roberto sergio matteo salvini giancarlo giorgetti giampaolo rossi giorgia meloni rai

DAGOREPORT - IN RAI SI E’ APERTA LA BATTAGLIA DEFINITIVA: GIAMPAOLO ROSSI VERSUS ROBERTO SERGIO - UNA SITUAZIONE ESPLOSIVA IN VISTA DELL’ASSEMBLEA DI APRILE QUANDO L’AD SERGIO CHIEDERÀ L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO. UNA VOLTA FIRMATO E CONTROFIRMATO, LA PALLA PASSA AL MINISTRO GIORGETTI, IN QUANTO LA RAI È UNA SOCIETÀ PER AZIONI PARTECIPATA AL 99,56% DAL MEF E ALLO 0,44% DALLA SIAE - QUEL CAVALIER TENTENNA DI GIORGETTI DARÀ SUBITO IL VIA PER L’ELEZIONE DI UN NUOVO CONSIGLIO IL QUALE NOMINERÀ AD E PRESIDENTE, COME VUOLE GIORGIA MELONI? OPPURE DARÀ RETTA AL SUO CAPITANO SALVINI RINVIANDO LA PRESA DI POTERE DI FRATELLI D'ITALIA E POSTICIPANDO IL NUOVO CDA A DOPO LE EUROPEE?

DAGOREPORT

roberto sergio con rossi

Tornando da Sanremo, i capoccioni di Mamma Rai hanno calzato elmetto e preso il bazooka: devono affrontare la battaglia definitiva: Giampaolo Rossi versus Roberto Sergio.

 

La staffetta tra il pretoriano della Meloni, Giampaolo Rossi, e il rappresentante del partito azienda, il democristiano in libera uscita, Roberto Sergio, per cui si sarebbero dovuti scambiare i ruoli a giugno, dopo le europee, è finito accartocciato nel cestino.

 

Ricordiamo che Rossi fu parcheggiato sulla poltrona di direttore generale (che non esisteva) perché, avendo alle spalle già un mandato nel Cda Rai, un secondo e definitivo incarico avrebbe avuto la durata di appena un anno, il tempo lasciato vuoto dalle grottesche dimissioni di Carlo Fuortes.

giampaolo rossi roberto sergio carlo conti foto di bacco

 

Una volta poggiato il sederino sulla poltrona più importante di viale Mazzini, l’ex fidanzato della berluscona Deborah Bergamini finalmente sarà libero di guidare l’occupazione definitiva della Rai da parte dei voraci Fratellini d’Italia, rimasti a bocca asciutta per decenni dalla torta della Rai, spazzando via quello che resta della famigerata egemonia culturale della tele-sinistra veltroniana (uscito anche Augias, la Rai3 di Angelo Guglielmi la ritroviamo con Andrea Salerno in onda su La7).

 

La politica romana, si sa, è mobile qual piuma al vento e il prode Sergio non nasconde più, irrobustito dal trionfo di ascolti e pubblicità (e polemiche) sanremesi, di puntare dritto alla riconferma di Ad. E infatti il giornali meloniani non sono stati per niente teneri con la sagra canzonettara: “Libero” di Mario Sechi, una volta ascoltato Amadeus intonare in sala stampa “Bella Ciao”, ha subito titolato “Festival dell’Unità”.

marinella soldi roberto sergio giampaolo rossi

 

Una recente intervista di Sergio rilasciata al "Italia Oggi" è stata letta da molti addetti ai livori come una auto-candidatura per la riconferma: Sergio, con il tono di chi squaderna il futuro piano industriale di Viale Mazzini, ha parlato della volontà di reintrodurre le direzioni di rete e di abbandonare quelle di genere, annunciato investimenti nelle fiction e dichiarato per l’ennesima volta guerra alle produzioni esterne.

GIAN MARCO CHIOCCI

 

Da buon navigato democristiano, in modalità Pierfurby Casini, Sergio ha da sempre messo in pratica una politica inclusiva: buoni rapporti con tutto l’arco parlamentare, ben inserito nei gangli del partito azienda e del sindacato, alleanza stretta con l’altro grande democristiano, molto ascoltato dalla Meloni, Bruno Vespa.

