nino frassica

“SOFIA COPPOLA MI SCELSE PER UN FILM DOPO AVER VISTO “INDIETRO TUTTA”. DOVEVO IMPERSONARE UN PRESENTATORE ITALIANO PACCHIANO E LEI PENSAVA CHE LO FOSSI VERAMENTE” - NINO FRASSICA CONFESSIONS: "GRAZIE A DON MATTEO HO RECITATO CON JOHNNY DEPP E ANGELINA JOLIE. RICORDO UN CATERING ECCESSIVO, SPROPORZIONATO. TANTO FANATICI 'STI AMERICANI" - “BALLANDO CACAO MERAVIGLIAO RISCHIAI DI SOFFOCARE CON UNA FETTA DI LIMONE. TUTTI PENSAVANO CHE FACESSE PARTE DELLA SCENETTA. PER FORTUNA CHE…” - I MESSAGGI SULLA SEGRETERIA TELEFONICA DI ARBORE - VIDEO

Emilia Costantini per il “Corriere della Sera”

 

nino frassica renzo arbore

Nino Frassica, raccontiamo finalmente il contenuto della famosa telefonata che fece a Renzo Arbore, grazie alla quale entrò nella sua squadra. Che vi siete detti?

«Premetto che, quando ho iniziato, la tv era in bianco e nero, non esistevano i social e come era possibile farsi conoscere? Citofonando ai produttori, ai registi, agli attori famosi o... mandando messaggi dentro le bottiglie di vetro? Io ero cresciuto a pane e Alto gradimento , la mia scuola, la mia luce, ne ero un ammiratore sfegatato.

 

L'idea di chiamare Arbore, il numero lo avevo trovato semplicemente sull'elenco telefonico, mi era venuta leggendo che Andy Luotto gli aveva telefonato e lo showman, dopo averlo ascoltato, lo aveva convocato e poi scritturato.

 

All'epoca non esistevano i cellulari e non ci fu una vera e propria telefonata, mi limitavo a lasciargli vari messaggi sulla segreteria del telefono di casa. Per esempio, gli dicevo: sono un mio ammiratore, e questa è la mia segreteria telefonica... conto fino a tre, al tre stacco... Oppure: sono un comico dilettante e non cerco lavoro... Lui, incuriosito, mi richiama e dice: se ti trovi a passare da Roma, vieni a trovarmi. Io vivevo a Messina e, guarda caso, il giorno dopo mi capita di passare per Roma».

nino frassica renzo arbore

 

Tra voi, amore a prima vista?

«Mi guarda ed esclama: sembri un napoletano... non ho mai capito il perché della sua affermazione, ma era un complimento, i napoletani sono simpatici. Di sicuro, Renzo era colui che poteva capirmi meglio».

 

Rispetto a chi?

«Quando cercavo lavoro, non sono andato da Pippo Baudo, come facevano i siciliani cercando una complicità regionale e chiedendogli un aiuto... La mia era una comicità diversa, simile a quella degli attori di cui si serviva Arbore e con lui, Gianni Boncompagni, Mario Marenco, Bracardi, iniziai alla radio, nel programma Radio anghe noi , poi in tv: Quelli della notte e Indietro tutta! ».

 

nino frassica johnny depp

Dove impersona il frate Antonino da Scasazza...

«Sì, mi propone di fare questo fratacchione, personaggio di cui non sapevo nulla, ma ho subito accettato: avrei detto sì anche se mi avesse proposto di impersonare un astronauta o un pompiere... Però dovevo prepararmi perché l'improvvisazione, che mi ha insegnato Renzo, non è mai veramente improvvisata. Nei suoi programmi non esisteva un copione, ma un canovaccio, sulla base del quale creare le tue battute. Insomma, il fascino della diretta, che però una volta poteva farmi finire davvero molto male».

 

Che cosa accadde?

