CINEMA A MISURA D’OMO – STEFANO ACCORSI ED EDOARDO LEO SONO UNA COPPIA DI OMOSESSUALI NEL TREDICESIMO FILM DI FERZAN OZPETEK, “LA DEA FORTUNA” – C’È LA CONSUETA TRIBÙ ITALO-TURCA CON L’ATTRICE SERRA YILMAZ E C’È IL DEGRADO E L’INCURIA DI ROMA, CONTRO CUI IL REGISTA COMBATTE ANCHE SU TWITTER: “ABITO QUI DA 43 ANNI, MAI VISTA COSÌ…”

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Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

edoardo leo serra yilmaz stefano accorsi set de la dea fortuna di ferzan ozpetek edoardo leo serra yilmaz stefano accorsi set de la dea fortuna di ferzan ozpetek

«Sono due uomini ma potevano essere un uomo e una donna, oppure due donne. Comunque è una coppia che dopo quindici anni di vita insieme, contraria alle adozioni, non sposata e che non ha nessuna intenzione di avere figli». Ferzan Ozpetek sta girando tra Roma e Palermo La dea fortuna (uscirà a novembre), e per un giorno nei dintorni della Capitale, a Palestrina, dove si trova il santuario della fecondità e dei vaticini che dà il titolo al film.

 

ferzan ozpetek ferzan ozpetek

Nel santuario lavora Jasmine Trinca, «personaggio chiave di tutta la storia», dice il regista. Lei, per ragioni di salute, deve prendere del tempo per sé e avendo una madre terribile (Barbara Alberti) lascia i due figli di 9 e 12 anni a una coppia di amici omosessuali, Edoardo Leo e Stefano Accorsi (quest' ultimo di nuovo gay per Ozpetek dopo Le fate ignoranti ).

cast de la dea fortuna di ferzan ozpetek cast de la dea fortuna di ferzan ozpetek

 

Edoardo Leo è un idraulico omosessuale, smontando l' immaginario che fa di quel mestiere un macho seduttore, mentre Accorsi è «un aspirante scrittore finito a fare il traduttore. Malgrado la passione e l' amore si sia trasformato in un affetto importante, la loro relazione è in crisi da tempo. Quell' improvviso arrivo nelle loro vite dei due bambini lasciatigli in custodia dall' amica, darà una svolta insperata alla routine».

 

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A questo punto Ozpetek, poeta del cuore e dei sensi, passa e chiude sulla trama della sua commedia sentimentale, che la coproduttrice Tilde Corsi (poi c' è la Warner, anche per la distribuzione) definisce «una struggente love story».

l'immondizia di via ostiense a roma ripresa da ferzan ozpetek 3 l'immondizia di via ostiense a roma ripresa da ferzan ozpetek 3

 

Non senza avere aggiunto che nella sua consueta tribù italo-turca ritroviamo la penna di Gianni Romoli, il costumista Alessandro Lai e l' attrice Serra Yilmaz, che si aggira sul set come un grillo parlante-pedante e deve dire la sua su tutto, in linea con i suoi personaggi. Nella vicenda, Serra ha un figlio che diventa figlia, Cristina Bugatty, transgender con all' attivo partecipazioni in programmi tv. «Nel film si chiama Mina».

 

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È un omaggio alla sua amica virtuale? «Sì! E in un messaggio gliel' ho detto a Mina, quella vera. Si è messa a ridere. Prima o poi ci vedremo di persona, ma è così bello il nostro rapporto epistolare ottocentesco. Lei è la donna più intelligente, ironica, più». Ci sono sue canzoni nella colonna sonora? «Due (accanto alla mia amata Sezen Aksu).

Ero indeciso perché la voce di Mina appare anche nel film di Almodóvar, ma mica devo dimostrare che avevo avuto l' idea per primo io».

 

ferzan ozpetek con stefano accorsi e edoardo leo ferzan ozpetek con stefano accorsi e edoardo leo

I personaggi abitano nello stesso palazzo (ci sono anche Filippo Nigro e Pia Lanciotti), per Ozpetek l' unità di luogo riconoscibile (che per tanti film era la sua vera casa) rappresenta la coperta di Linus. Ferzan si è stretto in unione civile col compagno di sempre, Simone. Mai avuta voglia di diventare padre? «No, non volevamo un terzo rapporto d' affetto forte fra noi. Non ho l' istinto paterno. Sono troppo ansioso, non farei del bene a un bambino. A me piace fare lo zio, essere amato come uno zio. Che è un mestiere facilissimo: dici sì alle cose a cui dicono no i genitori. E i bambini ti adorano. Però».

la dea fortuna di ferzan ozpetek la dea fortuna di ferzan ozpetek

 

Però? «Rossella, una mia amica, mi chiese di aiutarla a diventare il padre biologico di suo figlio. Sei il primo a cui l' ho domandato, mi disse. Tentai di consolarla: avrebbe trovato una soluzione. Oggi Luce, sua figlia, ha 12 anni e l' adoriamo tutti».

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Si gira tra il degrado e l' incuria di Villa Pamphilj. «Abito a Roma da 43 anni, mai vista così. Sporcizia ovunque. Sono uno che usa i mezzi pubblici: ai politici consiglio di prenderne uno, ogni tanto, così, giusto per un bagno di realtà». Come le è venuta in mente questa storia? «Ho perso uno dei miei fratelli, Asaf, eravamo legatissimi. Sua moglie mi telefonò: metti che succeda qualcosa anche a me, ti occuperai dei nostri due gemelli? Ma certo, risposi. Attaccai e mi prese un colpo, come faremo».

 

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La dea fortuna deve essere un film fortunato per forza: è il numero 13 di Ferzan. Lei è scaramantico? «E me lo chiede? Quando nel 1995 preparavo il mio debutto alla regia con un film, era un periodo in cui non avevo una lira. Con il mio aiuto regista Gianluca Mazzella, scommettemmo ai cavalli con una terna sui numeri 3, 13 e 17. Puntai 3000 lire, vinsi 7 milioni».

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