zerocalcare

“VI DOVETE LEVARE IL CAZZO DI MALCOSTUME DI INVENTARVI LE FRASI E ACCOLLARLE AGLI ALTRI CON QUESTE CAZZO DI VIRGOLETTE NEI TITOLI” - ZEROCALCARE SBROCCA MALE CONTRO "REPUBBLICA" PER IL TITOLO ALLA SUA SOPORIFERA INTERVISTA (“LA RESISTENZA È NELL’ARTE”) – “MALEDETTI SIANO I FUNGHI MICOTICI…” – LE STAFFILATE DEL FUMETTISTA A SELVAGGIA E IL NO A LUCCA COMICS PATROCINATO DALL'AMBASCIATA D'ISRAELE: “MI HANNO DATO DELL’ANTISEMITA, UN’ACCUSA INFAME. IO HO I MEZZI PER USCIRE DALL’ANGOLO, ALTRI AVREBBERO VISTO LA CARRIERA SGRETOLARSI”

Fabio Tonacci per la Repubblica - Estratti

 

ZEROCALCARE

E comunque, resistenza. Intervistando Zerocalcare sul divano di Zerocalcare (sì, quello: lo studio-pensatoio-tavola-ricovero-dannazione e anche un po’ emergenza abitativa che appare nei suoi disegni), si afferra un filo che annoda temi alti e bassi a un concetto, variamente declinato, di resistenza.

 

Per vedere braccia tese non occorre andare a Budapest, basta farsi un giro ad Acca Larentia la sera di ogni 7 gennaio. È un evento da vietare?

«No, diventerebbe un assist per loro perché ci si impantana nella polemica sulla violenza politica e sulla commemorazione di ragazzi uccisi. Ci sono altre spie della cultura fascista che attraversa anche le istituzioni, ben più gravi ma di cui non si parla».

 

 

(…)

A destra, e anche qualcuno a sinistra, sostiene che tutto ciò sia folklore, perché il fascismo è morto.

«Ma la deriva autoritaria è viva. Ci siamo dimenticati dei decreti sicurezza di Salvini? Il rischio della compressione del diritto al dissenso è reale».

ZEROCALCARE TITOLO REPUBBLICA

 

Un anno fa al Salone di Torino lei è stato il primo a parlare del tentativo della destra di conquistare l’egemonia culturale tramite l’occupazione della Rai, della Biennale, dei musei…L’ultima vittima è Marino Sinibaldi, cacciato dal Centro del libro di cui era presidente. Che fare? Resistere o aspettare che passi la nottata?

«Resistere».

 

Come?

«Producendo opere che creano immaginario, perché quello la destra non lo sa fare. Mette figure identitarie nei posti chiave ma ha radici culturali sterili e anacronistiche, la sua mitologia si fonda da una parte sul vittimismo, dall’altra sulla negazione delle responsabilità nelle stragi degli anni Settanta. Il massimo della loro editoria è Vannacci, per dire».

 

Che però è un successo editoriale.

«Pompato dai media e dalla sinistra».

 

ZEROCALCARE

Opere che creano immaginario, cioè?

«Gli artisti, i musicisti, i fumettisti, gli scrittori possono rendere il loro lavoro un atto di resistenza culturale. Gli appelli non funzionano. Contengono le parole giuste e i concetti nobili, ma alla gente trasmettono l’immagine degli intellettuali che fanno la morale dai loro appartamenti in centro».

 

Se la destra occupa gli spazi, dove vi potete esprimere?

«Se non in tv o su media tradizionali, ci sono le produzioni dal basso, o i teatri dove non servono i padrini economici o politici».

 

Anch’essi entrati nel mirino.

«Durante gli Stati generali della cultura, cui ha partecipato il ministro Sangiuliano, dicevano che nei teatri bisogna tornare ai classici, a Pirandello, ai miti greci…è il loro modo di soffocare la sperimentazione e la contaminazione culturale».

 

Esiste anche la resistenza politica. La sinistra la sta facendo?

ZEROCALCARE

«Non lo so, il mio riferimento non è il Pd ma l’autorganizzazione. Comunque si sono tutti convinti che basti lanciare polemiche istantanee sui social per definirsi militanti o attivisti. Poi la sinistra si domanda perché non riesce più a intercettare le fabbriche, i lavoratori, le famiglie».

 

I social, tema caldissimo…

«Un fantastico strumento di intrattenimento, talvolta utile a veicolare messaggi, ma non c’entra niente con la democrazia. Sono piattaforme private che rispondono a logiche di profitto. Mai nella vita possono sostituire la politica vera, che si fa ancora associandosi ad altre persone, parlando, agitando vertenze e cercando di vincerle».

 

Siamo nell’era degli influencer. Come la vive?

«Male, io sono un attrezzo del Novecento!».

 

Su Instagram ha gli stessi follower di Selvaggia Lucarelli, eppure Zerocalcare non è un influencer. Perché?

«Boh, io parlo solo se ho qualcosa di originale da dire. Altrimenti è solo un esercizio dell’ego. Vedo social influencer che commentano argomenti delicati di cui non sanno niente e in buona fede fanno strafalcioni che screditano le cause più nobili».

 

E quando qualcuno le chiede di fare una storia sui social per sollevare l’attenzione su qualcosa, cosa risponde?

«Va a fa’ gli scontri, così vedrai che l’attenzione la sollevi. Nessuno si pone più il problema di agitare il conflitto nella vita vera».

ZEROCALCARE

 

 

L’ultimo esempio?

«Mi è stato chiesto di intervenire sulla vicenda di Giulia Cecchettin, quando c’è sua sorella Elena che ha detto già tutto quel che c’era da dire. Cosa posso aggiungere io, maschio bianco quarantenne?».

 

Nel caso di Giovanna Pedretti stupisce la sproporzione tra l’azione, una recensione probabilmente inventata, e la reazione che l’ha travolta. Così funzionano i social, o qualcuno deve assumersi delle responsabilità?

zerocalcare

«Se per una figura pubblica la gogna può far parte del gioco, quando si scatena su un privato è la fine della civiltà. Politici come Salvini hanno costruito la loro carriera nel dare in pasto ai social chi esprime dissenso, il suo blog con la scusa del degrado espone le fragilità di coloro che vivono in mezzo alla strada agli insulti. La responsabilità la cercherei lì».

 

È ancora convinto di aver fatto bene a disertare Lucca Comics perché patrocinato dall’ambasciata di Israele? È stato molto criticato per la sua scelta, anche su questo giornale.

«Più che convinto. Se fossi andato, con le vittime nella Striscia di Gaza che sono più di 23 mila, oggi starei male».

ZEROCALCARE

 

 

Conseguenze?

«Mi hanno dato dell’antisemita, un’accusa infame per me che penso che la rivolta del ghetto di Varsavia sia uno dei momenti più edificanti della storia europea, e il rastrellamento del ghetto di Roma una memoria da conservare. Io ho i mezzi e le risorse per uscire dall’angolo, altri avrebbero visto la carriera sgretolarsi».

 

dont lucca up meme su zerocalcare by emiliano carli

L’aumento degli episodi di antisemitismo e islamofobia è un fatto. Ogni dichiarazione o gesto pubblico è a rischio fraintendimento: serve responsabilità, non crede?

«Vero, bisogna essere intransigenti verso ogni manifestazione di odio. Ma è vero anche che rivendico il diritto di poter criticare il governo israeliano senza per questo essere considerato antisemita».

ZEROCALCARE

 

zerocalcare

(...)

ZEROCALCARE BOICOTTA ISRAELE zerocalcarezerocalcare copertina l'espresso

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)