GLI INVISIBILI DEL TERZO REICH - DAL MARITO DELLA PRINCIPESSA MAFALDA DI SAVOIA AL NIPOTE DI GARIBALDI: QUEI PRIGIONIERI ILLUSTRI FINITI NELLE MANI DI HITLER - FRA LORO ANCHE UN RAGAZZO GEORGIANO IN PREDA AD ATTACCHI D’IRA: ERA IL FIGLIO DI STALIN - - - - -

Nel libro di Mirella Serri la vicenda dimenticata di statisti (Leon Blum e l’ex cancelliere austriaco), capitani d’industria e aristocratici prigionieri delle SS: alcuni sfoggiavano vestiti e panciotti “impataccati ma in buono stato”, altri avevano “l'aspetto da clochard” - “Non uccideteli, possono tornarci utili”

Condividi questo articolo


HITLER HITLER

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”

 

Il mattino del 28 aprile 1945, verso le nove, gli abitanti di Villabassa, paesino della valle di Bries, a trenta chilometri da Cortina d' Ampezzo, rimasero stupefatti di fronte a un piccolo gruppo di persone, alcune delle quali avevano tratti familiari. Erano poco più di cento, ma avevano una scorta imponente: un' ottantina di SS con i mitra spianati.

 

Erano personalità dell' Europa d' anteguerra: generali, capi di governo, ministri, figli di regnanti e di dittatori. Ma i soldati tedeschi non erano lì per proteggerli, bensì per custodirli. Si trattava infatti di prigionieri, sia pure ancora per poco.
 

MIRELLA SERRI ROBERTO DAGOSTINO MIRELLA SERRI ROBERTO DAGOSTINO

Comincia così, con un' immagine evocativa di grande potenza letteraria, il nuovo libro di Mirella Serri, Gli invisibili. La storia segreta dei prigionieri illustri di Hitler in Italia , appena pubblicato da Longanesi.
 

L' espressione «prigionieri illustri», in tedesco Sonderhaeftlinge , non è casuale; è la denominazione che il gergo del Terzo Reich coniò per definire i protagonisti del libro.
Quel mattino di primavera apparvero nel villaggio del Sud Tirolo uomini e donne che sembravano usciti da un nascondiglio della storia, come nella poesia di Montale.

 

MAFALDA 1 MAFALDA 1

Alcuni erano relitti d' uomo e avevano l' aspetto smagrito e smunto tipico dei deportati; altri invece erano riusciti a conservare l' allure e pure l' eleganza di un tempo, e sfoggiavano vestiti e panciotti «impataccati ma in buono stato». Altri ancora avevano «l' aspetto da clochard ».

 

Scrive Mirella Serri che il primo a essere individuato fu l' ex cancelliere austriaco Kurt Alois von Schuschnigg, strenuo difensore dell' indipendenza della patria dalle mire di Hitler e inghiottito dall' Anschluss del 1938. I valligiani lo interrogarono timorosi, e accanto a lui riconobbero anche l' ex borgomastro di Vienna, Richard Schmitz, «ingoffato in un' ampia casacca».

 

Qualcuno che leggeva i giornali riconobbe Léon Blum, il primo ministro che aveva governato la Francia del Fronte popolare, in compagnia della moglie. Il pastore e teologo Martin Niemöller fu salutato da un applauso: fin dal 1934 la sua voce era stata tra le più critiche e coraggiose nei confronti della dittatura nazista.

 

C'erano poi Alexandros Papagos, il ministro greco della Guerra che con i suoi euzones aveva respinto gli invasori italiani in Albania prima dell' arrivo dei carri armati tedeschi; il ricchissimo industriale Fritz Thyssen; l' ex presidente della Reichsbank e ministro dell' Economia Hjalmar Schacht, che aveva rotto con Hitler nel 1937;

mafalda di savoia d assia mafalda di savoia d assia

 

il principe Saverio di Borbone, fratello dell' imperatrice Zita, moglie dell' imperatore d' Austria Carlo I; il nipote di Vjaceslav Molotov, ministro degli Esteri sovietico; il figlio di Miklós Horthy, già reggente dell' Ungheria.
 

Poi c' erano gli italiani. Mario Badoglio, il figlio del maresciallo. Sante Garibaldi, il nipote dell' eroe dei due mondi. L' ex capo della polizia di Salò Tullio Tamburini. Il capo partigiano Enrico Ferrero, tenente colonnello che aveva combattuto sulle Langhe.
 

E c' erano prigionieri tedeschi molto legati all' Italia. Come Fey von Hassel, «moglie dell' ufficiale antifascista Detalmo Pirzio Biroli e figlia di Ulrich, appeso a un gancio da macellaio l' 8 settembre 1944, poco dopo aver partecipato alla congiura contro Hitler». E come il principe Philipp von Hessen-Kassel und Hessen-Rumperheim, marito della principessa Mafalda di Savoia, figlia del re d' Italia.

