Tanti anni fa ho fatto un programma con maria Giovanna #maglie in cui ogni settimana litigavamo sui temi del giorno. Alcuni di quelli che le tirano addosso note spese di un quarto di secolo fa, soprattutto colleghi moralizzatori, non potrebbero nemmeno allacciarle le scarpe.
— Luca Telese (@lucatelese) February 1, 2019
Trovo patetiche le polemiche sul possibile ingaggio di @mgmaglie a @RaiUno Piaccia o no, lei come ognuno di noi ha le sue idee e la sua storia. Una professionista non si giudica a priori, lo si fa dopo aver verificato la qualità del prodotto che è chiamata a “cucinare”
— pierluigi diaco (@pierluigidiaco) February 1, 2019
- CRAXI, LA MAGLIE, GLI INDECENTI. ¡HASTA MAÑANA!
Maurizio Crippa per ''il Foglio''
Ci siamo persi di vista da molto tempo, con Maria Giovanna Maglie, come è giusto che accada nelle amicizie senza un dare e un avere, solo l’allegria dei gossip e la gara alla battuta più perfida (vinceva sempre) per mettere sapore intorno al lavoro, come il sale sul bordo del Margarita. Non la leggo da mo’, ma non condivido una riga di quel che dice, suppongo in laica reciprocità.
Ma che adesso l’impedimento a farla tornare in Rai sia che è stata craxiana, nella Rai in cui tutti sono stati tutto, e molto peggio che craxiani, e con le saccocce gonfie, e non si sono mai dimessi, manco a babbo morto, fa ribrezzo. Altri sono incazzati perché è trumpiana, ergo salviniana. L’occupazione dei posti pubblici di questa masnada è davvero repellente.
Ma vivaddio, prendersela con la “simpatica stronza” (questo è un copiaincolla, prendo in prestito) dopo che a capo dell’azienda c’è una roba come Marcello Foa; prendersela con l’unica di questa orda che parli l’italiano, lo sappia anche scrivere bene, perché aveva fatto la radio e sapeva dettare pezzi al telefono all’impronta, fingendo di aver davanti il testo scritto, e invece col cazzo.
Prendersela con lei, in mezzo a tutti questi andati al governo con il pedigree giornalistico di Paragone, di Casalino. La Maglie al posto che fu di una bieta lessa come Biagi. E allora? Ci vuole più decenza, per fare i censori. Salutava sempre dicendo ¡Hasta mañana!, ricordo dei vecchi tempi in cui la sinistra castrista andava ancora di moda. Oggi chissà come fa, coi muri di Trump.
- BOICOTTANO LA MAGLIE IN RAI PERCHÉ È FUORI DAL CORO
Estratto dall'articolo di Maurizio Belpietro per ''La Verità''
Gianfranco Funari, che sulle reti del servizio pubblico conduceva un programma che era più politico delle tribune politiche, non era iscritto all' Ordine dei giornalisti. E ciò nonostante, pur avendo fatto il rappresentante di commercio, il croupier e persino il cabarettista, nessuno gli chiese l' esibizione del patentino bordeaux da cronista per condurre i programmi della Rai.
Stessa cosa è capitata a Piero Chiambretti, che negli anni Ottanta su Rai 3 imperversava con trasmissioni tipo Va' pensiero, un contenitore tv dove si susseguivano interviste ironiche e approfondimenti culturali. Tra gli esentati dall' iscrizione alla categoria degli imbrattacarte, a cui anch' io modestamente appartengo, si potrebbe poi citare Fabio Fazio, il quale ogni volta che invita un onorevole e lo sottopone a sorrisini e fusa, fa più politica degli stessi politici che ospita.
E tuttavia, sebbene né Funari, né Chiambretti e neppure Fazio siano ora o siano mai stati giornalisti, a nessuno è venuto in mente di inibire loro la conduzione (…)
Io stesso penso da tempo che l' Ordine debba essere abolito e quando, nel 1997, i Radicali proposero di abrogarlo, fui tra i pochi direttori a schierarmi a favore del sì. Purtroppo il plebiscito non raggiunse il quorum e così siamo qui ancora a fare i conti con l' elenco degli iscritti.
