Marco Giusti per Dagospia
Fa un bel po’ di botto l’arrivo di “Minions 2 – Come gru diventa cattivissimo” sulla scena italiana. Ieri, al suo esordio nel pieno dell’estate e della campagna elettorale, “Minions 2” incassa 566 mila euro con la bellezza di 396 sale lasciando “Thor: Love and Thunder” a 41 mila euro. Poraccio.
Che vediamo stasera? Abbiamo in programmazione da qualche parte “Grease” per celebrare la scomparsa di Olivia Newton- John? Sì, su Italia 1, in prima serata… Vi dico subito che in chiaro non c’è molto. Rai Uno alle 21,25 ha tirato fuori una commedia francese davvero poco nota, “Un principe (quasi) azzurro” di Philippe Lellouche con Vincent Perez, Vahina Giocante, Jacques Weber.
giancarlo giannini raoul bova palermo milano solo andata
Canale Nove vi propone l’accoppiata “Palermo- Milano solo andata” di Claudio Fragasso con Raoul Bova, Giancarlo Giannini, Ricky Memphis, Valerio Mastandrea, Romina Mondello, Stefania Sandrelli, alle 21, 25 e alle 23 il suo sequel, “Milano-Palermo il ritorno”, sempre di Fragasso, con Bova, Giannini, Mondello, Gigi Burruano, Libero De Rienzo.
Dopo “Palermo-Milano solo andata”, che fu un grande successo, Fragasso si giocò male le sue carte, fece un film sbagliato con Aurelio De Laurentiis, “Coppia omicida” con Bova, Raz Degan e Laura Morante, ribattezzato “Tanto Fragasso per nulla”, che fu un disastro. E solo dodici anni dopo riuscì a fare il sequel di “Palermo-Milano”. Troppo tardi.
la notte di san lorenzo taviani
Rai Movie vi propone una seratina impegnativa composta alle 21, 10 dal militantissimo “La notte di San Lorenzo” dei Fratelli Taviani con Omero Antonutti, Margherita Lozano, Claudio Bigagli, Lorenzo Hendel, rivisitazione delle lotte partigiane a San Miniato nel 1944, un film che allora divise parecchio i critici, cioè per i fan dei Taviani capolavoro per molti altri non proprio un capolavoro, anzi, spesso un po’ ridicolo.
Indeciso su quale posizione prendere, non lo vidi, e alle 23, 05 dai 170’ in lombardo strettissimo di “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, altro capolavoro indiscusso del cinema italiano con lo sconosciuto Luigi Ornaghi come Batitstì. Lo stesso Ornaghi-Batitstì recitò poi nel porno di Leo Salemi del 1995 “L’albero delle zoccole”, che ahimé non troverete stasera da nessuna parte. Alternative più divertenti? Più moderne? Se non lo avete mai visto, io l’ho visto solo quando uscì, nel 1966, ci sarebbe la deliziosa commedia sentimentale “Due per la strada”, diretta da Stanley Donen, scritta da Frederic Raphael con Audrey Hepburn e Albert Finney, Tv2000 alle 20, 55.
Sposati da dieci anni, un po’ in crisi, i due protagonisti attraversano il sud della Francia e ricordano i migliori momenti della loro vita. Ricordo che allora, in una lontana visione pomeridiana, rimasi folgorato dalla grazia di Donen e dei suoi attori. Grande musica di Henry Mancini, lui stesso la trovava tra le sue preferite, la Hepburn meravigliosa, anche se non veste Givenchy, sembra che avesse girato anche una scena di nudo, che nel film non c’era allora e non c’è oggi, forse Donen avrebbe preferito Paul Newman a Albert Finney, ma alla fine Finney è più giusto.
In ruoli minori trovate Eleanor Bron, Jacqueline Bisset prima di andare in America, dove girò “La cavalletta”, Nadia gray, Olga Georges Picot. Leggo che Steven Spielberg, quando era giovane, usava questo film come test per capire se doveva seguitare a far la corte a una ragazza o no. E’ vero. Non puoi uscire con una/uno che non gli piace un film così. Su Iris alle 21 avete “Lo sceriffo senza pistola” diretto da Michael Curtiz nel 1954 con Will Rogers Jr, il figlio di Will Rogers, Nancy Olson, Lon Chaney jr, un altro film che non sento nominare da almeno sessant’anni, e che aveva un suo mito perché per noi bambini del tempo uno sceriffo non può non avere uva pistola. Non lo vidi io, allora, ma credo me lo raccontò la mia sorellina più grande. Quindi mai visto.
