marco mengoni

“DA RAGAZZINO PESAVO 106 CHILI” – LE CONFESSIONI DI MARCO MENGONI: “È UN PROBLEMA DI FAMIGLIA. SONO CRESCIUTO IN UNA FAMIGLIA MATRIARCALE. NONNA, MAMMA E ZIA ERANO BELLISSIME MA SI VEDEVANO PIENE DI DIFETTI” – “UN GIORNO MAMMA, SENTENDOMI PROVARE IN CAMERETTA, DISSE “FORSE DOVRESTI CANTARE”. PER SOSTENERE LA PASSIONE PULIVO I CESSI DEI RISTORANTI” – "VORREI SPENDERE DENARO MA NON CI RIESCO. IL MASSIMO E' LA SPESA PER I PENNELLI..."

Estratto dell’articolo di Andrea Laffranchi per www.corriere.it

marco mengoni

 

Non dite a Marco Mengoni che è bello . «Potrei rispondervi in tono finto stizzito...». Non fatelo, ma lui è così. «È un atteggiamento figlio della mia storia psicologica... Tutta colpa del dismorfismo, un problema di famiglia». […]

 

Il dismorfismo è un disturbo che ci fa percepire difetti inesistenti o più grandi di quanto non siano in realtà. Ci racconta le sue origini?

«Sono cresciuto in una famiglia matriarcale. Nonna Iolanda è rimasta vedova presto e ha fatto la mamma, la nonna e la manager del negozio di famiglia a Ronciglione. Ci teneva all’apparenza, sempre precisa nel trucco e nei capelli, quasi caricaturale. Lei, mamma e zia erano donne bellissime che però nell’intimità soffrivano vedendosi piene di difetti. Si buttavano giù. Quante volte le ho sentite dire “quanto so’ brutta”. Mamma ha delle bellissime gambe e non si è mai messa la gonna, per vergogna...».

marco mengoni vince il festival di sanremo

 

A lei i complimenti davano fastidio anche da teenager o è una conseguenza del successo perché temeva che avrebbero coperto il talento?

«Da ragazzino proprio no, nel senso che non pensavo proprio di poter avere appeal. Pesavo quei 106 chili, avevo i capelli lunghi che mi coprivano gli occhi quasi a non voler far individuare il mio stato d’animo. Più avanti ho fatto fatica a capire il confine fra bellezza oggettiva e soggettiva proprio per il dismorfismo, che è una patologia, e così ho iniziato a lavorare su me stesso. È stato difficile accettare che gli altri mi vedessero bello e anche nel mio percorso di analisi e terapia ci siamo incagliati su questo. Alla fine fa piacere sentirselo dire, però penso che la bellezza sia quel condimento in più in un piatto che deve essere già buono».

 

marco mengoni in atelier versace

[…]

L’anno scorso all’uscita di Materia ( Terra ) ha detto di aver preso a schiaffi le sue paure. Scomparse?

«In questi due anni ho imparato a dare il peso giusto alle cose. Se ne è andata anche quella di addormentarmi che era legata alla paura di perdere il controllo. Nella fase di sonno si attiva una zona del cervello che dà sfogo alla parte emotiva. Ancora oggi a volte ci vado in conflitto. E quando accade si riversa pure sul fisico e mi si incricca la schiena... Mi resta forse la paura di perdere i punti di riferimento, ma per fortuna ci sono persone che mi tengono ancorato».

marco mengoni vince la serata duetti

 

[…]

Il primo ricordo di famiglia?

«Ho il cervello fatto male e la memoria si perde... Mi ricordo di mio nonno paterno, Sestilio, e della malinconia del Natale. Sono nato il 25 dicembre e non ho mai avuto la festa di compleanno. Da bambino avevo un po’ di invidia per gli altri amichetti... Adesso festeggio quando mi pare, invito gli amici e cucino io».

marco mengoni

 

[…] Ritorni al nonno. Che faceva con lui?

«I miei genitori lavoravano molto e sono cresciuto con lui. Mi portava a scuola, a fare gite al lago di Vico, stavo con lui nell’orto e in campagna dove c’erano molti animali. Odio le oche perché quando i miei mi tolsero il ciuccio dissero che se l’era portato via una di loro. Ho visto anche cose orribili per un bambino... un pollo a un certo punto va anche mangiato... ma quelli del nonno facevano una fine migliore di quella che oggi gli riservano gli allevamenti intensivi.

 

Serviva a metterti davanti a una realtà forte, ad avere rispetto per la natura. Nonno era un soggetto popolare, era romanista e frequentava un club. Me lo ricordo sempre pieno di fumo. Giocava a carte con gli amici e alla fine mi comprava il Mordicchio, un dolcetto fatto di arachidi caramellate con una confezione gialla e rossa».

mengoni

 

Il primo ricordo musicale?

