IL RICORDO STRUGGENTE DI ARBORE PER LA MELATO - “NON SI È MAI COMPORTATA DA DIVA. AI RISTORANTI DI LUSSO PREFERIVA IL CESTINO DEGLI ELETTRICISTI - ABBIAMO CONTINUATO AD AMARCI ANCHE DOPO ESSERCI LASCIATI. PER QUARANTADUE ANNI - PERSE LA SUA CHANCE AMERICANA, PER DUE FILM NON RIUSCITI. MA PROPRIO QUEI DUE ANNI CHE PASSÒ IN AMERICA HANNO CANCELLATO LA NOSTRA STORIA” – VIDEO INEDITO DEL FUNERALE…

Video dei Funerali di Veronica Del Soldà per Dagospia

Funerali di Mariangela Melato


Enrica Brocardo per "Vanity Fair"

Parla per un'ora al telefono, da casa. Ogni tanto s'interrompe. Renzo Arbore riempie i vuoti di silenzio, e di lacrime. Una domanda suonerebbe come un insulto. Così passano i secondi, nell'assenza di parole, poi lui riprende.

«Mariangela sul comodino, insieme ai libri, aveva anche Vanity Fair. Glielo dico perché sappia che questa è l'intervista più difficile di tutta la mia vita. Lo faccio solo per lei, per Mariangela. Vorrei che fosse ricordata per tutta la sua carriera, non solo come la sorridente ragazza di Travolti. Giancarlo Giannini ha detto che è stata la più grande attrice italiana di tutti i tempi: non si riferiva solo al cinema, anche se di film "seri", importanti ne ha fatti tanti, un elenco impressionante anche per me. In più, c'è l'infinita serie di opere teatrali, dalle tragedie greche a Ronconi.

«In scena è stata una donna di centocinquant'anni e una bambina di nove. Far conoscere al pubblico le grandi donne era la sua missione. Per le colleghe non provava invidie. Mi parlava di Sophia Loren che le aveva dato consigli tanti anni fa. Lo diceva con orgoglio, come fosse una medaglia da appuntarsi sul petto. "Quella Picassa", la chiamava Sophia. Perché, come Picasso, Mariangela era una rivoluzionaria.

«Sembrava che tutto le riuscisse facile. "Si può fare", diceva sempre, anche se si trattava di diventare un animale preistorico. In realtà, tutto le costava enormi sacrifici, sangue, dolore e lacrime. Lo sapevamo noi che le eravamo vicini, ma lei non lo diceva mai a nessuno: era l'immagine della giocondità. In Nora alla prova, doveva interpretare diversi tipi di uccelli. Si mise a studiarne il canto. Un giorno mi chiamò, era preoccupata: "Non riesco a trovarli in Internet". Non si è mai comportata da diva. Ai ristoranti di lusso preferiva il cestino degli elettricisti.

«La nostra è stata una storia sentimentale unica: ci svegliavamo col sorriso e ci addormentavamo col sorriso. Abbiamo continuato ad amarci anche dopo esserci lasciati. Per quarantadue anni, anche quando ognuno di noi stava vivendo un altro amore. Lei mi raccontava delle sue relazioni, e io delle mie. Se c'era una discussione, una divergenza, la lasciavo parlare. Sapevo che aveva ragione, anche se non glielo dicevo. Non abbiamo litigato neppure quando ci siamo lasciati. Ci siamo guardati negli occhi, "Vabbè, per adesso è finita così".

«Lei era più intelligente, più acuta, più colta di me. Era diventato una sorta di gioco: io facevo l'ignorante, quello che sintetizzava tragedie complicatissime in tre battute. In Medea, Mariangela fissava, occhi spalancati, un punto fisso per quaranta minuti. Lo spettacolo durava cinque ore. A un certo punto mi sono alzato per sgranchirmi le gambe. "Ti ho visto", mi disse lei alla fine. "Come hai fatto? Avevi lo sguardo da un'altra parte". "Non lo so, ma ti ho visto".

«Perse la sua chance americana, perché fece due film non riusciti. Ma proprio quei due anni che passò in America hanno cancellato la nostra storia. Ai tempi non era facile come adesso, persino parlarsi al telefono era più complicato. Andai a trovarla qualche volta. La riconoscevano tutti. Una sera andammo a un concerto di Sting, eravamo in fila per i biglietti. La riconobbero, ci fecero entrare: "La Melato non può pagare", dissero, "è un onore averla qui".

«Questa mattina mi sono svegliato, dovevo capire qual era il segreto che emanava, e che mi aveva fatto innamorare di lei. La sua principale caratteristica era la grazia. La grazia della poesia, della musica. Amava tutti i generi, da Leonard Cohen a Mario Merola, a Roberto Murolo. Abbiamo trascorso notti a piangere e ridere con le sue canzoni.

Sapeva individuare in ognuno i bagliori dell'arte e della verità. Aveva la grazia del corpo, il ritmo nell'incedere. Appena sentiva una musica che le piaceva, si metteva a ballare. Per me. Aveva la grazia della generosità, dell'entusiasmo, del suo amore per l'Italia, e della nobiltà, un'aristocratica nel senso greco del termine. Un'infinita grazia che metteva nel salutarmi, stringermi la mano e baciarmi. Fino all'ultimo.

«Abbiamo condiviso tre anni e mezzo di dolore. La malattia era un chiodo nel cuore, ma non ha mai smesso di essere una guerriera. Mentre io ero quello che la ingannava. Sapeva benissimo che le mie risate, i miei tentativi di distrarla erano tutte menzogne. Ma li accettava come un dono. A Natale, le regalai un cappottino di Lisa Corti, sperando che potesse indossarlo per tornare a casa. Rosso scuro, il suo colore preferito. Quando lo vide, si illuminò: per un attimo credette anche lei di poter lasciare l'ospedale. È con quel cappottino che se n'è andata».

 

MARIANGELA MELATOEMMA BONINO AI FUNERALI DI MARIANGELA MELATOURDULA ANDRESS AL FUNERALE MELATO MONTESANO AL FUNERALE MELATO ETTORE SCOLA AL FUNERALE MELATO BONCOMPAGNI AL FUNERALE MELATO ARBORE E LAURITO AL FUNERALE MELATO MELATOMariangela Melato Renzo Arbore e unamica

Ultimi Dagoreport

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…