Pamela Prati che riguarda mamma Pamela è ciò di cui abbiamo bisogno per vivere la fase 3 #DomenicaIn pic.twitter.com/ElEVR7pt7p
— Alla faccia del cazzo (@nonecapate) May 17, 2020
"Io non ho inventato, ho creduto..."
E voi credete a Pamela Prati?
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— Striscia la notizia (@Striscia) May 17, 2020
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Portiamoci avanti con il lavoro, poi spiegheremo perché. Domenica pomeriggio, Mara Venier ha ospitato Pamela Prati per un nuovo capitolo della saga «Mark Caltagirone», ultimo atto del matrimonio taroccato tra la Prati e il fantomatico Caltagirone, il «Pratiful» o il «Game of Rinthrones» da cui Barbara d' Urso e altre trasmissioni hanno tratto nutrimento.
Non vogliamo qui ricostruire il caso (era stato Dagospia a smascherare i protagonisti), ma fornire altro materiale per l' evento comunicativo più contraffatto (e quindi frastornante) degli ultimi anni. Strano che il Servizio pubblico si occupi di questi argomenti; sarà la nuova linea dadaista del direttore di Rai1, Stefano Coletta, in sintonia con il sentire pop. Sorvoliamo sulla conduzione ciabattona di Mara Venier (un giorno scriveranno libri anche su di lei) e soffermiamoci sul fatto che volano ancora stracci, anzi straccissimi tra la Prati, Eliana Michelazzo e Pamela Perricciolo.
L' ex showgirl ha ribadito di essere stata plagiata e di aver subito una truffa crudele da parte del «sistema». Insomma, il classico complotto. Mara ha cercato di consolarla: «Pamela, ma come si può arrivare a tanto? Credimi, io ti conosco, so quanto hai sofferto in questi mesi, ci siamo incontrate. Ho detto al tuo avvocato di non lasciarti sola. Mi hai fatta molto preoccupare, ho temuto per te. Ma mentre mi parlavi io avevo capito che Mark non esisteva. C' era qualcosa che non andava. L' avevo capito».
Giornali molto seri hanno riscoperto l' estetica ruggente di Gerry Calà, altri hanno teorizzato la pulcritudine del lato B di Nadia Cassini. Noi ci portiamo avanti con il lavoro, sicuri che fra qualche anno il «caso Mark Caltagirone» diventerà un cult. Come scriveva Alberto Arbasino: «Quando eravamo sentimentali e soft, di fronte alle grandi masse inconsce e amorfe si diceva volentieri: un gregge di pecorelle eterodirette. La nostra speranza. I giovani. E mo?».
Eliana Michelazzo e Pamela Prati: "quante stronzate dicete"