DELITTO E DILETTO ALL'OPERA - UNA DELLE CAUSE CHE HANNO PORTATO ALESSIO VLAD A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DA DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA, HA UN NOME E UN COGNOME: ALESSANDRO DI GLORIA, ASSUNTO COME ''CONSULENTE PER LA PROGRAMMAZIONE ARTISTICA'' DAL SOVRINTENDENTE FRANCESCO GIAMBRONE. UN INCARICO CHE NON POTEVA NON PESTARE I PIEDI NEL TERRITORIO DI VLAD - IL LUNGO RAPPORTO TRA GIAMBRONE E DI GLORIA...

-

Condividi questo articolo


francesco giambrone alessio vlad foto di bacco francesco giambrone alessio vlad foto di bacco

 

DAGONOTA

Una delle cause che hanno portato Alessio Vlad a rassegnare le dimissioni da direttore artistico del Teatro dell'Opera di Roma, ha un nome e un cognome: Alessandro Di Gloria.    Dallo scorso dicembre il quarantunenne palermitano è stato assunto come ''consulente per la programmazione artistica'' dal sovrintendente Francesco Giambrone.

 

Laureato in medicina e chirurgia, due volte assessore alla cultura della giunta di Leoluca Orlando (1995 e 2012), Giambrone ha avuto modo di conoscere molto bene le qualità dell'aitante Di Gloria tant'è che, a capo del Teatro Massimo di Palermo, lo nominò responsabile della programmazione di opere, concerti e casting.

 

Leoluca Orlando Francesco Giambrone Leoluca Orlando Francesco Giambrone

Una volta designato nel dicembre 2021 dal ministro della Cultura Dario Franceschini sovrintendente del Teatro Costanzi al posto di Carlo Fuortes traslocato a viale Mazzini, lo stretto rapporto tra Giambrone e Di Gloria non poteva non sfociare in un incarico, ''consulente per la programmazione artistica'', che andava a pestare i piedi nel territorio del direttore artistico. Di qui, l'addio di Alessio Vlad. 

alessandro di gloria 1 alessandro di gloria 1

 

 

 

LE DIMISSIONI DI ALESSIO VLAD

Estratto dell'articolo di V. Arn. per “il Messaggero”

 

Inattese come gesto. Silenziose nella forma. Ma decisamente "rumorose", per importanza. E prossime, nella concretezza del calendario, a farsi addio. Alessio Vlad, direttore artistico del Teatro dell'Opera di Roma dal 2010, ha dato le dimissioni. Dopo quattordici stagioni, Vlad, che nel suo percorso vanta collaborazioni con personalità come Franco Zeffirelli, Bernardo Bertolucci, Leonard Bernstein e molti altri, ha deciso di lasciare quella che ormai sembrava la sua "casa". E lo ha fatto con la consueta riservatezza, che gli era stata suggerita, come regola, forse anche di sopravvivenza, dal maestro Riccardo Muti, quando lo aveva voluto nella Capitale.

alessio vlad foto di bacco alessio vlad foto di bacco

 

 

Stando a indiscrezioni raccolte dal sito Dagospia, la causa di questo commiato anticipato il contratto scade a maggio sarebbe in una "collisione artistica" con Francesco Giambrone, che del Teatro dell'Opera di Roma è sovrintendente dal dicembre 2021. «Non ho nulla da dire, ma, ovviamente le dimissioni non sono una cosa naturale»: sono poche parole, precise e pesanti quelle che ci dice Alessio Vlad, commentando la sua decisione. «Il mio contratto sarebbe scaduto a fine maggio prosegue - ho presentato le dimissioni circa dieci giorni fa, alla fine di febbraio, ed è previsto nei termini contrattuali che le dimissioni siano presentate almeno con un mese di preavviso».

francesco giambrone carlo fuortes foto di bacco (1) francesco giambrone carlo fuortes foto di bacco (1)

 

 

Dunque, lascerà l'incarico a fine marzo, con due mesi di anticipo sul termine "naturale". Un gesto eclatante, cui preferisce non dare voce. O quantomeno eco. «Le dimissioni sono dimissioni, non c'è altro da aggiungere. Di certo, non si danno per andare altrove», sottolinea. Non per andare verso un altro incarico, insomma, ma solo per andare via.

ALESSIO VLAD ALESSIO VLAD

 

 

(…)

alessandro di gloria 2 alessandro di gloria 2 giovanni mazzara, alessandro di gloria, gabriele ferro, francesco giambrone, marcello iozzia, oscar pizzo giovanni mazzara, alessandro di gloria, gabriele ferro, francesco giambrone, marcello iozzia, oscar pizzo alessandro di gloria 3 alessandro di gloria 3

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…