Non sembra un capolavoro il thriller “La fuga dell’assassino” dei fratelli Obiv e Amariah Olson con Jonathan Rhys Meyers e Cam Gisandot, Cavale 20 alle 21, 05. Su Rai 5 alle 21, 15 ritroviamo “Suburbicon”, vecchia sceneggiatura poco funzionante dei fratelli Coen recuperata e diretta da George Clooney. Malgrado il grande cast, Matt Damon, Julianne Moore in doppio ruolo, Oscar Isaac, un tema anche importante, qualcosa non torna. L'idea, va detto, è piuttosto buona, visto che unisce il vecchio caso di Levittown del 1957, una famiglia nera assaltata in casa dai vicini bianchi e razzisti in una città modello del dopoguerra, ai recenti fatti di Charlottesville.
E il tutto accade mentre in una perfetta famiglia bianca, i Lodge, confinante con la casetta della famiglia nera, i Meyers, assediata dai suprematisti bianchi di Suburbicon, accadono una serie di eventi criminali. Sotto gli occhi del figlioletto, Noah Jupe, entrano in casa dei rapinatori che non rubano nulla, ma uccidono, esagerando col cloroformio, la mamma, Julianne Moore, già finita sulla sedia a rotelle a causa di un brutto incidente d'auto dove, guarda un po', guidava il padre, Gardner Lodge, cioè Matt Damon.
Con la morte della moglie, Gardner avrà modo di incassare una pesante assicurazione sulla vita e di sistemarsi con Margaret, Julianne Moore, sorella gemella della defunta. Qualcosa non funzionava nella rapina e funziona ancora meno quando la polizia mette davanti ai Lodge i due assassini e loro fingono di non riconoscerli. Mettiamoci in mezzo anche un ispettore delle assicurazioni, Oscar Isaac, che sente puzza di bruciato, e lo zio Mitch, che cerca di proteggere il piccolo Nicky.
All'intreccio, totalmente alla Coen, uniamo la violenza che accade contemporaneamente a casa Meyers con la famiglia nera assediata dai razzisti. Le due situazioni, in qualche modo, devono sviluppare un racconto morale sulla violenza bianca di ieri e di oggi in America. I critici americani hanno massacrato senza pietà il film.
Nella serata non c’è moltissimo, il solito film di zombi, “Contagious” di Henry Hobson con Arnold Schwarzenegger, Abigail Breslin, Joely Richardson, Mediaset Italia 2 alle 21, 15, una commedia sentimentale a tre, “Un marito di troppo” di Griffin Dunne con Uma Thurman che si ritrova due mariti, Colon Firth e Jeffrey Dean Morgan, Cielo alle 21, 15, il confusissimo fantascientifico “Dark City” di Alex Proyas con Rufus Sewell, William Hurt, Jennifer Connelly, Kiefer Sutherland, Rai4 alle 21, 20.
In seconda serata torna il vecchio western americano “L’indiana bianca” di Gordon Douglas con Guy Madison, Frank LOvejoy e Vera Miles, Iris alle 23. Ma non credo sia meglio il più recente e spompatissimo “The Watcher” di Joe Charabanic con James Spader, Keanu Reeves come serial killer, Marisa Tomei, Canale 20 alle 23, 05, massacrato dalla critica (“plot stanco e casting disastroso”). Su Cielo alle 23, 15 torna “Malizia” di Salvatore Samperi con Laura Antonelli, Alessandro Momo e Turi Ferro, lo so che sono giorni che passa…, seguito dal terribile “Malizia 2000”, sempre di Samperi con la Antonelli e Turi Ferro.
E’ il film dove l’attrice venne massacrata dalla chirurgia estetica, al punto che non si riprese più. Non ho mai voluto vederlo. Su Cine 34 alle 23, 30 una boccata d’aria fresca con il vecchio “Il medico e lo stregone” di Mario Monicelli scritto da Age e Scarpelli, avventure del medico condotto di un paese, Marcello Mastroianni, che si ritrova il vecchio stregone del posto, Vittorio de Sica, come avversario. Molto divertente. Ci sono anche Lorella De Luca, Alberto Sordi in un cammeo geniale, Virgilio Riento.
Su Iris alle 0, 55 la buona commedia francese “Segreti di famiglia” di Dennis Berry con Henry Cavill, Joe Mantegna, Sergio Castellitto, Emmanuelle Seigner. Su Rai Due all’1, 20 un buon thriller canadese di Atom Egoyan, “The Captive – Scomparsa”, con Ryan Reynolds alla ricerca della figlioletta scomparsa, Scott Speedman, Rosario Dawson, Mirelle Enos. Il film più stracult della serata rischia d’essere “Il frullo del passero” di Gianfranco Mingozzi con Ornella Muti e Philippe Noiret, scritto da Tonino Guerra e musicato da Lucio Dalla, dove ricordo una scena assurda con una giovane Sabrina Ferilli che si apriva la gonna e uscivano stelline animate proprio da lì. Ovviamente il film non fu un gran successo.
