piero angela

“PAURA DI MORIRE? LA CONSIDERO UNA SCOCCIATURA” – ARCHEO: L’INTERVISTA RILASCIATA DA PIERO ANGELA, SCOMPARSO OGGI A 93 ANNI, AL “CORRIERE” IL 25 GIUGNO 2017: “LA MIA GIORNATA TIPO: COLAZIONE ALLE8, POI DOCCIA, QUINDI MI SIEDO PER LEGGERE. QUANDO VOGLIO RILASSARMI, SUONO IL PIANO” – “PASSARE TEMPO CON I NIPOTI? NON SVOLGO QUELLE FUNZIONI: LAVORO” – “IL MIO EREDE NELLA DIVULGAZIONE? SARÀ LA SELEZIONE NATURALE A DECIDERLO” – “NEL 1974 FUI TESTIMONE DELLA PRIMA FAKE NEWS, QUELLA SULLA MORTE DI ALBERTO MORAVIA. HO SCELTO BACH COME SIGLA DI ‘QUARK’ PERCHE’ UNA VOLTA A BRUXELLES…”

Elvira Serra per il “Corriere della Sera” – articolo del 25 giugno 2017

 

Testiamo la sua memoria. Dov’era il 10 giugno 1940?

piero angela 2

«Ero seduto sul sofà, a casa a Torino: ascoltavo alla radio il discorso del Duce con la dichiarazione di guerra a Inghilterra e Francia».

 

Aveva paura?

«A quell’età non ti rendi bene conto di cosa significa. Mia madre era molto agitata. Mio padre aveva già fatto la Prima guerra mondiale sul Grappa, come medico di una unità speciale in prima linea: ai tempi i soccorsi erano nelle retrovie, molti soldati morivano di emorragia perché non si faceva in tempo a salvarli».

 

L’8 aprile 1962?

piero alberto angela

«Vediamo... Ero a Parigi... È nato mio figlio! C’era un referendum per l’indipendenza dell’Algeria: feci il collegamento Rai di sera».

 

Non è stato con sua moglie Margherita?

«Sì, ma al mattino, al momento del parto. Abbiamo registrato la nascita di Alberto, l’avevamo fatto anche per Christine, nel ’58».

 

Esiste ancora la registrazione audio?

«Sì, certo. Quelli sono momenti magici, è un’emozione che rimane per tutta la vita. L’ostetrico era vietnamita, si chiamava Levankin, praticava il parto indolore: una tecnica psicologica basata sulla respirazione e sulla collaborazione della paziente».

piero angela topolino

 

Cambiamo data: 20 luglio 1969.

«Ero a Capo Kennedy per il lancio dell’Apollo 11. Come tutti i lanci era un momento molto rischioso, le mogli e i figli degli astronauti si tenevano per mano guardando questa candela che si alzava lentamente...».

 

18 marzo 1981.

«Quark! In via Teulada: una tenda, pochi oggetti e un po’ di luci».

 

Il suo «Quark» si è riprodotto in numerosi cloni. A quale è più affezionato?

piero angela prima puntata di quark nel 1981.

«A La macchina meravigliosa, un viaggio nel corpo umano: avevamo costruito la scenografia con foto originali fatte con il microscopio elettronico. Fu venduto in tutto il mondo».

 

Studio 18 di Cinecittà. Un’assistente porta il pranzo a Piero Angela, in pausa dalla registrazione di Superquark. Lui apre il sacchetto e lo guarda contrariato: aveva chiesto per due. Smezza la focaccia con prosciutto e formaggio, farà lo stesso con la banana. Tiene per sé la Coca Cola e cede alla cronista la bottiglietta d’acqua. Riceve una telefonata, è per la sua autobiografia: Il mio lungo viaggio. Apre un quadernetto rosso e detta il numero dell’ufficio stampa Mondadori. Riprendiamo.

