IL DIVANO DEI GIUSTI - STASERA, MI DISPIACE, MA TROVO CHE IL FILM DI PUNTA NON È, COME PENSATE VOI, “LA LICEALE AL MARE CON L’AMICA DI PAPÀ” DI MARINO GIROLAMI , O IL FOLLE “TUTTA DA SCOPRIRE” DI GIULIANO CARNIMEO CON LA CELEBRE ESPOSIZIONE DEL SEDERE DI NADIA CASSINI, MA IL VECCHIO E GLORIOSO “PER UN PUGNO DI DOLLARI” DI SERGIO LEONE - HA RAGIONE QUENTIN TARANTINO, LÌ NASCE L’ACTION MOVIE MODERNO. UNA COSA CHE ORA CI APPARE OVVIA, MA CHE CERTO ALLORA NESSUNO IN ITALIA PERCEPÌ… - VIDEO

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Marco giusti per Dagospia

 

Avete visto su Netflix la prima stagione di “Keep Breathing” con Melissa Barrera che si ritrova la sola sopravvissuta a un disastro aereo nel freddissimo Canada? Non ha grandi voti su Rotten Tomatoes. E il notevole prequel di “Predator” su Disney+, “Prey”, diretto da Dan Trachtenberg con Amber Midthunder, eroina indiana che lotta col mostro alieno armata di arco e di frecce, adorato dalla critica americana? Questo cercherò di vederlo, perché già amavo il trailer.

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Ci sarebbero anche su Netflix il documentario sul trentennale disastroso di Woodstock, "Trainwreck: Woodstock 99”, la serie indiana “Darlings” di Jasmeet K. Reen e il crime tedesco “Buba” con Bjarne Madel. Oltre a una marea di vecchi film francesi e inglesi di pregio.

la liceale al mare con l’amica di papa' la liceale al mare con l’amica di papa'

E in chiaro in prima serata? Beh, stasera, mi dispiace, ma trovo che il film di punta non è, come pensate voi, “La liceale al mare con l’amica di papà” di Marino Girolami con Renzo Montagnani, Alvaro Vitali, Marisa Mell, Gianni Ciardo, Cine 34 alle 21, o il folle “Tutta da scoprire” di Giuliano Carnimeo con Nadia Cassini, Yorgo Voyagis, Renzo Montagnani, Bombolo e Cannavale, con la celebre esposizione del sedere della protagonista, ma il vecchio e glorioso “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone, Rai Tre alle 21, che allora si firmò Bob Robertson, con Clint Eastwood, attore americano semisconosciuto arrivato perché costava meno di Charles Bronson e di Henry Silva, e sembrava più adatto al ruolo di Richard Harrison, che rifiutò il ruolo per rimanere nel peplum, e del greco Vassili Karis, che aveva già accettato.

 

tutta da scoprire tutta da scoprire

Lavorando a una special di “Stracult” su i cinquant’anni di Per un pugno di dollari di Sergio Leone e intervistando quindi una ventina e più tra attori, tecnici, amici che in qualche modo ebbero qualcosa a che vedere con la lavorazione del film, qualche scoperta l’ho fatta. Intanto, è venuto fuori un breve backstage, credo che sia davvero l’unico, che sia mai stato girato del film. E’ un 8 mm in bianco e nero del truccatore Rino Carboni, conservato dal figlio Adriano, anche lui truccatore, che documenta l’inizio della lavorazione con le prime scene a Roma, alla Elios.

 

clint eastwood per un pugno di dollari clint eastwood per un pugno di dollari

Si vedono sia Clint Eastwood che Gian Maria Volonté che Sergio Leone. Niente di eccezionale, se non fosse eccezionale il film e totalmente unico il materiale girato da Rino Carboni, allora giovanissimo, come gran parte del cast, che seguì poi la lavorazione in Spagna, ma che si adoperò da subito per il trucco del volto tumefatto di Clint Eastwood che cerca di recuperarsi dopo le botte che prende dalla banda di Ramon. E si adoperò anche per la trasformazione in messicano di Gian Maria Volontè. Per Carboni, come per Leone, era il primo western.

 

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 Carboni aveva già lavorato per i mostri da peplum nel cinema. Anche per Giovanni Corradori, che firma come John Speed gli effetti speciali del film, era il primo western e il primo incontro con Leone. Credo che non abbia mai parlato di fronte a una telecamera. Lo fa quasi distrattamente davanti alla bacheca che conserva con cura la pistola con i serpenti intarsiati nel calcio che aveva Clint Eastwood nel film.

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Da qualche parte ha pure il fucile di Gian Maria Volontè che domina la grande scena finale del film. “Al cuore, Ramon! Se devi uccidere un uomo lo devi colpire al cuore!”. Aveva cercato di regalare le pistole dello Straniero a Clint, ma Clint non volle. Era più giusto rimanessero a chi le aveva realizzate. Corradori mi racconta con emozione e un po’ di strafottenza romana il loro viaggio in Spagna, la loro scoperta di un mondo. “Guarda che con noi non c’era proprio nessuno, eravamo soli”. Mi spiega anche come scelsero il poncho in un mercatino.

