te la da io l'informazione: SCUSE, CAREZZE e lettere TUTTE ITALIANE TRA ROMITI, MIELI, CRAXI – LA “GUERRA DEi CAPPELLI” TRA “BRANDOLINO” E “BORSALINO” ARRIVA IN TRIBUNALE A TEL AVIV – SCENE DI LOTTA DI CLASSE (A PARTI INVERTITE)…

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Cesare RomitiCesare Romiti

1 - IL TRIANGOLO POLITICI, EDITORI E DIRETTORI...
Filippo Facci per "il Giornale" - Per uno studio dei rapporti tra politici, editori e direttori anche alla luce di quanto raccontato ieri sera ad Annozero. Segue lettera di Cesare Romiti, editore del Corriere della Sera, spedita a Craxi in data 11 marzo 1991: «Gentile Presidente, La ringrazio ancora per avermi ricevuto lunedì scorso a Milano. Mi sono fatto portare il numero arretrato del Corriere come Lei potrà vedere dalla copia che Le invio; l'importante incarico affidatoLe dal Segretario generale dell'Onu era stato riportato in forma molto evidente nella prima pagina del giornale. Tanto mi premeva di segnalarle. Con la massima stima».

Segue poi lettera di Paolo Mieli, direttore della Stampa, spedita a Craxi l'8 maggio '92: «Caro Craxi, ti prego di scusarmi dello spiacevole incidente di stamattina. La responsabilità della pubblicazione è interamente mia e non di Minzolini. Mi hanno indotto in errore due circostanze. La prima è che tu nel nostro ultimo incontro hai convenuto con me che Minzolini è uno dei pochi professionisti leali su piazza.

La seconda, che già in precedenti occasioni mi era sembrato che tu avessi tacitamente approvato queste libere ricostruzioni di una chiacchierata, appunto, con Minzolini. Ti prego di considerare che non c'è stato dolo, che se ci sono delle colpe esse vanno interamente ascritte a me e non a Minzolini che mi aveva informato dell'informalità (scusa il bisticcio) delle vostra conversazione. Un caro saluto».

2 - LA GUERRA DEI CAPPELLI...
Fabio Scuto per "la Repubblica" - La "guerra del cappello" è finita in Tribunale con richieste di risarcimenti per milioni di shekel. La posta è la testa degli ebrei ortodossi israeliani, il 10 per cento della popolazione, o meglio quello che devono mettere sulla testa e che contraddistingue ogni haredim: il cappello. Un mercato che vale in Israele decine di milioni di dollari l´anno. Gli ebrei osservanti devono stare sempre a capo coperto; alcuni si limitano alla kippa, gli ortodossi indossano cappelli di feltro nero, altri lo "streimel" in pelliccia qualunque sia la stagione.

paolo mielipaolo mieli

Adesso due brand "storici" per presenza in Israele, la "Brandolino" e l´italiana "Borsalino", sono passati nella loro guerra commerciale dagli slogan e pubblicità aggressive alle carte bollate e agli avvocati. Sbirciando le vetrine dei loro negozi di Gerusalemme i cappelli sembrano tutti uguali. Ma ci sono almeno cento diversi modelli e sono queste differenze a dare identità a chi lo porta, ogni gruppo di haredim ha il suo modello e ogni yeshiva sceglie il suo stile.

Oltre alle varie consistenze del feltro, ci sono dieci diversi tipi di tesa - larga dai 7,5 ai 14 centimetri - quattro tipi di finiture della bordatura, otto tipi di fascia e sei misure di altezza della testa. In mezzo a queste sottigliezze stilistiche si estende un mare di mode e tendenze, in cui si è scatenata la sfida fra "Brandolino" e "Borsalino" arrivata adesso al Tribunale di Tel Aviv.

3 - SCENE DI LOTTA DI CLASSE...
Sebastiano Messina per "la Repubblica" - Un singolare dibattito si è aperto sulla più concreta delle questioni: gli stipendi. Un senatore ha proposto di stabilire che i manager retribuiti col denaro dei contribuenti non possano guadagnare più di venti volte del loro dipendente meno pagato. Eh no, gli ha risposto un deputato, non torniamo alla lotta di classe criminalizzando i top manager. Sembrerebbe una di quelle eterne polemiche tra marxisti e liberisti, solo che stavolta le parti si sono invertite:

Bettino CraxiBettino Craxi

il senatore che invoca questo limite dal sapore socialista è un moderato del Pdl, Maurizio Castro, mentre il deputato che non lo accetta è il progressista Matteo Colaninno, del Pd. Certo, un Paese che si vanta di avere il calciatore con l´ingaggio più alto del pianeta (Ibrahimovic, 11 milioni l´anno), ma non trova i soldi per l´indennità di disoccupazione ai precari da 800 euro al mese, un giorno o l´altro dovrà domandarsi cosa significhi l´espressione "capitalismo etico".

 

 

 

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