Cristiana Lauro per Dagospia
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I ristoranti e gli alberghi sono nelle pesti, alla ricerca disperata di personale che non si trova. Ne abbiamo parlato pochi giorni fa. Uno dei temi centrali, indicato dagli operatori di settore, si chiama NASpI, la discussa indennità mensile di disoccupazione. Ma il comparto vitivinicolo, se possibile, è messo ancora peggio. Le ragioni sono sovrapponibili, solo che siamo prossimi alla vendemmia e se non si trova la manodopera necessaria, corriamo il rischio di grosse perdite, da parte di chi vuole fare le cose in regola, ossia la maggior parte dei produttori di vino italiani.
Perché, sia chiaro: pagando la manodopera stagionale in nero si fa presto a raggirare l’ostacolo, ma si sceglie di essere dei fuorilegge. In un paese come il nostro, dove si percepisco il peso di un senso diffuso dell’impunità, purtroppo non mi meraviglio. Ricordo, nel frattempo, ai più sbadati e menefreghisti che l’Italia è fra i più importanti produttori di vino al mondo per quantità, qualità e reputazione. Quindi non sto parlando di un problema da poco, ma di un guaio serio! Nessuno vuole andare a vendemmiare per non interrompere l’usufrutto (ok, diritto, lo dice la legge, ci sto!) del reddito di cittadinanza. Ovvio: non conviene!
Molti produttori di vino sono alla ricerca disperata di manodopera stagionale, regolarmente iscritta, con le varie coperture INAIL, INPS e a tariffa sindacale (mica sottopagati), ma non se li caga nessuno! O meglio: qualcuno si propone, a patto di essere retribuito in nero per non perdere il reddito di cittadinanza, che sarebbe meglio chiamare sussidio di cittadinanza. Fra il significato delle parole “reddito” e “sussidio” corre una differenza, non sono sinonimi. Ma c’’è qualcuno che ha tirato su una paranza di voti su ‘sta roba… Vabbè, ma io non mi occupo di politica, quindi andiamo al dunque!
La situazione, attualmente fuori controllo, rischia di posticipare i tempi di coglitura, con possibili danni sulla qualità del vino. Il momento giusto per iniziare la raccolta delle uve è variabile e dipende da diversi fattori, ma gioca un ruolo fondamentale sulla qualità del vino. Non si può spostare o programmare in base al fatto che si sia trovata la manodopera necessaria. Non è un evento programmabile, stabilito sul calendario come il Capodanno!
Tanto per aggiungere un ulteriore grattacapo ai produttori di vino in un’annata che, anche dal punto di vista climatico, ha fatto vedere i sorci verdi attraverso un andamento disomogeneo, da nord a sud, da est a ovest. Grandinate da una parte, caldo torrido dall’altra, gelate ad aprile che in alcuni casi hanno bloccato le gemme…Ma questo è il racconto della natura e, forse, delle sue reazioni alle ripetute cazzate che ha fatto l’uomo. Un’altra storia!
Penso che i produttori di vino onesti abbiano il sacrosanto diritto di occuparsi della qualità del vino in questo momento. Non può essere condizionata, o compromessa da altri fattori che non siano soltanto quelli naturali.
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