scalfari de benedetti

1. SCALFARI RANDELLA DE BENEDETTI: “NON HA FONDATO REPUBBLICA. VANITOSO IO? NO, LO E’ LUI CHE SI ATTRIBUISCE MERITI CHE NON HA. L’EDITORE E’ UN MESTIERE CHE NON HA MAI FATTO” -  "NON SO SE QUEL CHE "L'INGEGNERE" DICE IN TV E SUI GIORNALI SIA COMPATIBILE CON LA CARICA DI PRESIDENTE ONORARIO.CALABRESI NON VA? IL DIRETTORE LO HA SCELTO LUI" - "DE BENEDETTI DICE CHE AMA ANCORA REPUBBLICA? LA AMA COME QUEGLI EX CHE PROVANO A SFREGIARE LA DONNA CHE HANNO AMATO MALE E CHE NON AMANO PIU’" - VIDEO

1. L'INTERVISTA DI DE BENEDETTI A LILLI GRUBER - VIDEO

 

 

 

de benedetti scalfari

LA MIA NON E’ VANITA’

Francesco Merlo per la Repubblica

 

Di che cosa stiamo parlando In una intervista a Otto e mezzo, Carlo De Benedetti, presidente onorario del gruppo che edita questo giornale, ha attaccato il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari («ha problemi di vanità, è molto anziano e ingrato nei miei confronti») e il quotidiano stesso: «Ha perduto l' identità». Tra Scalfari e De Benedetti c' era già stato un primo scambio di battute quando il giornalista, rispondendo a una domanda in tv, aveva spiegato di preferire Berlusconi a Di Maio In tv disse: «Me ne fotto». Ora mi dice: «Non è vero che me ne fotto».

 

eugenio scalfari carlo de benedetti

Quella è stata l' espressione goliardica che Eugenio Scalfari ha consapevolmente usato, non per evadere ma per alleggerire «una situazione molto spiacevole». La vaga parolaccia, che ammiccava al suo contrario, gli era insomma servita per far sapere che la fine dei rapporti con Carlo De Benedetti gli dispiaceva, ma che era saggezza non compiacere gli sciacalli. E invece l' altro ieri Carlo De Benedetti ha detto in tv da Lilli Gruber di essere stato cofondatore di Repubblica e dunque Scalfari «è un ingrato che con me dovrebbe star zitto perché gli ho dato un pacco di miliardi». Ha aggiunto che Scalfari «parla per vanità» e che «è un signore molto anziano non più in grado di sostenere domande e risposte».

carlo de benedetti eugenio scalfari

 

Caro Eugenio, sei rimbambito?

«Sono arrivato a un' età, tra i novanta e i cento, che non è più quella dei vecchi né dei molto vecchi, ma quella dei vegliardi.

Spesso sono rimbambiti, ma talvolta sono ancora più lucidi degli altri perché vedono di più e meglio. A volte sono bambini altre volte sono saggi e tra le cose che vedono meglio ci sono i rancori e le acidità. I vegliardi sanno riconoscerli e, se è il caso, anche aggirarli».

 

E quanto sei vanitoso? De Benedetti ha detto che quella tua battuta su Berlusconi che, come alleato della sinistra sarebbe meglio di Di Maio, è dovuta alla tua vanità.

«È un giudizio politico che si può non condividere. Ma il vanitoso è chi si gloria di qualcosa che ha fatto o peggio non ha fatto; chi si attribuisce meriti che non ha. Che cosa c' entra la vanità con la scelta tra Berlusconi e Di Maio? Mi spiace dirlo, ma è invece da vanitoso definirsi fondatore di un giornale che non hai né fondato né cofondato».

scalfari de benedetti

 

Davvero non c' è De Benedetti tra i fondatori di Repubblica?

«No. I soldi che diede non legittimano la parola fondatore.

E aggiungo che è la prima volta che glielo sento dire. Repubblica è figlia dell' Espresso che fu fondato da Adriano Olivetti, Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari. Non ce ne solo altri».