 

Con l’altro gran confidente e consigliori della Ducetta, Gian Marco Chiocci i rapporti sono a corrente alternata, ondivaghi, anche per il pessimo feeling che il direttore del Tg1 ha con Rossi. Con Sergio poi c’è il multi-tasking delle manovrismo Rai, l’inossidabile Mario Orfeo.

giampaolo rossi roberto sergio

 

Ultimamente Sergio si ritrova al suo fianco, oltre a Forza Italia, anche la malconcia Lega di Salvini che, a picco nei sondaggi, sorpassata pure da Forza Italia, conduce la campagna elettorale per le europee avversando in tutto e per tutto ciò che propone e dispone la sua alleata (si fa per dire) Meloni.

 

Da parte sua, Conte non smentisce il suo camaleontismo: da una parte, con Barbara Floridia, presidente M5s della Commissione Vigilanza Rai, intasca da Rossi una filiera di poltrone dirigenziali, dall’altra tira la volata per la riconferma di Sergio. 

 

Nel comunicato con cui ha difeso Sergio, Conte da' una botta al cerchio e una alla botte. Difende il dirigente: "Credo che ci sia un clima, adesso, di attacchi personali anche forse di minacce nei confronti dell'amministratore delegato della Rai. Questo mi sembra che sia trascendere il confronto di critica legittima".

 

E poi lo critica:  "Sicuramente quel comunicato letto in diretta non andava bene nella misura in cui sposava unilateralmente solo le ragioni di Israele ma va anche detto che noi non possiamo accettare questa azione militare cosi' cruenta nei confronti di civili palestinesi inermi".

 

Il riferimento è all'abilità di Roberto Sergio di sdoppiarsi, come un Giano Bifronte,  andata in scena domenica scorsa quando ha fatto leggere un comunicato ufficiale Rai pro-Israele e anti-Ghali alla povera Mara Venier. Un “colpo di mano”, “avrebbe dovuto consultare il Cda”, secondo la piddina Bria e la presidente in uscita Marinella Soldi.

mario orfeo

 

La mossa di Sergio voleva essere astuta ma è stata tardiva: la solidarietà “al popolo di Israele e alla comunità ebraica” è arrivata nel momento in cui tutto l'Occidente, dagli Stati uniti all'Europa, sta prendedo le distanze dall'azione del governo israeliano, criticando aspramente Netanyahu. 

 

E' stata una mossa, quella di Sergio, "più realista del re". Infatti Giorgia Meloni, vista la fluidità della politica internazionale (ora si fiuta meno indulgenza con Israele, soprattutto da parte di Biden), ha dialogato con Elly Schlein per trovare un accordo sulla mozione del Pd con cui si chiede il "cessate il fuoco" a Gaza. 

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Scrive oggi Antonella Baccaro sul “Corriere”: ‘’Secondo Sergio, l‘impasse che si è determinata a “Domenica In” sarebbe addebitabile al direttore responsabile del day-time (Angelo Mellone), assente a Sanremo in un momento in cui, secondo lui, sarebbe stato necessario fornire alla conduttrice le chiavi di lettura di quanto stava accadendo”

 

Anche Rossi, diversamente da ciò che si scrive, non è espressione solo della Fiamma Tragica: dopo la sonora porta in faccia nell’operazione Pino Insegno alla conduzione de “L’Eredità” su Rai1, perduta l’alleanza con Orfeo, ha trovato un sorprendente asse con il Pd di Boccia, preoccupatissimo solo del futuro televisivo della consorte Nunzia De Girolamo.

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

 

Una situazione quanto mai fluida in vista dell’assemblea di aprile quando l’amministratore delegato Roberto Sergio chiederà l’approvazione del bilancio. Una volta firmato e controfirmato, la palla passa al ministro Giancarlo Giorgetti, in quanto la Rai è una società per azioni partecipata al 99,56% dal ministero dell’economia e delle finanze (Mef) e allo 0,44% dalla Società italiana degli autori ed editori (Siae).

 

E qui viene il bellum: quel cavalier tentenna di Giorgetti darà subito il via per l’elezione di un nuovo consiglio il quale nominerà amministratore delegato e presidente, come vuole la Melona? Oppure darà retta al suo capitano leghista rinviando la presa di potere da parte dei fazzisti posticipando il nuovo Cda a dopo le europee?

MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE BARBARA FLORIDIA nunzia de girolamo francesco boccia foto di baccogiovanbattista fazzolari giorgia meloniBARBARA FLORIDIA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....