«In famiglia c’era molto talento, mamma cantava nei pianobar, zio suonava la chitarra e organizzava concerti jazz... Alle medie mamma mi obbligò a prendere lezioni di pianoforte. Non sopportavo i solfeggi... All’epoca avevo l’hobby del cavallo, ereditato invece dal ramo paterno. Un giorno papà mi portò una nuova cavalla, una tre quarti imponente e abbastanza nervosa. Eravamo in un noccioleto e lei a un certo punto partì per una cavalcata senza fine. Furono dieci minuti brutti, avevo perso le redini ed ero aggrappato alla criniera.

 

Davanti a un ruscello lei si bloccò, smontai e quando mio padre ci raggiunse gli consegnai le briglie e dissi “mai più”. Tornai a casa a piedi. Mollato il cavallo chiesi di prendere lezioni di chitarra. Quindi arrivano le prime amicizie con la stessa passione e a 13-14 anni fondiamo la prima band, The Brainless. Facevamo rock, punk, cover dei Deep Purple e inediti».

marco mengoni SANREMO 2023

 

Ha scoperto lì la voce?

«No, ero alle tastiere e ai cori. In quei tempi qualcuno iniziò a notare la mia voce e un giorno mamma, sentendomi provare in cameretta, disse “forse dovresti cantare”. Arrivò così un altro gruppo, The Play Mars. Cominciavo a divertirmi, era uno sfogo. Per sostenere la passione investivo i soldi guadagnati nei lavoretti, tipo pulire i cessi dei ristoranti di qualche amico di famiglia durante l’estate, per comprare casse, cavi e strumentazioni varie».

marco mengoni foto di bacco (2)

 

La più grande cavolata che ha fatto quando invece ha iniziato a guadagnare bene?

«Nonno e papà mi hanno insegnato a essere misurato. Vorrei spendere, ma non riesco. Mia cugina, che segue i miei conti, mi dice che ogni tanto dovrei anche portarle qualche fattura. Il massimo è la spesa per colori a olio particolari o pennelli. A proposito di spese non fatte, mi sono confezionato pure le tende di casa con una macchina da cucire (va anche a prenderla per mostrarla ndr ). Nonna era sarta...».

 

[…]

marco mengoni sanremo 2023 1

Si è iscritto all’università. Psicologia.

«Ho avuto problemi a gestire le fasi post tour: tornavo a casa, felice per qualche settimana e poi avevo un crollo. Mi sentivo perso e scappavo per un viaggio. A un certo punto avevo preso casa a New York, il volo avrebbe dovuto essere il 10 marzo 2020 e tre giorni prima hanno chiuso l’Italia... Avevo bisogno di qualcosa per tenere allenato il cervello e la paura degli esami che ricordavo dall’unico anno che ho frequentato in passato era la sola che mi dava l’ansia del pre-concerto. Una tensione che mi fa sentire che esisto».

marco mengoni sanremo 2023

 

[…] Lei ha omaggiato le sue radici black nella prima parte del progetto, in Pelle c’è una parte di canzone italiana ( Caro amore lontanissimo , inedito di Sergio Endrigo che è la colonna di Il colibrì , film di Francesca Archibugi tratto dal romanzo di Veronesi; un duetto con Samuele Bersani) e la sua apertura alla contaminazione e alla diversità. In Unatoka Wapi il ritornello è in swahili, in America l’accuserebbero di appropriazione culturale.

marco mengoni in versace

«Per quel brano ho collaborato con Clap Clap, produttore che è un’autorità in materia di percussioni africane, ha studiato l’afrobeat sul posto, il suo è un gesto d’amore. Sarebbe espressione dell’estremismo di questi tempi se si parlasse di appropriazione culturale. Ci sono confini terrestri ma credo che la musica debba essere senza».

 

Il politicamente corretto è un estremismo?

«Il discorso è delicato. Ho paura degli estremismi, ma certe battaglie devono passare per una forzatura. Le rivoluzioni hanno momenti di picco dopo i quali, ottenuti i risultati, si può allentare la presa».

 

Aveva fatto un appello per andare al voto il 25 settembre. Il risultato delle urne la soddisfa?

«Vedo qualcosa che mi spiace ed è l’astensionismo. Il voto è il momento in cui puoi esprimere potere sul tuo futuro. E poi che dico... auguri. Non mi nascondo: c’è stato un voto e non condivido certe posizioni di chi si appresa ad andare al governo. Spero vengano presi provvedimenti utili e che non si regredisca su temi come i diritti, la libertà della donna di fare del corpo ciò che vuole... Se cambiano queste cose mi incazzo e scendo in piazza pure io. Siamo nel 2022, non dimentichiamocelo, e non si torna indietro». […]

AMADEUS MENGONIMARCO MENGONI A SANREMO MEMEmarco mengoni e filippo scottimarco mengonimargo mengonimarco mengonimarco mengonimarco mengoni foto di bacco (3)marco mengonimarco mengoni foto di bacco (1)marco mengoni in versace

 

amadeus marco mengoni. terza serata sanremo 2023. mengoni 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...