 

Quanti soldi mise?

«Per far nascere Repubblica io e Caracciolo avevamo bisogno di cinque miliardi di lire. La Mondadori ne mise la metà. L' altra metà toccava a noi, ma non ce l' avevamo. Nella ricerca di danaro io mi rivolsi anche a Carlo De Benedetti che era allora il presidente degli industriali di Torino. Fu il primo che cercai perché a Torino tra l' altro mio suocero aveva diretto La Stampa, e dunque credetti così di sfruttarne il grande prestigio. De Benedetti mi diede cinquanta milioni, ma non voleva che si sapesse. Mi spiegò che lo faceva perché gli piaceva il progetto. Ma aggiunse: "Non lo racconti mai a nessuno" (allora ci davamo del lei). E infine: "Non lo racconti, ma non lo dimentichi". E io non l' ho dimenticato".

 

Vuoi dire che gli sei stato grato?

«Ha contribuito con cinquanta milioni ad un capitale di 5 miliardi. Non sono abituato a fissare i prezzi della gratitudine.Sicuramente ce ne siamo ricordati quando poi gli abbiamo venduto Repubblica ».

de benedetti scalfari

Dice che il gruppo senza di lui sarebbe tecnicamente fallito.

«C' è stato un momento in cui avevamo fatto supplementi belli e costosi, tra cui "Mercurio" diretto da Nello Ajello. Ci eravamo indebitati e avevamo l' acqua alla gola. Ci salvò il presidente del Banco di Napoli, Ventriglia, che ci concesse un fido senza garanzie.

Poi quando De Benedetti divenne proprietario della Mondadori gli vendemmo le azioni di Repubblica con il patto che alla fine della famosa guerra di Segrate, quella con Berlusconi, gli avremmo venduto tutte le azioni allo stesso prezzo. E così fu».

 

È questo il pacco di miliardi che dice di averti dato?

«Fu un affare per lui che divenne il proprietario di Repubblica».

Ne divenne l' editore.

«Quello dell' editore è un mestiere che non ha mai fatto. È stato l' amministratore dei suoi beni.

Oltre a Repubblica aveva un patrimonio personale molto ragguardevole».

Dice di avere avuto da Repubblica solo uno status di grande prestigio, ma di averci perso danaro.

carlo de benedetti saluta eugenio scalfari

« Repubblica è stato, nel lungo periodo in cui la parola scritta su carta non era in crisi né in edicola né in libreria, un giornale che vendeva quanto e in certi momenti più del Corriere. E quando il Corriere fu conquistato dalla P2 guidata dal presidente del Banco Ambrosiano, la nostra superiorità divenne schiacciante.

 

Piero Ottone, che aveva diretto per 5 anni il Corriere, se ne andò e venne alla Mondadori che era per metà proprietaria di Repubblica.

 

Poco dopo passarono con noi giornalisti del valore di Bernardo Valli e di Enzo Biagi. Insomma, Repubblica era il meglio della stampa italiana. E quando dunque De Benedetti ne divenne il proprietario esclusivo non prese certamente un baraccone che perdeva soldi. Repubblica ha fatto attivi economici molto significativi. Ed è sicuro che De Benedetti non ci rimise. Aprimmo redazioni di cronaca nelle principali città d' Italia, acquisimmo e fondammo giornali locali. E devo aggiungere che l' espansione del gruppo prova che De Benedetti reinvestiva nel giornale quei suoi profitti, almeno in parte».

 

de benedetti scalfari

Non ci ha perso, ma non si è arricchito con Repubblica.

«La sua abilità di finanziere gli ha consentito di vivere da ricchissimo. E bastino a dimostrarlo la strepitosa villa che ha in Andalusia e il grande yacht con cui fa le crociere in giro per il mondo. Il suo fiuto in Borsa è noto a tutti. E infatti, adesso che ha regalato le sue azioni ai figli, gli sono rimaste tutte le grandi ricchezze personali».

