LA CUCCAGNA DI EQUITALIA: NEL 2014 92 DIRIGENTI SU 92 HANNO INCASSATO I PREMI DI RISULTATO - SI TRATTA DI PARTI VARIABILI CHE POSSONO ARRIVARE A 45MILA EURO, SPINGENDO ALCUNI STIPENDI VERSO I 230MILA EURO - I "PREMI" SONO COSTATI 1,5 MILIONI

Stefano Sansonetti per La Notizia www.lanotiziagiornale.it

 

Bravi bravissimi, tutti quei dirigenti, non c’è che dire. Non sembra proprio possibile arrivare ad altra conclusione, almeno a stare all’andamento delle retribuzioni di risultato in quel di Equitalia, la temuta società di riscossione dei tributi. La situazione è da Bengodi delle aziende pubbliche. Su 92 dirigenti in carico alla società, 92 hanno ricevuto una retribuzione legata alla valutazione di risultato.

EQUITALIAEQUITALIA

 

Cioè tutti. Certo, alcuni hanno ottenuto una parte variabile più sostanziosa, vicina ai 45 mila euro. Mentre altri si sono dovuti accontentare di 3 mila euro. Ma nessuno è rimasto a bocca asciutta, andando puntualmente a integrare la parte fissa dello stipendio. Possibile che tutti abbiano meritato la partecipazione alla cuccagna? A quanto pare sì.

 

IL CONTORNO

EQUITALIA E GUARDIA DI FINANZAEQUITALIA E GUARDIA DI FINANZA

Il “felice” panorama aziendale emerge dai dati 2014 pubblicati dalla società controllata dall’Agenzia delle entrate. Va quindi chiarito che l’andazzo retributivo si riferisce al periodo in cui Equitalia era ancora guidata dall’Ad Benedetto Mineo, sostituito a partire da giugno 2015 dall’attuale Ad, Ernesto Maria Ruffini. Ma praticamente tutti i dirigenti “premiati” si trovano tutt’ora nei ranghi della società. Ebbene, nel 2014 quella che tecnicamente Equitalia chiama “componente variabile effettivamente erogata, legata alla valutazione di risultato”, è costata complessivamente 1,5 milioni di euro. In media fanno 16.550 euro per ciascuno dei 92 dirigenti.

ROSSELLA ORLANDI ROSSELLA ORLANDI

 

Ma tra di essi, come detto, le differenze non mancano. E talvolta sono particolarmente pronunciate. Nel gruppone, infatti, c’è chi prende di più. Le cifre riportate, ovviamente, sono lorde. Mineo, per esempio, nel 2014 era accreditato di uno stipendio composto solo di parte fissa, ma di 260.400 euro. Un po’ di più del tetto di 240 mila euro fissato dal Governo di Matteo Renzi, che però è entrato in vigore dopo. Poi troviamo Renato Raffaele Vicario, che tra parte fissa (196.400 euro) e parte legata al risultato (34.800), ha incassato 231.200 euro.

 

A seguire Luciano Mattonelli, forte di 230.200 euro (fisso di 196.400 più risultato di 33.800). Poco più sotto si collocano Marco Balassi con 225 mila euro (fisso di 189 mila più risultato di 36 mila), Carlo Lassandro con 223.200 euro (fisso di 189.300 più risultato di 33.900) e Mauro Bronzato con 212.300, (fisso di 166.400 più risultato di 45.900). Può essere il caso di registrare che lo stesso Bronzato, all’interno dei 92 dirigenti, è quello con il compenso più alto legato al risultato (i suddetti 45.900 euro).

 

GLI SVILUPPI

ROSSELLA ORLANDI ROSSELLA ORLANDI

A quanto pare tutta questa situazione ha creato qualche mugugno all’Agenzia delle entrate, guidata da Rossella Orlandi. Adesso la patata bollente è in mano al nuovo Ad Ruffini, arrivato ai vertici di Equitalia dopo aver lavorato più di 15 anni nello studio legale-tributario Fantozzi & Associati, e quindi proprio al fianco di quei clienti che oggi sono braccati da Equitalia. Ma come è possibile che tutti i dirigenti abbiano conseguito una retribuzione variabile legata ai risultati? Contattata sul punto da La Notizia, la società di riscossione ha spiegato che “la quota variabile è diversa in ragione del ruolo e della responsabilità assegnata”.

 

I criteri di assegnazione dipendono “da un insieme di norme interne deliberate negli anni dagli organi societari che definiscono l’insieme degli obiettivi strategici della Società e specifici del singolo dirigente”. I valori economici riportati “rappresentano, quindi, quanto è stato erogato effettivamente al singolo dirigente in seguito di una rigorosa analisi del proprio operato. Tale analisi viene effettuata e certificata in modo preciso e rigoroso, alla chiusura di esercizio, da uno specifico Comitato di certificazione”.

 

ERNESTO MARIA RUFFINIERNESTO MARIA RUFFINI

La società però ammette che margini di risparmio ci sono. Infatti “il cda di Equitalia ha approvato (dicembre 2015) la nascita della new co. che andrà ad assorbire Equitalia Nord, Centro e Sud con relativi tagli di cda e spese di gestione”. Il tutto con “ulteriori e specifiche azioni di razionalizzazione delle retribuzioni dei dirigenti con la revisione dei contratti in essere”. E per la prima volta anche presidente e Ad avranno una parte di compenso variabile legata ai risultati.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO