teodosio losito

CHE FINE HANNO FATTO LE LETTERE D'ADDIO SCRITTE DA TEODOSIO LOSITO PRIMA DI UCCIDERSI? CE N'ERANO TRE. UNA ERA DESTINATA ALL'EX COMPAGNO, ALBERTO TARALLO, CHE LA LESSE LO SCORSO OTTOBRE A "NON E' L'ARENA". LE ALTRE DUE? RESTANO ANCORA SEGRETE, NEL CONTENUTO E NEL DESTINATARIO. CHI LE HA, LE TIENE NASCOSTE… - IL FRATELLO DI LOSITO ALIMENTA I SOSPETTI: "E' IMPOSSIBILE CHE NON ABBIA SCRITTO NEANCHE UNA RIGA PER ME…" - L'ATTORE FRANCESCO TESTI A COLLOQUIO CON I PM: "CHI ERA INGAGGIATO DALLA ARES DOVEVA GARANTIRE NON POTEVA AVERE LEGAMI AFFETTIVI STABILI…"

1 - SUICIDIO LOSITO, IL MISTERO DELLE TRE LETTERE D'ADDIO

Giovanna Cavalli e Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"

 

ALBERTO TARALLO TEODOSIO LOSITO

Tre lettere d'addio. Le ha lasciate Teodosio Losito prima di impiccarsi a quel termosifone con la sciarpa della mamma, nella villa di Zagarolo in cui ha vissuto fino al suo ultimo giorno, anche dopo aver perso sia l'amore che l'ispirazione con cui sfornava fiction melodrammatiche a ripetizione per la Ares Film, poi tristemente fallita.

 

Una era per l'ex compagno produttore Alberto Tarallo, che lo scorso ottobre la lesse a «Non è l'Arena» da Massimo Giletti su La7: «È una mia scelta, tu non hai colpe, sono io che ho rimorsi e rimpianti... quelli a cui abbiamo dato tutto ci hanno sputato in faccia, che pena». Le altre due restano ancora segrete, nel contenuto e nel destinatario. Chi le ha, le tiene nascoste.

 

teodosio losito

Le cerca Giuseppe Losito, fratello dello sceneggiatore trovato morto l' 8 gennaio del 2019 - suicidio tanto scenografico quanto misterioso - che non ha ricevuto nemmeno una riga, eppure «con Teo ci sentivamo quasi tutti i giorni, siamo sempre stati molto uniti, mi sembra impossibile che mi abbia lasciato così», si è confidato con il suo avvocato, Stefano De Cesare. Convinto che la verità non sia quella che gli è stata raccontata. Tant' è che - dopo aver ascoltato le confidenze notturne di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra nella Casa del GF Vip, che evocavano un perfido Lucifero padrone delle loro vite e anima nera dietro il tragico gesto di Teodosio - si è rivolto alla magistratura.

 

adua del vesco e massimiliano morra 5

Di qui l'inchiesta (contro ignoti) per istigazione al suicidio, condotta dal pm Carlo Villani, che sta convocando una dopo l'altra le «persone informate sui fatti», ovvero tanti degli attori lanciati dal duo Tarallo-Losito. Dopo Adua Del Vesco, Gabriel Garko e Massimiliano Morra, ieri è toccato a Francesco Testi. Jeans, pull grigio e sneaker, l'eroe di «Sangue Caldo» è uscito dopo tre ore, sorridente ma muto. Seguiranno altri interpreti, non in ordine alfabetico.

 

massimiliano morra adua del vesco

«Beh, quando Adua e Massimiliano parlavano di Lucifero, è chiaro che intendessero lui, Alberto, non c'è dubbio», conferma, perplesso ma lieve, Enrico Lucherini, il Signore degli Uffici Stampa, che per anni ha curato la comunicazione della (fu) Ares Film, prima del tracollo. «Però lo conosco da almeno trent'anni e non ho mai notato niente di satanico in lui. Generoso, carino, divertentissimo, alla villa di Zagarolo passavano ore a chiacchierare di vecchi film hollywoodiani, di Gloria Swanson e di Greta Garbo, che la ragazzina, Adua, non sapeva nemmeno chi fosse».

 

TEODOSIO LOSITO

Fu lui a sceglierle il nome d'arte: «Rosalinda Cannavò non suonava bene, pensammo ad Adua, dal film di Pietrangeli, e poi ci si aggiunse Del Vesco, boh, Alberto si era fissato e in effetti non suonava male, anche se i primi tempi capivano tutti Del Vescovo o peggio Del Mestolo».

 

Di colei da cui tutto ha avuto inizio («Se fossi rimasta, avrei fatto la sua fine. Con il suo gesto Teo ha liberato anche me...che poi non ci credo che sia stato un suicidio, tanto sappiamo bene chi è l'artefice di questo schifo...») dice: «Prendevamo il sole in giardino e si parlava di tutto e niente, mangiando gelato, non mi pareva né sofferente né plagiata, aveva le chiavi di casa, poteva andarsene quando voleva».

 

2 - SCENEGGIATORE SUICIDA, L'ATTORE TESTI DAL PM: «VITA PRIVATA CONTROLLATA»

Mic. All. per "il Messaggero"

 

adua del vesco e massimiliano morra al gfvip

Poco controllo sulla propria vita privata, estrema dedizione al lavoro. Erano questi i patti per fare parte della scuderia della Ares Produzioni, fondata da Alberto Tarallo e dallo sceneggiatore tv Teodosio Losito, morto suicida nel gennaio 2019. Ieri, in Procura a Roma, il pm Carlo Villani ha sentito l'attore Francesco Testi, l'ultimo dei vip convocati dal magistrato per ricostruire il clima all'interno della casa di produzione che ha lanciato alcune delle fiction più famose di Mediaset.

sabrina ferilli francesco testi ne con te ne senza di te 1

 

L'inchiesta è quella sulla morte di Losito: il reato ipotizzato è istigazione al suicidio. Testi è stato convocato per chiarire alcune dichiarazioni rilasciate subito dopo l'esplosione dello scandalo Ares gate, scaturito dalle parole di due concorrenti del Gf Vip. Rosalinda Cannavò, alias Adua Del Vesco, parlando con Massimiliano Morra, aveva detto che Losito sarebbe stato indotto a uccidersi ed entrambi avevano fatto riferimento a una presunta setta, governata da un certo «Lucifero».

 

Per molti il riferimento era alla Ares. Testi, che ha lavorato fino al 2015 per la casa di produzione, ha ripercorso la sua esperienza: chi era ingaggiato dalla Ares doveva garantire «assoluta dedizione al lavoro» e non poteva avere legami affettivi stabili, anche se si trattava di una scelta «consapevole». A suo dire c'era il divieto di avere «relazioni fisse perché distraggono dal lavoro». I problemi erano iniziati quando si era innamorato di una collega. Motivo che lo aveva convinto a lasciare l'agenzia. Nei giorni scorsi in Procura sono stati ascoltati la Cannavò, Morra e Garko, oltre al fratello di Losito.

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