Bene, anzi male: Maria Giovanna Maglie non è iscritta. Ma io mi domando: qual è il problema? Che la signora faccia e abbia fatto negli ultimi quarant' anni la giornalista è cosa nota anche ai sassi, fin da quando, nel 1991, seguì per conto del Tg 2 la Guerra del Golfo. La sera le sue cronache informavano gli italiani di quel che stava accadendo in quell' angolo del mondo, una guerra che, come si ricorderà, vide schierata contro l' Iraq una coalizione multinazionale. Dopo di che l' abbiamo seguita per anni come corrispondente da New York. E prima di approdare al servizio pubblico era stata all' Unità e negli anni dopo la Rai ha scritto per altri quotidiani, dal Giornale al Foglio, oltre che collaborato a trasmissioni radiofoniche. Insomma, iscritta o non iscritta all' Ordine, Maria Giovanna Maglie è una giornalista. (…)
luca telese e maurizio belpietro
La verità è che la Rai, intesa come corporazione che ha gli occhi strabici orientati solo a sinistra, una giornalista che ama Trump e non disprezza Salvini non la vuole. All' Usigrai, il sindacato interno, il conduttore va bene solo se dice che il presidente americano è un puzzone e il vicepresidente italiano è un barbaro. Altrimenti no, il collega - anzi, la collega - non è adatta ad apparire all' ora di cena sui teleschermi degli italiani.
La questione è tutta qui ed è politica. Anche fra i 5 stelle si è levata qualche voce contro la Maglie, alla quale verrebbe addebitato d' essere raccomandata. Il che è un pretesto forse ancora più ridicolo di quello del patentino da giornalista. Che vuol dire raccomandata? Nella tv pubblica ci sono legioni di giornalisti raccomandati e nessuno ha mai obiettato alcunché.
Enzo Biagi, che in Rai è ancora oggi venerato come un santo, diceva che quando c' era da assumere alcuni cronisti, a Viale Mazzini la procedura era la seguente: mettiamo a libro paga un democristiano, un comunista e un socialista. Se poi avanza un posto, diamolo a uno bravo. Ecco, nel caso della Maglie dev' essere il turno di quella brava.
- VENGO DOPO IL TG? NO, TU NO. NON VOGLIONO FAR ENTRARE IN RAI MARIA GIOVANNA MAGLIE
Renato Farina per ''Libero Quotidiano''
Vengo dopo il Tg? No, tu no. Non vogliono far entrare in Rai Maria Giovanna Maglie. Le hanno già sottoposto il contratto per condurre sei sette minuti di informazione dopo il Tg 1 serale, dal lunedì al venerdì. Giammai. No, tu no. Barricate si ergono nei quartieri alti dell' intellettualità e del giornalismo perché non osi tornare dove aveva lavorato fino a circa 25 anni fa.
Per questo veto che ha il sapore osceno del razzismo culturale e non solo, ci sono delle ragioni dichiarate, che sono pessime. E poi ci sono i motivi veri, che sono pure peggio.
Cominciamo da quelle esposte sui tatzebao di internet e sulle bacheche di Saxa Rubra. In sintesi, la Maglie è un babau politicamente e moralmente squalificato. La colpa è essere oggi sovranista, qualunque cosa voglia dire questa parola: è trumpiana (di cui ha intuito il successo quando nessuno ci credeva neanche negli Usa) e per la chiusura delle frontiere.
È pro Israele e anti Maduro. Sostenitrice di Putin. Polemista che non lesina di esporre il suo fianco che supponiamo oltre che vasto candido. Insomma: le prende e le restituisce anche su Twitter con abilità vincente. Così è riuscita a radunare sinistra e 5 Stelle, che insieme al giornalismo progressista (l' 85 per cento ad occhio del totale), si sono costituiti in un Comitato nazionale di resistenza alla perfida Maglie.
ORDINE DEI GIORNALISTI
enrico mentana bettino craxi gianni letta
Moralmente sarebbe abbietta per tre motivi. Il primo è che, con onestà, ha ammesso di essere stata introdotta in Rai da Bettino Craxi, dopo che aveva abbandonato l' Unità, pervenuta lì perché fida allieva di Giancarlo Pajetta. Le rimproverano cioè - se capiamo bene - di essere entrata in Rai come socialista invece che come comunista, come la figlia di Miriam Mafai, moglie di Pajetta, o qualcun altra che è troppo facile citare.