«Mentre ci esibivamo in Cacao Meravigliao , mi metto in bocca una fetta di limone che, cantando e ballando, mi va per storto: stavo soffocando, ma gli altri pensavano che scherzassi, che facesse parte della scenetta. Per fortuna uno dei tecnici si è accorto che non era uno scherzo, mi ha assestato due botte sulla schiena e mi ha salvato».

 

Ma la sua vis comica, Frassica, dove, come e quando nasce? Da chi l'ha ereditata?

«Più da parte di padre, molto spiritoso, che di madre, ma soprattutto nasce come reazione alla noia della provincia dove sono nato, Galati Marina, alla periferia di Messina. Sono sempre stato pigro e nell'ozio mi piaceva organizzare degli scherzi. La mia carriera ha preso il via come "scherzista" nel bar Suaria del mio quartiere: lo scherzo, di per sé, è già una forma di teatro».

nino frassica 18a6966

 

Per esempio?

«Negli anni della propaganda in cui la Dc cercava voti, organizzava camion pieni di pacchi regalo che distribuiva nei paesi. Un modo sfacciato per comprare i consensi degli elettori. Una volta, forse a Natale o a Pasqua, mi invento di fare una locandina, che appesi nella piazza della chiesa, dove si annunciava che la domenica bisognava presentarsi alle 9 del mattino, portando la carta d'identità.

 

Sarebbe arrivato il camion con i regali da distribuire alla popolazione. I paesani si presentano puntuali, col documento in tasca, aspettando la "provvidenza", convinti di ricevere i pacchi... e invece c'ero io che, con i miei amici, ridevo a crepapelle. Un altro scherzo divertente, quello nella cabina telefonica...».

 

Cioè?

frassica troisi arbore

«Era un periodo in cui accadeva spesso, lì a Galati, che le cabine venivano massacrate da atti vandalici. Non se ne trovava più nessuna funzionante e allora io, un giorno, mi infilo in una che era un po' meno massacrata, sia pure col telefono sfasciato.

 

Faccio finta di intrattenere una lunga telefonata, vengo avvistato da qualcuno che, convinto di aver trovato finalmente una cabina che non fosse fuori uso, aspetta il suo turno, si forma una fila... Io continuo a recitare il botta e risposta con il fantomatico interlocutore, mentre quelli fuori cominciano a sbuffare per l'attesa... A un certo punto, fingo di salutare il mio interlocutore, esco dalla cabina e scappo dietro l'angolo per assistere a una scena esilarante. I poveretti entravano dentro, componevano il numero, ma il telefono era morto... Non rendendosi conto della burla, dicevano: ma quello come ha fatto a telefonare?».

nino frassica

 

Altre cattiverie?

«Poco fuori il paese, c'era un torrente, la Fiumara, che era ormai secco, trascurato e ridotto a uno scarico di spazzatura. Con i soliti amici, andammo in giro a dire che proprio là ci era apparsa la Madonna... e qualcuno c'ha creduto».

 

Una delle caratteristiche della sua comicità è storpiare le parole, oppure capovolgere le frasi, dando un senso opposto a quello originale, un non senso tipo: beati gli ultimi perché saranno umiliati...

«La mia grande passione è il teatro dell'assurdo, tanto che da ragazzo chiamai la mia prima compagnia amatoriale a scuola I cantatori pelosi sono figli della cantatrice calva , un omaggio a Ionesco».

 

Che scuola ha frequentato?

«Mio padre voleva che facessi il geometra, a me non piaceva perché l'istituto era frequentato tutto da maschi, mentre la vicina scuola di ragioneria era piena di femmine».

FRASSICA TERENCE HILL

 

E allora: geometra o ragioniere?

«Per ubbidienza frequentai il primo anno da geometra, venni bocciato per le assenze, perché la mattina mi chiudevo nei cinema a guardare film a ripetizione. Poi passai a ragioneria».

Il cinema lo ha frequentato poi non solo da spettatore, anche da attore in tanti film...