 

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Crederci? Non crederci? Ci sono tante storie a riguardo. Come per il sigaro di Clint. E’ un film che ha una mitologia tutta sua. Ma di certo Corradori su quel set e su tutti quelli successivi dei film di Leone ci è cresciuto e ci ha lasciato il cuore. Ritornare a Leone, allo spaghetti western vuol dire sempre ritornare all’origine non solo di un genere, ma di tutto un cinema. Non solo italiano. Ha ragione Quentin Tarantino, con Per un pugno di dollari nasce l’action movie moderno. Lo ha detto a Cannes per celebrare i cinquant’anni del film. E ha detto una cosa che ora ci appare ovvia, ma che certo allora nessuno in Italia percepì.

 

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Tranne quelli che quel film lo avevano fatto e gli amici e colleghi, da Alberto De Martino a Enzo G. Castellari, da Romolo Guerrieri a Mario Caiano, che da subito si accorsero di che tipo di incredibili innovazioni erano stati capaci Sergio Leone, Ennio Morricone e tutti gli uomini che ci avevano lavorato. Sergio D’Offizi, poi ottimo direttore della fotografia, allora era solo un giovane operatore alla macchina, molto legato a Massimo Dallamano. Mi mostra il documento della Jolly Film che lo impegna come operatore alla macchina sul film dal titolo provvisorio “Il magnifico straniero” per la regia di Sergio Leone dal 31 marzo 1964 per una settimana. In totale guadagnò 98.272 lire.

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 Niente male nel 1964. D’Offizi mi deve spiegare due cose fondamentali, perché Leone scelse Dallamano, visto che era molto legato a altri direttori della fotografia, come Tonino Delli Colli, col quale si ritrovò dal terzo western e che c’entrava qualcosa anche con la produzione di Per un pugno di dollari, e perché non venne portato anche lui in Spagna al seguito di Dallamano. Intanto non scelse Dallamano, perché Dallamano, pur eccelso direttore della fotografia specializzato fin dagli anni ’50 nel colore, glielo imposero i produttori Arrigo Papi e Enrico Colombo della Jolly Film, che forse non si fidavano troppo del regista, che veniva da un film di non così grande successo e di grande costo, cioè Il colosso di Rodi.

 

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Poi, non andò in Spagna con Dallamano perché era davvero un film povero, un film sul quale non puntavano più che tanto Papi e Colombo. Ma era davvero strano, anche per il tempo, che un direttore della fotografia non si portasse dietro il suo operatore. E D’Offizi era molto legato a Dallamano. Mi racconta anche che girarono da subito le scene di interno, la locanda, la casa dei Baxter, e le scene della caverna, alle Grotte di Solone, proprietà di Alvaro Mancori, grande amico di Leone, che gli aveva aperto le porte della Elios senza chiedergli nulla. E Leone si sentirà per tutta la vita debitore verso Mancori, perché fu il primo a credere davvero a quel film. Mi dice anche altre cose interessanti D’Offizi.

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 Che un giorno andarono a prendere gli attori spagnoli, il film era una coproduzione italo-ispano-tedesca, e si girò con loro. Con Pepe Calvo sicuramente, ma anche con la grandiosa Margarita Lozano. Se lo ricorda anche lei, anche se in generale ricorda poco del film. L’ho recuperata in Spagna. Non ha mai rilasciato un’intervista tv, mi dice, e lo fa perché sarebbe stato poco gentile farci arrivare fino a casa sua, una bella casa azzurra sul mare della Murcia, per non dirci nulla. Fu quella la prima volta che venne in Italia, per girare con Clint Eastwood.

 

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Le chiedo qualcosa della lavorazione, ma i suoi ricordi sono vaghi. Certo, serviva una donna per la coproduzione spagnola, lei allora era famosa per aver interpretato Viridiana di Luis Bunuel, ma è più probabile che fosse arrivata lì un po’ per il gioco delle coproduzioni. Potrei andare avanti per ore. Ma unire il mio special al film, no? Alla Rai è come se nessuno sapesse mai nulla di quello che fanno e hanno fatto gli altri.

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In prima serata avete anche un interessante “King of Thieves” di James Marsh con Michael Caine, Michael Gambon, Charlie Cox, Ray Winstone, Jim Broadbent, Tom Courtenay, Iris alle 21, un colpo eseguito da una banda di vecchi ladri. Ricordo carino, pur senza lasciarsi dietro di sé memoria alcuna, la commedia diretta da Richard Benjamin “Casa, dolce casa” con Tom Hanks e Shelley Long, Alexander Godunov, Maureen Stapleton e Joe Mantegna, Canale 27 alle 21, 20.

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Su Cielo alle 21, 20 torna “Malizia” di Salvatore Samperi con Laura Antonelli come la cameriera che stravolse non solo il giovane Alessandro Momo e il vecchio Turi Ferro, ma anche tutto il pubblico italiano del tempo, dimostrando che, sessualmente parlando, stavamo ancora fermi alle cameriere, al voyerismo sotto la scala.

