CI SONO VOLUTI 23 ANNI, MA ALLA FINE L’HANNO BECCATO – È ARRIVATA LA CONDANNA DELLA CORTE DEI CONTI PER CARLALBERTO PRESICCI, L’EX CAPO DEI VIGILI DI DESENZANO CHE AVEVA FINTO DI AVERE UNA LAUREA IN GIURISPRUDENZA PER SVOLGERE IL RUOLO DI COMANDANTE DELLA POLIZIA LOCALE – L’UOMO HA ESERCITATO DAL 1997 FINO AL 2020 QUANDO SI ERA DIMESSO UFFICIALMENTE PER SVOLGERE UN ALTRO LAVORO. ADESSO DOVRÀ PAGARE 918MILA EURO PER…

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Valerio Morabito per www.corriere.it

 

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Ha finto di avere la laurea per svolgere il ruolo di comandante della polizia locale. L’incredibile vicenda è avvenuta a Desenzano e in una recente sentenza la Corte dei Conti ha condannato l’ex capo dei vigili del Comune, Carlalberto Presicci, per aver svolto il proprio lavoro con una fatiscente certificazione di laurea.

 

Così la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Lombardia, ha stabilito che l’ex comandante dovrà pagare al Comune di Desenzano poco più di 918 mila euro per il danno arrecato. Stando alla ricostruzione della dinamica dei fatti, riportata nel dispositivo della Corte dei Conti, nel 1996 «la giunta del Comune di Desenzano aveva approvato il bando di concorso pubblico per il conferimento del posto di Istruttore direttivo presso l’ufficio Vigilanza urbana.

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Tra i requisiti di partecipazione previsti dal bando figurava il possesso del diploma di laurea in Giurisprudenza, Economia, Economia e Commercio, Sociologia, Scienze Politiche». In un contesto del genere, è stato specificato nella sentenza, l’ex comandante della polizia locale di Desenzano aveva partecipato al concorso «dichiarando il possesso del diploma di laurea e producendo una copia conforme del certificato di laurea in Giurisprudenza conseguita nel 1992 con votazione 110/110; la conformità risultava certificata dall’ufficiale d’anagrafe del Comune di Gussago».

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Così, dal 1997, l’ex comandante Presicci è stato assunto fino all’ottobre 2020, ovvero quando la Procura della Repubblica di Brescia ha scoperto l’illecito legato alla falsificazione del certificato di laurea. Successivamente, nel novembre 2020, il Comune aveva ricevuto un riscontro negativo dall’Università di Parma in merito al possesso del diploma di laurea e così era stato avviato un procedimento disciplinare. In quel periodo il dipendente aveva rassegnato le proprie dimissioni, dopo 23 anni di servizio, per «un altro lavoro». Almeno questo era stato comunicato alla stampa. Al suo posto, in ruolo di comando, era stata nominata Gianfranca Bravo.

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