“LA GRANDE BELLEZZA” IN MEMORIA DELLA ROMA CAFONAL

Michele Anselmi per "il Secolo XIX"

Di sicuro il film italiano più atteso dell'anno. Infatti il festival di Cannes se l'è subito preso in concorso per la prossima edizione, 15-26 maggio, e chissà che la giuria presieduta da Steven Spielberg non gli porti fortuna. È "La grande bellezza": un fastoso affresco romano, tra il mondo di Cafonal e "La dolce vita" cinquant'anni dopo, che Paolo Sorrentino ha girato senza risparmio di mezzi dopo la trasferta americana di "This Must Be the Place".

Quattordici settimane di riprese, un budget da 10 milioni di euro, un cast affollato di partecipazioni speciali, da Carlo Verdone a Sabrina Ferilli, da Isabella Ferrari ad Antonello Venditti, più il fedelissimo Toni Servillo alla sua quarta volta col regista napoletano. Producono la Indigo di Nicola Giuliano e Francesca Cima con Medusa e i francesi Babe Film e Pathé.

"La grande bellezza" sarebbe dovuto uscire in Italia il 25 aprile, ma Cannes esige l'anteprima mondiale dei film in gara. Si fece un'eccezione solo per "Habemus Papam" di Nanni Moretti, due anni fa. Sicché tutto è stato posticipato al 23 maggio, in coincidenza, appunto, con l'esordio sulla Croisette. Speriamo bene con l'estate in arrivo e la gente che va sempre meno al cinema.

Fu proprio "il Secolo XIX", lo scorso maggio, ad anticipare la notizia dell'inattesa accoppiata Verdone-Ferilli escogitata da Sorrentino. Il film all'inizio doveva chiamarsi "L'apparato umano", titolo quanto mai metaforico benché intriso di scherzosa fisiologia e richiamato nella vicenda corale.

Poi si preferì "La grande bellezza", concetto da leggere per antifrasi, o forse no, giacché, nel sovrapporsi delle trame minimaliste e dei tramonti romani, delle feste caciarone sul Tevere e delle miserie umane, alla fine un senso di palpitante venustà affiorerà dalla ritratto di questa "marcia vita" dorata. Del resto, "La dolce vita" non si chiudeva proprio con la virginale e rigenerante apparizione della quattordicenne Valeria Ciangottini?

Set blindato, come s'usa dire in questi casi, riprese estenuanti perlopiù in notturna, massima segretezza sulla trama, la bocca di Sorrentino cucita alle interviste. Si sa, però, che il film, scritto insieme a Umberto Contarello e fotografato da Luca Bigazzi, sarà dedicato al giornalista scomparso Giuseppe D'Avanzo, partenopeo come il regista. Il quale, ancora alle prese con la messa a punto del montaggio finale di circa 150 minuti, s'è lasciato sfuggire nei mesi scorsi solo poche parole.

«Il film è la rappresentazione di un fastoso naufragio, di un diffuso sentimento di impotenza e decadenza che pervade oggi la società italiana in modo trasversale. Ma dietro la perdita di senso, dietro la caduta di valori e la degenerazione estetica dei comportamenti è possibile ritrovare ancora la Bellezza. Immutabile, eterna, assoluta».

Inutile telefonare a Verdone, che vedremo con occhiali e strani baffi nei panni di un perdente di nome Romano, uno sfigato presenzialista, di quelli che bazzicano le feste romane e diventano amici-serventi dei cine-vip. «L'ho promesso, anzi giurato, a Sorrentino. Non parlo, punto e basta. Dico solo che Paolo è il regista che mancava all'Italia, il mio preferito con Fellini, Kubrick e Frank Capra. Il nuovo Antonioni». Quanto alla Ferilli, "La grande bellezza" segna il suo ritorno al cinema d'autore dopo tante fiction forse dimenticabili, in una parte da "bella ciaciona", Ramona, tutta costruita sul fisico esplosivo e sulla fragilità emotiva.

L'idea è di raccontare, con uno sguardo rispettoso al capolavoro felliniano ma senza omaggi espliciti, la condizione umana degli italiani ritratti in quelli che Sorrentino ama definire «il loro avamposto espressivo più noto». Appunto Roma. Con toni da commedia grottesca, feroce, e insieme un punto di vista inconsueto, non moraleggiante, tra canzoncine commerciali e musica sacra, affidandosi a una sorta di Virgilio immerso in un mondo ridicolo e misero allo stesso tempo che avrà, appunto, il volto inconfondibile e il parrucchino sale e pepe di Servillo.

Il personaggio si chiama Jep Gambardella (Sorrentino da sempre ama escogitare nomi bizzarri, anche nei suoi romanzi): un giornalista sessantacinquenne, professionalmente affermato, ben introdotto nei salotti mondani e culturali che contano, con una punta di cinismo ben temperato, lo sguardo disincantato e forse dolente, una straordinaria intelligenza che distilla in battute al vetriolo. Una specie di Raffaele "Dudù" La Capria, più giovane e insofferente. L'ex gagà abbandonò la carriera di letterato dopo il primo romanzo di successo, appunto "L'apparato umano", ma adesso, colpito dalla morte della donna che amò da ragazzo, vorrebbe rimettersi a scriversi. Ma cosa?

È una Roma sontuosa e degradata, fatta di ricconi arroganti e "morti di fama", immobiliaristi, prelati, contesse e spogliarelliste, party esclusivi, terrazze con vista sul Foro, ristoranti per politici al Pantheon, quella di "La grande bellezza". Chi l'ha visto - solo pochissimi fortunati - ne parla come di un film potente e frastornante, anche allucinato, ricolmo di personaggi gasati, buffi o saccenti. Come Stefania, la scrittrice cinquantenne interpretata da Galatea Ranzi: ex amante del segretario del Partito, benestante, con alcuni romanzi alle spalle scritti per una piccola casa editrice, una che da ragazza grondava vocazione civile e oggi pontifica su tutto.

Nel coro di personaggi il Lello di Carlo Buccirosso, la Trumeau di Iaia Forte, più tanti altri incarnati da attori come Giorgio Pasotti, Luca Marinelli, Serena Grandi, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero.
La Roma by Sorrentino riflette l'universo strampalato della mondanità globale, omologata al gusto televisivo: un occhio, forse, agli scatti micidiali di Umberto Pizzi per Dagospia, l'altro ai comportamenti di una classe dirigente, non solo quirite, chiacchierona e fatua, impermeabile alle scosse "grilline", piuttosto mostruosa, solo dedita a festeggiare.

Arresosi all'insensatezza che lo circonda, Jep Gambardella, in buona misura un alter-ego di Sorrentino, si muove tra cultura alta e vacuità bassa. Dirà di sé, attraverso la voce di un mirabile Servillo in giacca rossa, pantaloni bianchi e gin-tonic in mano: «Non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire». Un bel progetto di vita.

 

verdone coi baffi nel film di sorrentino sabrina sul set di La grande bellezza la grande bellezza sorrentino prima foto la grande bellezza sorrentino sul set di La grande bellezza

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...