblica che identifica la quintessenza dell' italianità. Quella che, durante i mesi del lockdown, abbiamo visto esprimersi maggioritariamente mediante un rispetto delle regole che non poteva essere affatto dato per scontato alla vigilia. Nelle sue affermazioni, quindi, si può pure rintracciare quel buon senso che un certo eccezionalismo italico e troppi anni di ininterrotta egemonia sottoculturale hanno picconato senza sosta.

amadeus e giovanna

 

L' uno e l' altra - e il contrasto è appunto veramente aspro - ampiamente presenti nel corteo dei duemila no mask, frullato di complottisti, irrazionalisti, anti-vaccinisti che si autoproclama naturalmente come il «vero popolo» oppresso. L' inesorabile (ahinoi) logica dell' iper-populismo: una volta proiettata a reti della politica unificate la fiction demagogica ci sarà sempre qualcuno che rivendica di essere più rappresentativo o, per meglio dire, di incarnare meglio il popolo di chi già occupa in quel momento il campo populista. E, dunque, vien da dire, per fortuna c' è Amadeus, che è autenticamente popolare senza essere populista.

 

E, sempre fortunatamente, esiste un popolo dei festival culturali che, anche nell' era Covid, «scende in piazza» come a Dogliani, indossando i dpi e nella rigorosa osservanza di tutte le norme sanitarie. Una piazza illuminista, come si diceva, mentre il sonno della ragione in abbinata alle fake news del web genera incubi (e gli ultras no mask e no vax). E, ancora, una piazza che sa, al medesimo tempo, rispettare la giusta distanza fisica in nome del principio di precauzione e reagire all' allontanamento delle anime e delle intelligenze imposto dalla pandemia.

amadeus con le donne di sanremo 2020AMADEUS FIORELLO DA GIOVANI

 

AMADEUS E FIORELLOLA FACCIA DI AMADEUS DOPO LO SCAZZO TRA MORGAN E BUGOAMADEUS INSEGUE MORGAN DOPO LO SCAZZO CON BUGO SUL PALCO DI SANREMO amadeus fiorello ferrofiorello amadeus AMADEUS FABRIZIO SALINI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...