Di solito in quel periodo i giornalisti dell' Unità già in crisi finivano invece al Corriere della Sera. Capita che i raccomandati di Bettino in Rai fossero bravi: tipo Enrico Mentana. Lei però non ha mai dato il calcio dell' asino. E questa è la scusa per il veto dei grillini al ritorno di Maria Giovanna: è una raccomandata! E Beppe Grillo non era mica raccomandato da Pippo Baudo? E Carlo Freccero chiamato a dirigere Rai 2 nel 1994 secondo voi era ostile a Berlusconi? Ma va là.
Buffoni.
MIRIAM MAFAI FOTO ARCHIVIO UNITA jpeg
La seconda ragione è detta ma non fino in fondo. Nel 1994 era corrispondente dall' America, e si dice che le sue note spese fossero leggendarie. Non lo escludo. Del resto la Rai era famosa per questo, o no? Le chiacchiere le hanno causato una denuncia per truffa alla magistratura. Risultato: la denuncia è stata archiviata. Giustizialisti anche con gli archiviati? Che vergogna.
Terza, e ridicola motivazione: non è più iscritta all' Ordine dei giornalisti, avendo dimenticato di pagare il bollo da tre anni. Ma dai. Fabio Fazio ha vinto il premio "è Giornalismo" e non è mai stato iscritto, e se lo era non avrebbe allora potuto fare la pubblicità del detersivo e del Lotto. Sono ridicoli.
Quarto. È esterna alla Rai, bisogna usare le risorse interne. Se uno deve rinforzare la squadra va sul mercato, non è costretto a riciclare nobili travet. Una come la Maglie, con le idee sopra esposte, esprimerebbe - a leggere i sondaggi - idem-sentire con la maggioranza dei telespettatori. Non va bene? Gli italiani hanno bisogno di lezioncine di etica un tanto al chilo, di cui hanno l' esclusiva Fabio Fazio e Massimo Gramellini, un tantinello esterni al vivaio Rai anche loro?
Siccome la ricordo bravissima trent' anni fa dall' America e dal Medio Oriente come corrispondente del Tg2, e tuttora spettacolare nelle sue analisi della politica estera e degli umori italiani, spiego il vero motivo dell' ostilità gridata con altre ragioni. La signora non è grassa. Di più. Ha quel tipo di obesità enorme, apocalittica, che non ispira risa di compassione ma la paura di finire mangiati da questa creatura behemotica.
giancarlo pajetta napolitano berlinguer
Più che bucare il video lo accarezza e quello le finisce in bocca. Quando arrivò in Rai era chiaro chi fosse il suo antecedente letterario delle dirette: Ruggero Orlando, con quel suo stile antico e calamitante. Si fondeva con ciò che raccontava, con una tecnica assertiva. Un' idea per volta, non di più. A volte mezza? Meglio ancora. Così Maria Giovanna.
IL PUBBLICO
Non diranno questa banale verità. Che temono il suo peso fisico e comunicativo in combinato disposto di efficacia. Non avranno questo coraggio. Tra le poche cose buone del politicamente corretto in America c' è infatti pure il divieto di dare del ciccione. È una forma di razzismo. Ma è peggio esercitarlo che dirlo, con la tecnica che Umberto Eco chiamava "censura additiva".
Fate caso a che tipo di foto corredino sul web le polemiche e i ritratti. La depongono sull' iPad o sullo smartphone come una balena morta. Che schifo. Non è così. Giuro. Hanno paura. Un obeso bravo, pungente, è come Porthos: ti infilza con classe, non te l' aspetti, e risulta pure simpatico, a dispetto dei ritratti confezionati su di lei per catturarle ostilità. E bocciarne l' ingresso. Poi (di nascosto) diranno che non è entrata perché non ci passa.
La colpa non è dunque per le sue idee.
Ma perché è brava a farle valere, temono che sfondi con le sue opinioni incontrando il consenso del classico pubblico generalista e quieto di Rai 1, che invece la sinistra vuole pasturare con i suoi indottrinatori delle sue ben note scuderie. Dunque temono che la gente le dia ragione.
gianluigi paragone emilio carelli
Lasciatela rischiare, è coraggiosa. Ovvio infatti che se fa fiasco, se ne andrebbe. Appartiene alle regole del mercato. Si dà un tempo di prova. E vediamo come va. Ma fiocinarla per dissanguarne gli ascolti prima è vigliaccheria. Ah già, siamo in Italia.