 

Mafalda però non c' era. «Ricoverata nella baracca delle prostitute a Buchenwald, morta dissanguata a seguito di un lungo intervento chirurgico». La salma della principessa, posta in una bara di legno il 29 agosto 1944, fu calata nella fossa 262 del cimitero di Weimar ed ebbe come epigrafe «Eine unbekannte Frau», una donna sconosciuta.

 

COVER LIBRO SERRI COVER LIBRO SERRI

stalin and churchill 2 stalin and churchill 2

L' autrice riporta la testimonianza di un' altra Savoia, Maria Gabriella: «Zia Mafalda ha pagato per tutti. È stata un capro espiatorio. La sua morte tragica, in un campo di concentramento nazista bombardato dagli alleati angloamericani, dopo un anno di prigionia, è una grande lezione di coraggio e di umiltà. È finita come milioni di altri poveri innocenti, umiliata e uccisa. A nulla le è servito essere la figlia di un re, Vittorio Emanuele III».
 

La storia degli Invisibili rappresenta un nuovo capitolo del lungo percorso che Mirella Serri ha compiuto nel Novecento italiano, indagando «i redenti», gli intellettuali passati dal Duce a Togliatti, «i sorvegliati speciali», lo spionaggio di regime a danno di scrittori e giornalisti, il «breve viaggio» di Giaime Pintor nella Germania nazista, e «un amore partigiano»: il legame tra Gianna e Neri, giustiziati dai loro compagni di lotta, sullo sfondo delle ultime ore di Claretta Petacci.
 

STALIN STALIN

Ora la vicenda dei «prigionieri illustri» conferma da una parte la spietatezza di Hitler verso coloro che considerava traditori, dall' altra la spregiudicatezza di un regime che diramava direttive del tipo: «Non uccideteli, possono tornarci utili».
 

Esemplare è la storia, decisamente poco nota, di un prigioniero georgiano che la Serri ricostruisce in un capitolo avvincente. «"Il mio compagno di cella... si fa chiamare Jakov", aveva cominciato a far la spia il detenuto che alloggiava con lui. "È un tipo strano, non parla mai... Ogni tanto piange, ha attacchi di rabbia, picchia con i pugni e sbatte la testa contro le assi della baracca...

HITLER 9 HITLER 9

 

Però una notte che era in vena di confidenze si è aperto con me. Mi ha rivelato il suo vero nome che peraltro, dice, gli ha portato solo sfortuna: Jakov Josifovic Dzugašvili. Sa di chi si tratta?". "No". "È il figlio di Stalin"».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – IL DIAVOLO TRA DUE FUOCHI. IL MATRIMONIO TRA LOPETEGUI E IL MILAN È A UN PASSO. L’ACCORDO ECONOMICO È STATO TROVATO. MA PER L’ARRIVO DEL BASCO AL POSTO DI STEFANO PIOLI MANCA L'OK DI IBRAHIMOVIC, NOMINATO DA CARDINALE SUO PLENIPOTENZIARIO NEL CLUB – ZLATAN SPINGE PER ANTONIO CONTE, SOLUZIONE PIÙ GRADITA ALLA PIAZZA, IN CERCA DI UN MISTER CON GLI ATTRIBUTI (E LOPETEGUI IN SPAGNA È DETTO “EL CAGON”…) – RIUSCIRÀ IBRA A CONVINCERE LA SOCIETÀ A PUNTARE SU UN TECNICO DALLA PERSONALITÀ STRARIPANTE E MOLTO COSTOSO?

UN PUCCINI ALL’IMPROVVISO! – SCOOP! UN BRANO INEDITO DI GIACOMO PUCCINI SARA’ ESEGUITO PER LA PRIMA VOLTA AL LUCCA CLASSICA MUSIC FESTIVAL, IL PROSSIMO 28 APRILE – COMPOSTO NEL 1877 DA UN GIOVANE PUCCINI, S’INTITOLA “I FIGLI DELL’ITALIA BELLA – CESSATO IL SUO DELL’ARMI”: ERA RIMASTO A LUNGO “NASCOSTO”, POI DISPONIBILE SOLO IN FORMA INCOMPIUTA E, INFINE, RIPORTATO ALLA LUCE NELLA SUA INTEGRITA’ GRAZIE AL CENTRO STUDI PUCCINI – IL MISTERO DIETRO ALLA PARTITURA E I DIRITTI AQUISITI ORA DAL CONSERVATORIO “LUIGI BOCCHERINI” DI LUCCA...

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT – L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...