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Detto questo il film era una macchina perfetta sotto tutti i punti di vista. Su Rai Movie alle 21, 10 la buffa commedia romantica “Non succede, ma se succede” di Jonathan Levine con Seth Rogen, il Verdone americano, e Charlize Theron. Su Rai 4 alle 21, 20 il noir “Come ti ammazzo il bodyguard” di Patrick Hughes con Ryan Reynolds, Samuel L. Jackson, Gary Oldman, Selma Hayek. Mai sentito.

 

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In seconda serata ci sarebbe “The 33” di Patricia Riggen con Antonio Banderas, Lou Diamond Phillips, la storia dei 33 minatori cileni che nel 2010 rimasero intrappolati in una miniera e di come vennero salvati, Iris alle 23, 20. Ci sarebbe “Gli amanti passeggeri” di Pedro Almodovar con Javier Camara, Cecilia Roth, Lola Duenas, Raul Arevalo, Rai Movie alle 23, 30, folle commedia erotico-politica tutta su un aeroplano che non riesce a atterrare.

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"Voi coppie gay come siete etero!". Almodovar ritrova qui la grande vena comica di certi suoi primi film, mixa satira sociale, politica, alcool, mescalina, una scelta musicale pazzesca e aggiunge sesso. Tanto. Scritto e esibito. Una goccia di sperma cade dalla bocca di uno steward. Mentre stanno per tentare l’atterraggio di fortuna all'aeroporto di La Mancha, Benito chiede al comandante: “Tu che sei bisesssuale, è vero che gli uomini succhiano il cazzo meglio delle donne?”.

 

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Non c'è nessun dramma, a parte quello della situazione base, visto siamo su un aereo con destinazione Città del Messico che si ritrova da subito in avaria, a causa di un carrello inceppato, e che gira a vuoto sopra il cielo di Toledo (metafora politica della Spagna, dell’Italia, dell’Europa..) alla ricerca di uno scalo d'emergenza dove atterrare. Non c’è però da preoccuparsi perché, sul modello dei vecchi “Airport” o degli “Aeroplani più pazzi del mondo”, passeggeri e personale di bordo sono tutti svitati e fuori controllo.

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A cominciare dai tre steward gaissimi capitanati da Joserra, il grande Javier Camara, fidanzato con lo sposatissimo comandante Alex, Antonio de la Torre, sorpreso però proprio da Joserra a farsi fare una megapompa dal suo secondo, il bel Benito, Hugo Silva (“tu sei proprio una frociona!”). I tre steward cercano, a modo loro, di tranquillizzare i passeggeri della prima classe, visto che quelli della seconda sono stati pesantemente addormentati.

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Così i tre passano da un gran numero coreografato di “I’m so excited” delle Pointer Sisters a un micidiale cocktail, l'Agua de Valencia, rinforzato con una bella dose di mescalina tirata fuori dal culo di un bel passeggero (“per passare la frontiera il culo è la cosa più sicura!”), che farà sballare un po' tutti scatenando le già poco represse pulsioni sessuali dei presenti. Per continuare in bellezza ci sarebbe “Distretto 13: le brigate della morte” di John Carpenter, 7Gold alle 23, 30, film manifesto di un tipo di cinema, il suo, che si lega direttamente, al di là dell’horror, a quello studiatissimo di Howard Hawks, qui citatissimo.

 

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Tornano grandi classici come “Vita smeralda” di e con Jerry Calà, con Guido Nicheli e una serie di bellezze berlusconiane dei tempi d’oro, Italia 1 alle 23, 40, “La ripetente fa l’occhietto al preside” di Mariano Laurenti con Anna Maria Rizzoli, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Cine 34 alle 00, 30. Nella notte vedo una rarità come il film tv “Cane nero” di Claudio Bonivento con Enzo De Caro, Vittoria Belvedere, Rai Premium all’1,10, una prima per cinefili oltranzisti come “Vitalina Varela” di Pedro Costa su Fuori Orario/Rai Tre all’1, 15, seguito da una perla di Aki Kaurismaki, “L’altro volto della speranza”, alle 3, 15.

la signora di chung king la signora di chung king

Piuttosto raro anche “Sahara Cross”, film di avventure di Tonino Valerii con Franco Nero, Michael Coby alias Antonio Cantafora, Michel Constantin, Pamela Villoresi, Rete 4 alle 2, 25. I fan della meravigliosa e sfortunata Anna May Wong, stella di prima grandezza che non ebbe il successo che meritava solo perché era cinese, la troveranno nel piccolo noir “La signora di Chung King” di William Nigh, Rai Movie alle 3, 55.

francesco, giullare di dio francesco, giullare di dio

 

Chiudo con due titoli favolosi, come ”Il dominatore del deserto” di Amerigo Anton alias Tanio Boccia con Kirk Morris alias Adriano Bellini, Rosalba Neri, Hélène Chanel, Paul Muller, Rete 4 alle 4, 05 e con il capolavoro di Roberto Rossellini “Francesco giullare di Dio”, Iris alle 4, 55. Buona notte.

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