 

Non ha più neanche un' azione, ma è il presidente onorario del gruppo.

«Una carica più che giustificata, visto che è stato proprietario di questo giornale senza mai tentare di piegarne la linea politica ai suoi interessi. Non l' ha fatto. Io so che non ci sarebbe riuscito perché l' indipendenza di Repubblica è stata sempre garantita dalla forza della direzione, dalla libertà e dal prestigio delle sue firme e di tutti i suoi giornalisti, e dal successo in edicola. De Benedetti è stato rispettoso di questa libertà.

Diciamo che l' ha onorata. E però non so se quel che adesso va dicendo in tv e sui giornali sia compatibile con la carica di presidente onorario, non so se la onori».

 

carlo de benedetti eugenio scalfari

Dice che Repubblica ha perso la sua identità perché è stato sempre un giornale politico che anticipava e imponeva la politica all' Italia, e adesso invece la subisce.

« Repubblica non è stato solo un giornale politico. È stato un giornale diverso da tutti gli altri perché ha mostrato che in un giornale tutto è cultura, ha cambiato il linguaggio della cronaca e dello sport, ha fatto scorrere in ogni riga il sangue di un' Italia che sia per me e sia per Ezio Mauro è riassumibile in uno slogan di due parole: Giustizia e libertà. Oggi Repubblica vive la crisi dei giornali di carta, e cerca con coraggio nuove strade, sperimenta, si rinnova, scommette sul futuro ma non è vero che ha perduto l' identità e che non aggredisce la politica.

 

Non solo io ne sono la prova e la garanzia. Ci sono i suoi giornalisti e c' è il direttore che, lo ricordo con un sorriso, è stato scelto da Carlo De Benedetti. Lui sì, sta aggredendo l' identità del giornale di cui, come ho già detto, era stato a lungo il rispettoso proprietario».

 

Perché lo fa?

SILVIO BERLUSCONI EUGENIO SCALFARI

«Credo che quell' accusa di avere speculato grazie alle informazioni riservate ottenute da Renzi abbia avuto un ruolo importante nel suo cattivo umore».

 

Prima ancora che venisse diffuso il testo di quell' intercettazione con il suo broker, De Benedetti aveva già rilasciato un' intervista al Corriere criticando sia te e sia la direzione di Repubblica.

«Dopo la mia battuta su Berlusconi e Di Maio mi aveva mandato un biglietto per farmi sapere che non condivideva nulla di quel che avevo detto perché lui non avrebbe mai scelto né Berlusconi né Di Maio. Io non gli ho risposto».

 

Crisi di astinenza?

«Quando morì Caracciolo col quale ci sentivamo ogni domenica, De Benedetti mi propose di sostituirlo in quella telefonata settimanale. All' inizio telefonava molto presto, alle 6. Ma io la domenica mattina amo dormire un po' di più. E dunque gli chiesi di sentirci alle dieci».

 

Scalfari e De Benedetti

Di che parlavate?

«Mai del giornale. Parlavamo di politica e mai mi ha detto o mi ha fatto capire di avere speculato grazie a informazioni riservate che gli passavano gli uomini politici. Ricordo che gli piaceva Renzi e che, poi, quando cambiò idea, mi disse che non lo frequentava più. Qualche volta dissentivamo e alla fine immancabilmente mi diceva: "ma noi restiamo fratelli lo stesso". Io ovviamente consentivo. Evidentemente non era così».

 

Lui parla di matrimonio monogamico. Spiega che quello con Repubblica è indissolubile, dice che ama ancora Repubblica e che l' amerà per sempre.

«La ama, ma vuole liberarsene. La ama come quegli ex che provano a sfregiare la donna che hanno amato male e che non amano più».

SCALFARI DE BENEDETTI EUGENIO SCALFARI E CARLO DE BENEDETTI

 

Ultimi Dagoreport

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”