renzi vespa salvini

PERCHÉ RENZI E SALVINI HANNO PROVATO A METTERSI D'ACCORDO PER FAR CADERE TUTTO E ANDARE ALLE URNE SUBITO? PERCHÉ SANNO CHE I MAGISTRATI LI HANNO NEL MIRINO, E RISCHIANO DI ARRIVARE MALCONCI ALLA PRIMAVERA, FIGURIAMOCI DOPO - BELPIETRO: ''C'È UN TAM TAM TRA LE PROCURE SU NOVITÀ GIUDIZIARIE IN ARRIVO SU SALVINI E COMPANY. COSÌ GLI PASSA LA VOGLIA DI FAR CADERE CONTE''

 

Maurizio Belpietro per ''la Verità''

 

Sebbene Matteo Salvini sia emerso come leader del primo partito italiano da appena un anno, ha già fatto in tempo a collezionare un certo numero di avvisi di garanzia. Quasi tutti i fascicoli aperti sul suo conto dalla magistratura riguardano l' attività di ministro dell' Interno. In massima parte si tratta di questioni legate agli sbarchi di immigrati dalle navi delle Ong. Secondo il Viminale, non esisteva un automatico diritto di ingresso nei porti italiani delle imbarcazioni con a bordo extracomunitari recuperati al largo della Libia. Per alcuni pm, invece, lasciare alla fonda una nave carica di stranieri potrebbe addirittura costituire reato di sequestro di persona. Tuttavia, finora quasi tutte queste indagini sono finite nel nulla ed è probabile che anche le altre che sono ancora aperte facciano la stessa fine.

 

SALVINI E RENZI

Ad ogni modo Salvini non deve rispondere solo delle navi delle Ong, ma anche dei voli di Stato. Nonostante la Corte dei conti abbia stabilito che l' uso di alcuni velivoli della polizia non ha provocato alcun danno erariale, la Procura ha comunque spedito un avviso di garanzia all' ex ministro per aver volato a bordo di elicotteri o aerei in occasione di appuntamenti istituzionali. L' accusa, par di capire, è di aver abbinato agli incontri ufficiali, legati al suo mandato di capo dell' ordine pubblico, anche appuntamenti di partito o di natura elettorale. Andava sì a un vertice di pubblica sicurezza o a inaugurare una caserma, ma non rinunciava a un comizio.

Questioni di lana caprina insomma, di cui il leader della Lega non credo abbia molto di che preoccuparsi.

Né immagino ci sia da allarmarsi per un' altra inchiesta della magistratura che in qualche modo lo ha lambito.

 

Si tratta di alcuni finanziamenti ricevuti da una associazione vicina a Roberto Maroni ai tempi della campagna elettorale per le regionali. I soldi, che dovevano sostenere la lista che portava il nome del futuro governatore, sarebbero stati impiegati anche per altre iniziative politiche e perciò un assessore lombardo è finito nel mirino dei pm.

MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI

Infine c' è l' indagine su una fondazione che avrebbe ricevuto fondi da un costruttore romano poi finito al gabbio. I soldi, oltre che per iniziative culturali, sarebbero stati impiegati anche per sostenere Radio Padania: di qui l' accusa di finanziamento illecito al tesoriere della Lega.

 

Niente di tutto ciò, nemmeno il famoso processo per i 49 milioni di finanziamento pubblico ricevuti dal Carroccio all' epoca di Umberto Bossi e di Francesco Belsito, sono argomenti che possono davvero impensierire Salvini. Un po' perché, come detto, sia le accuse per le navi fermate sia quelle per i voli presi paiono un po' fragili, e un po' perché le altre indagini, quelle sulla lista Maroni e i milioni, non lo riguardano, in quanto risalgono al passato.

Dunque l' ex ministro può dormire sonni tranquilli, nonostante l' insistente ronzare attorno a lui delle Procure?

 

salvini savoini eni

Non lo consiglio. Perché se è vero che finora si è visto poco o nulla che lo possa impensierire, è altrettanto vero che negli ultimi giorni girano strane voci e, soprattutto, si agitano strani personaggi. In alcune redazioni si parla infatti di imminenti iniziative della Procura di Milano, quella presso cui è incardinato il procedimento aperto dopo le rivelazioni dell' Espresso su una presunta trattativa di petrolio all' Hotel Metropol di Mosca. Sono passati mesi da quando, poco prima delle elezioni europee, la faccenda deflagrò sulle prime pagine.

 

 Da allora nessuna traccia dei bidoni di greggio è stata trovata, e nemmeno si sono individuati i milioni che avrebbero - secondo una banda di scombiccherati mediatori - dovuto finanziare la campagna elettorale leghista. Tuttavia la Procura starebbe per prendere qualche clamorosa decisione. Così dicono le voci. La faccenda, che ebbe un' eco internazionale perché a un certo punto un audio dell' incontro del Metropol fu messo online su un sito americano, avrebbe attirato l' interesse di diversi cronisti d' oltreoceano, che - interessati a vicende che riguardano Mosca, ma anche ai fatti di casa nostra - avrebbero già piantato le tende a Milano, in attesa delle rivelazioni.

 

MATTEO RENZI FRANCESCO BONIFAZI

Le notizie, si dice, dovrebbero arrivare dopo Natale, ma i cronisti del New York Times, e di altre testate blasonate, si sa che le cose le fanno con largo impiego di mezzi. Dunque meglio prepararsi in anticipo, soprattutto meglio muovere le pedine. Certo, un' inchiesta che azzoppasse un po' Salvini, anche se non dovesse concludersi con risultati sconvolgenti, avrebbe l' effetto di blindare il governo Conte. Con Matteo Renzi messo come è messo e Salvini magari sotto schiaffo di qualche Procura, Giuseppi potrebbe vedersi garantito il futuro da qui al 2023. Insomma, la sua minaccia di rimanere a Palazzo Chigi per altri tre anni potrebbe perfino realizzarsi. Perché non c' è meglio di niente di un' inchiesta per incollarlo alla sedia.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?