elio pandolfi

UNO SPETTACOLO CHIAMATO ELIO PANDOLFI - ATTORE, DOPPIATORE, IMITATORE E SHOWMAN: ARRIVA IL LIBRO CHE CELEBRA UN GRANDE TALENTO ITALIANO - L’AMICIZIA CON BICE VALORI, IL CINEMA CON LUCHINO VISCONTI E LINA WERTMULLER, LA VOCE PRESTATA ANCHE PERSONAGGI FEMMINILI, COME ANNA MAGNANI (CHE NON LA PRESE BENE) E AI CARTONI ANIMATI (DA PAPERINO AI CAROSELLI DI TOTO E TATA)… - VIDEO

 

 

Steve Della Casa per “la Stampa”

 

ELIO PANDOLFI - CHE SPETTACOLO

Elio Pandolfi, ovvero lo spettacolo in Italia dal dopoguerra ai giorni nostri. Non c' è disciplina di spettacolo che l' attore non abbia frequentato: teatro, teatro leggero, operetta, radio, televisione, cinema, doppiaggio, e forse stiamo anche dimenticando qualcosa. Ed è stata una partecipazione viva, vitale, sentita: aiutato anche da una straordinaria memoria, Pandolfi ricorda tutto, nomi date protagonisti, e conserva tutto, foto manifesti filmati.

 

ELIO PANDOLFI

E' proprio partendo da queste considerazioni che Caterina Taricano (che aveva già realizzato un documentario su Pandolfi, presentato al festival di Locarno) ha realizzato per l' editore Gremese un libro-intervista che è una miniera di divertenti aneddoti ma anche un viaggio attraverso le evoluzioni dello spettacolo in Italia.

 

Elio Pandolfi si racconta e racconta chi ha lavorato con lui. Ha un ricordo per tutti, e una lettura critica per ogni avventura in cui è stato coinvolto. Luchino Visconti è stato un maestro, Marcello Mastroianni un grande amico, Bice Valori la frequentazione più divertente, Antonella Steni la compagna di mille avventure. Per ciascuno di loro ci sono aneddoti, come il paio di scarpe che Mastroianni gli ha regalato per indennizzarlo delle lunghe passeggiate compiute insieme nella Roma del dopoguerra progettando il futuro, oppure l' incontro con la madre di Bice Valori quando entrambi frequentavano l' Accademia d' Arte Drammatica.

ELIO PANDOLFI

 

Ma i ricordi più interessanti scaturiscono dalle esibizioni che lo stesso Pandolfi ha accumulato nel corso degli anni. La radio, con un grande successo negli anni Cinquanta di La bisarca che gli consente anche l' acquisto di una Porsche che è l' orgoglio dei suoi primi anni di lavoro. Il teatro, con L' impresario delle Smirne che lo ha visto lavorare con Luchino Visconti anche a Parigi o Il cavallino bianco , la più amata tra le tante operette da lui interpretate (una passione che non lo ha mai abbandonato visto che continua regolarmente ad andare in scena in tutta Italia nonostante abbia superato i novant' anni).

 

Il cinema con Alessandro Blasetti e Lina Wertmuller ma anche con la scatenata parodia Per qualche dollaro in meno , in cui recita mettendo in farsa il personaggio interpretato da Volontè nel film di Leone. La televisione con i tanti successi tra i quali spicca Scanzonatissimo con Antonella Steni e Alighiero Noschese basato sui testi di Dino Verde, uno dei suoi autori di riferimento (ma anche i Caroselli che lo resero altrettanto popolare).

ELIO PANDOLFI

 

Il doppiaggio, con la sua voce prestata al cavernoso Dracula ma anche all' allegro Donald O' Connor di Cantando sotto la pioggia , frutto di una voce che sa modulare come nessun altro e che lo ha portato a doppiare anche personaggi femminili, come Anna Magnani (che non la prese molto bene), Rina Morelli o Lydia Alfonsi, o ai cartoni animati (da Paperino ai Caroselli di Toto e Tata). La commedia musicale, con i grandi successi di Carlo non farlo (di Garinei e Giovannini, con Dapporto e Lauretta Masiero) o di Alleluja brava gente , opera sempre della famosa coppia, in cui è un Lotario veramente memorabile.

 

ELIO PANDOLFI

E poi ci sono le vicende più private, ma altrettanto significative. Ad esempio una grande produzione di Super8 che tanto incuriosiva proprio Luchino Visconti («Ma come fai a fare dei film così perfetti, tu che non hai mai studiato regia? Sei autodidatta? Sarà.

Ma ti aiuta certamente un volto che ti consente di fare qualsiasi ruolo», gli diceva il regista milanese).

ELIO PANDOLFI

 

In uno di questi, i personaggi sono tutti suore di diversa età e tutti interpretati dallo stesso Pandolfi che mostra grande ironia ma anche una capacità mimetica sorprendente; il film era muto ma sonorizzato live da Elio, che modificava completamente la voce a seconda del personaggio. Oppure quando, ancora bambino, si esibisce nella pizza del suo paese mettendo in scena il film che lo aveva più colpito, e cioè Biancaneve e i sette nani di Walt Disney.

ELIO PANDOLFI

 

O ancora, la soddisfazione intima quando nel telefilm Il triangolo rosso (realizzato nel 1967) interpreta con grande successo un serissimo sottoufficiale di polizia che deve risolvere casi spinosissimi di cronaca nera: e questo in barba ai tanti funzionari televisivi che avevano sempre escluso un suo coinvolgimento in ruoli drammatici.

Insomma, tante storie e tanti ricordi raccontati sempre con ironia, con divertimento. Elio Pandolfi sostiene di dover ringraziare il buon Dio per i tanti talenti che gli ha regalato: e tra questi va sicuramente annoverato quello di essere un gran narratore.

elio pandolfi premiato

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”