COPERTINA DEL LIBRO DI PIERO ANGELA

 

Ci racconti una sua giornata tipo.

«Colazione alle 8: caffelatte e biscotti, uno yogurt. Poi doccia. Quindi mi siedo alla scrivania per leggere. Il mio lavoro è discontinuo. Ci sono periodi come questo in cui dedico la giornata alla produzione di un programma, altri in cui sto in redazione, altri in cui scrivo libri. Quando voglio rilassarmi, suono il piano».

 

Il suo mestiere mancato. Quando si decide a incidere un disco?

«Non riesco mai a trovare il tempo! Tra poco andremo al mare, ma lì non posso portare il pianoforte perché si rovina. Però ho amici vecchietti con i quali abbiamo pensato di inciderlo per davvero, un disco».

 

È vero che ha suonato alla Capannina?

«Sì, ma di Viareggio, non di Forte dei Marmi. Ci pagavamo le vacanze: nel contratto avevamo preteso che a turno potessimo ballare».

 

Come mai scelse proprio l’«Aria sulla quarta corda» di Bach come sigla di «Quark»?

PIERO ANGELA

«Vivevo ancora a Bruxelles per la Rai quando andai a sentire i Swingle Singers. Mi piacquero, comprai un disco e trovai l’Aria. Era perfetta: Bach è il mio musicista preferito, l’intreccio delle note è straordinario. Poi i Swingle Singers seppero dargli un ritmo jazz senza toccare una nota, e questo prova che Bach era un jazzista. Infine, le sigle allora erano tutte trionfanti mentre io volevo dire: “Calma, distendetevi”».

 

«Topolino» le ha dedicato il personaggio di Piero Papera. Un asteroide e un mollusco hanno il suo nome. Di cosa va più fiero?

«Ma va ancora avanti questa cosa di Topolino?» (non pare troppo felice). «Qualcuno diceva che il segno della popolarità è quando compari sulle parole crociate…».

PIERO ANGELA

 

E delle 8 lauree honoris causa è orgoglioso?

«Otto? Sono dieci. Sì, sono un riconoscimento al mio tentativo di diffondere la cultura scientifica in un Paese che fa poco».

 

Tra queste lauree c’è anche quella in Ingegneria che non prese mai?

«No, mi hanno dato quella in Fisica…».

 

Ma allora bisogna rimediare!

(Ride).

 

Suo figlio Alberto disse che lei non l’ha mai aiutato a fare i compiti.

«Ha ragione, è vero: ognuno deve fare la sua parte. E poi io ero sempre fuori».

 

È stato fortunato a trovare una moglie come Margherita.

«Lei si è occupata di tutto, io non ho fatto niente».

 

PIERO ANGELA

Ha recuperato almeno con i suoi nipoti Riccardo, Edoardo, Simone e i due Alessandro?

«Il più grande ha 33 anni, il più piccolo 13. Siamo molto legati, ma di solito i nonni hanno tempo a disposizione, sono pensionati. Io non svolgo quelle funzioni…».

 

E quando vuole andare in pensione?

(Quasi gli va di traverso la Coca Cola).

 

Come non detto. In una vecchia intervista del 1988 a «Oggi» disse che il lavoro è la cosa più importante. Lo pensa ancora?

«Famiglia e lavoro sono entrambi importanti. Ma chi è disoccupato, vive una situazione psicologica molto dura. Quindi è importante avere un lavoro. Se poi si può avere quello che si ama è il massimo».

 

PIERO ANGELA

Lei ha scritto che la salute del cervello conta più di quella del corpo. Ma cosa pensa di persone come Dj Fabo che si sono ritrovate prigioniere di un corpo ormai spento?

«Sono d’accordo con la sua scelta. Ognuno dovrebbe essere libero di farla, e certamente poterlo fare in Italia sarebbe meglio».