Di grandissimo culto (non solo gaio) grazie al titolo alla Arbasino è ovviamente “Parigi o cara” di Vittorio Caprioli, scritto e interpretato da una Franca Valeri in stato di grazia come ragazza di vita che si trasferisce a Parigi dal fratello gay, Fiorenzo Fiorentini, Rete 4 alle 2. Ve lo consiglio, ancora attualissimo. C’è pure, in un piccolo ruolo il grande Nando Cicero, anche aiuto regista. Un film che anticipava l’Europa e l’Inghilterra di oggi era il bellissimo “Io, Daniel Blake” di Ken Loach con Dave Johns, Palma d’Oro a Cannes in barba a chi lo riteneva vecchiotto.
Sono rimasti in pochi a parlarci di crisi e della classe operaia, scrivevo all’uscita del film, e Ken Loach e il suo sceneggiatore Paul Laverty oltre a parlarci di crisi e di classe operaia, lo fanno con competenza e affetto totale per i loro sfortunati e coraggiosi personaggi da anni. Qui i personaggi si muovono in un’Inghilterra in crisi profonda pre-Brexit, con i poveri che stanno diventando sempre più poveri e lottano ormai solo per mantenere la propria dignità alla faccia del governo Cameron o di chi lo seguirà.
puro siccome un angelo papa mi fece monaco… di monza 2
Su Cine 34 alle 2, 55 arriva un vecchio film di Lando Buzzanca, “Puro, siccome un angelo, papà mi fece monaco… di Monza” diretto da Gianni Grimaldi con Igli Villani, la ipote di Sophia Loren, Paolo Carlini, Didi Perego. Per l’occasione viene lanciata Igli Villani, figlia di Romilda Villani e cugina di Sofia Loren. La aiutano il produttore Gianni Buffardi, sposato con la figlia di Totò, che diventerà il suo fidanzato, e Romano Mussolini, che agisce da produttore ombra (e perderà soldi).
puro siccome un angelo papa mi fece monaco di monza
In un’intervista sul “Corriere d’Informazione” del 18 luglio 1969 Igli Villani dice che la cugina Sofia “non mi ha mai né consigliato né sconsigliato di fare l’attrice, perché non ci frequentiamo. In realtà quando io e le mie due sorelle, Fernanda e Patrizia, eravamo bambine, i rapporti fra le nostre famiglie erano molto cordiali, ma poi si sono andati raffreddando sempre più”. Sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, in data 17 luglio 1969, si sente invece la versione della mamma di Igli Villani, che risponde a una dichiarazione di Sophia Loren che la cugina sarebbe “una bambolina creata da lei”.
Semmai, risponde la mamma “è una bambolina creata da me”. Dopo il film di Grimaldi, si legge che girerà “La tigre reale”, storia di Maria Sofia, moglie dell’ultimo re di Napoli, Franceschiello. E Un caso di coscienza dello stesso Grimaldi. Il primo non verrà mai girato, e nel secondo non compare. Su Rai Movie alle 4 arriva il thriller “Un dramma per televisione” di Clifford Sanforth con Bela Lugosi, mentre su Cine 34 alle 4, 20 avete il bel western “Bandidos”, opera prima di Massimo Dallamano con Enrico Maria Salerno e Terry Jenkins.
Chiudo con due film cultissimi, “Rosmunda e Alboino” di Carlo Campogalliani con Jack Palance, Eleonora Rossi Drago, Guy Madison, Rai Movie alle 5 e l’horror demenziale “Un urlo dalle tenebre” di Elo Pannacciò con Richard Conte, Françoise Prevost, Elena Svevo, Patrizia Gori, Iris alle 5, 25. Del primo si sa che doveva essere diretto da Primo Zeglio, che qui figura sceneggiatore, poi la Titanus lo affidò all’anziano Campogalliani. Cosa che non turbò Zeglio, visto che considerava Campogalliani non solo “un vero e proprio maestro, ma anche il “migliore di tutti gli amici”.
Sempre Zeglio trovava questo film “barbaro, violento, curatissimo. Campogalliani non ha mai sbagliato un film, eppure nessuno ha mai scritto una riga su di lui”. Ma con la produzione ci furono non pochi problemi, dovuti soprattutto ai ripetuti conflitti tra il regista e Jack Palance: le quattro settimane di lavorazione previste divennero cinque e a Campogalliani fu chiesto di pagare la penale contrattuale.
Un carteggio tra il regista e Silvio Clementelli, allora delegato dalla Titanus per la produzione, testimonia il disperato tentativo di Campogalliani perché la Titanus non applicasse la penale: il regista (che si autodefinisce “il vecchio Campogalliani”) ricorda la sua lunga carriera iniziata negli anni Dieci, il fatto che non ha mai tardato nella lavorazione e che i problemi occorsi durante Rosmunda e Alboino erano imputabili esclusivamente al comportamento di Palance. Ma la risposta di Clementelli, molto breve e secca, fu completamente negativa.
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