«A cominciare da quello di Arbore: FF.SS.- Cioè, che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? Che ricordo divertente».

 

Ma lei ha recitato anche in un film diretto da Sofia Coppola, Somewhere , e in The Tourist , con Johnny Depp e Angelina Jolie.

«Sì, quest' ultimo diretto da un regista tedesco con un nome difficilissimo: Florian Henckel von Donnersmarck... pronunciarlo, una fatica».

 

Coppola la scelse proprio per aver visto «Indietro tutta».

«Mi offrì un piccolo ruolo, dovevo impersonare un presentatore italiano pacchiano e lei pensava che lo fossi veramente! Solo che non aveva capito una cosa fondamentale: io per fare quel personaggio nel programma di Arbore, mi ero ispirato proprio ai presentatori pacchiani delle tv americane. Insomma, americaneggiavo , era una presa in giro della tv americana, e la Coppola volendo prendere in giro la tv italiana aveva scelto me: un circolo vizioso».

 

Con Depp e Jolie com' è andata?

arbore delogu frassica

«Venni scritturato perché la madre del regista, quello col nome difficile, era un'appassionata di Don Matteo , fiction molto nota in Germania, e le era piaciuto tanto il mio Maresciallo Cecchini. Quando il figlio doveva girare alcune scene del suo film in Italia, mi cercò per fare un omaggio alla madre e si inventò un ruolo per me: la guardia che insegue Depp a Venezia sul Canal Grande».

 

Come si è trovato sui set internazionali?

«Era come andare allo zoo, più che attore mi sentivo spettatore di quello che avveniva intorno a me e ho visto tanta esagerazione...».

In che senso?

«Per Depp e Jolie uno spiegamento di guardie del corpo da far invidia al presidente degli Stati Uniti e poi un catering eccessivo, sproporzionato. Tanto fanatici 'sti americani».

 

nino frassica

E con quale regista italiano vorrebbe lavorare?

«Paolo Sorrentino. Lo ammiro da spettatore e nei suoi film ho visto dei ruoli che mi sarebbe piaciuto fare».

 

Si è stancato di interpretare il Maresciallo di Don Matteo?

«No. Mi sarei stancato se il mio ruolo fosse limitato al militare che interroga i colpevoli, o insegue gli assassini. Invece l'evoluzione della commedia è un continuo stimolo a fare cose diverse. Mi piace il personaggio Cecchini nel suo aspetto del privato quotidiano e non dell'investigatore di polizia».

 

La più grande soddisfazione avuta nella sua carriera?

«Una piccola medaglia, che però ricordo con piacere. Erano i primi anni Ottanta, vado ai Giardini Naxos per assistere ai premi della regia televisiva. Per ben tre anni di seguito non riesco a entrare come spettatore, perché non avevo il biglietto, né un invito e, non essendo conosciuto, senza una raccomandazione non potevo essere ammesso. Ma nel 1985 succede il miracolo. Là dove non mi facevano entrare, quella sera c'era una marea di gente che inneggiava Nino! Nino! Nino! Ero diventato famoso in tv e... anch' io tra i premiati».

frassica

 

Lei ha pubblicato vari libri, non le è mai venuta voglia di scrivere una sua sceneggiatura?

«Come no! Ne ho scritta una a metà strada tra fiction e sit-com dove si improvvisa molto. Racconta di una "banda" scalcinata, una specie di "soliti ignoti" che vogliono rubare i soldi della lotteria... e l'ho intitolata "L'abanda"».

marenco frassicafrassica faziofrassica arborenino frassicaSofia e Francis Ford Coppola nel 2018nino frassica a sanremosofia coppolafrassica arborefrassica e baglionirenzo arbore nino frassicaFRASSICAFRASSICAfrassicaFRASSICA 2FRASSICAFRASSICAFRASSICA ARBOREFRASSICA 3nino frassica the tourist

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...