 

Ci sono tante analogie tra lei e suo padre, uomo dell’800, antifascista che salvò molti ebrei ricoverandoli nella clinica psichiatrica che dirigeva: anche lui viaggiò, visse in Francia e in Inghilterra e lavorò nelle foreste del Congo. Per non parlare del piccolo programma radiofonico di divulgazione medica.

«Credo di aver ereditato da lui il piacere di esplorare e scoprire il mondo, anche se in questa cosa del viaggiatore Alberto ci batte tutti. Papà aveva un carattere molto diverso dal mio, era severo, taciturno, non ho mai visto un ricevimento a casa nostra. Leggeva Tito Livio e Tacito in latino. Mi è mancato il dialogo: è morto quando avevo 20 anni e fino a quell’età non sei in grado di apprezzare queste cose».

PIERO ANGELA

 

Se grazie a una speciale macchina del tempo potesse incontrarlo oggi cosa gli direbbe?

«Lo coinvolgerei nei miei programmi, e gli chiederei se gli piacciono».

 

Suo figlio Alberto la chiama per nome. Non le dispiace?

«No, gliel’ho chiesto io di chiamarmi Piero, mi piace avere un rapporto di lavoro».

 

Piatto preferito?

«Vitel tonné».

 

Dolce?

alberto e piero angela

«Gianduiotti e torroncini».

 

Nel 1974 fu testimone della prima fake news sulla morte di Alberto Moravia.

«Eravamo al debutto di un nuovo telegiornale serale sul Secondo canale. Ai tempi le agenzie le portavano i fattorini e venne uno con un’Ap sulla morte dello scrittore. Chiamammo Enzo Siciliano per avere il suo contributo in studio. Poi il caporedattore Paolo Bolis notò un errore nel testo in inglese. Insomma, venne fuori che erano stati i colleghi del Tg delle 20 del Primo canale. Uno scherzo da prete...».

 

franca maria ferrero piero angela

Nella sua autobiografia parla più volte delle raccomandazioni in Rai.

«Questa cosa è nota, mi pare…».

 

Non è un po’ ingeneroso? In fondo lei fu corrispondente a Parigi e a Bruxelles. È stato inviato e anchorman. Voglio dire che ha fatto tutto senza raccomandazioni...

«Conosce quella storia? In Rai ci sono due democristiani, un socialista e uno bravo… Questo è un mestiere in cui ci si espone molto, la Rai è un’azienda trasparente. Vogliono reti lottizzate? Bene, ma che i giornalisti siano bravi».

 

Tiene ancora un diario in cui annota cosa ha fatto per evitare che possa succedere anche a lei quello che accadde a Enzo Tortora?

piero angela

«No, lo feci solo in quel periodo. Vede, in tanti mi chiedono una foto, qualcuno allunga il braccio sulla spalla. Sottrarsi sembra scortese, però non sai mai chi ti si avvicina. È un rischio».

 

Il suo erede nella divulgazione scientifica?

«Sarà la selezione naturale a deciderlo».

 

Alberto no?

«Chi lo sa».

 

piero angela super quark

Ha incontrato attori, pittori, intellettuali: da Sean Connery a Marc Chagall. Addirittura la maestrina dalla penna rossa di De Amicis. Chi le è rimasto nel cuore?

«Ognuno porta con sé qualcosa. Ma io resto legato a Edoardo Amaldi: schiena dritta, grande intelligenza e competenza».

 

Che cos’è l’intelligenza?

«Lo chiesi a un paleontologo: è flessibilità, capacità di cambiare e abbracciare nuove idee».

 

Si sente flessibile verso l’omeopatia?

piero angela

«La scienza non è democratica, ha regole che vanno rispettate: devi dimostrare ciò che dici».

 

Ha paura di morire?

«La considero una scocciatura».

 

Dove vorrebbe essere il 22 dicembre 2018?

«Le cose importanti si festeggiano in famiglia. Però devo pensarci: vorrei fare una cosa speciale». Per i suoi 90 anni.

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A STOCCOLMA E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....