DECINE DI MIGLIAIA DI MORTI NELLE FILIPPINE, CONTATTATI 4 DEI 12 ITALIANI DISPERSI - MA BRUXELLES HA IL BRACCINO CORTO: SOLO 3 MLN DI AIUTI

1. SUPERTIFONE:OMS, IN FILIPPINE MATERIALE CURA 120MILA PERSONE
(ANSA) - L'Oms sta inviando in queste ore nelle Filippine devastate dal tifone Haiyan quattro kit di emergenza con il materiale per curare 120mila persone ed effettuare 400 interventi chirurgici. Lo ha comunicato la stessa agenzia Onu, che precisa che a questa risposta immediata farà seguito anche l'invio di esperti e altro materiale. ''Stiamo lavorando a stretto contatto con il governo locale per capire quali sono i bisogni primari - spiega Julie Hall, rappresentante dell'Oms per le Filippine -.

Abbiamo già un team a Bohol e ne stiamo mandando a Cebi e Tacloban. Inoltre stanno arrivando più di due dozzine di esperti e i kit di emergenza per la risposta iniziale''. Secondo gli esperti dell'Oms è ancora presto per un bilancio delle vittime e delle persone colpite, anche se la stima di 4,5 milioni del governo filippino sembra attendibile, e le operazioni di soccorso sono rese ancora più difficili dal maltempo che ancora interessa le zone già 'visitate' dal tifone. ''Data la dimensione del disastro - conclude Hall - stiamo cercando fondi dai nostri partner internazionali, e lanceremo una campagna ufficiale coordinata con l'Onu nei prossimi giorni''.

2. TIFONE HAIYAN, CONTATTATI NELLE FILIPPINE 4 ITALIANI
Da www.repubblica.it

Almeno 10 mila morti in una sola città, Tacloban, totalmente rasa al suolo dalla tempesta. Oltre 660.000 sfollati, aree disseminate di cadaveri. Mancano acqua e cibo. È questo il terribile bilancio, ''destinato ad aumentare'' secondo le Nazioni Unite, del supertifone Haiyan, che nei giorni scorsi ha colpito le Filippine, per poi spostarsi in Vietnam e Cina.

E, mentre le operazioni di soccorso procedono, le autorità italiane sono riuscite a contattare quattro dei 12 italiani che mancavano all'appello. Lo ha detto oggi il viceministro degli Esteri Marta Dassù nel corso di un'intervista a Radio anch'io. "Siamo riusciti a contattare tre persone, stanno bene e questo è un dato positivo", ha commentato il viceministro. ''Naturalmente non possiamo avere il controllo di tutti gli italiani che si muovono in un Paese straniero a meno che non si registrino sul sito 'viaggiare sicuri nel mondo'''.

Navi da guerra da Usa e Gb.
Due navi da guerra sono state inviate nell'arcipelago: si tratta della portaerei americana USS George Washington, che ha a bordo 5mila marinai e più di 50 aerei e che dovrebbe arrivare nelle Filippine nelle prossime 48 ore. Il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, ha poi ordinato ad altre 5 navi Usa di spostarsi nelle zone colpite. Anche il Regno Unito ha inviato una nave da guerra con attrezzatura per produrre acqua potabile.

Vittime in Vietnam e Cina.
Il tifone ha fatto vittime anche in Vietnam e Cina. Almeno 14 morti, 4 dispersi e un'ottantina di feriti, secondo una prima stima fatta stamani dalla protezione civile vietnamita, citata dalla Cnn è il bilancio del passaggio di Haiyan sul Vietnam. Depotenziato, il tifone si è spostato verso la Cina meridionale, dove le vittime sarebbero almeno 5, secondo l'agenzia Nuova Cina.

Anche Medici Senza Frontiere in aiuto della popolazione.
Medici Senza Frontiere ha inviato nella zona del disastro due aerei cargo con materiali medico-logistici, mentre le prime équipe sono giunte a Cebu e nei prossimi giorni arriveranno altre 30 persone tra personale medico, logisti e psicologi. Allo stesso tempo, 200 tonnellate di materiali medico-logistici arriveranno a Cebu entro i prossimi due giorni.

Google aiuta a cercare le persone.
Anche la Rete si è messa in moto per aiutare le Filippine e le persone che cercano parenti e conoscenti. Google ha dedicato al tifone una sezione nella quale trovare informazioni relative a Haiyan, una mappa delle zone più colpite, gli ospedali e i centri di raccolta e un tool per cercare qualcuno o fornire notizie su qualcuno.


3. BRUXELLES HA IL BRACCINO: 3 MILIONI DI AIUTI - ROMA FA MEGLIO: 1,5 MILIONI. LONDRA ADDIRITTURA 9,6. SOCCORRITORI TEDESCHI GIÀ SUL POSTO
Maurizio Stefanini per "Libero"

Tre milioni di euro dalla Commissione Europea; 3 milioni di euro della Conferenza Episcopale Italiana dai fondi dell'8 per 1000; 1,5 milioni di euro dallo Stato italiano, «tra beni materiali e fondi alle agenzie che si stanno occupando dell'emergenza», secondo quanto annunciato dal vice-ministro agli Esteri Lapo Pistelli; 150.000 dollari di «primo contributo» da Papa Francesco tramite il Pontificio Consiglio Cor Unum, somma di cui una nota spiega che «verrà ripartita attraverso la Chiesa locale nelle regioni maggiormente toccate dalla calamità e sarà impiegata a sostegno delle opere di assistenza svolte in favore degli sfollati e degli alluvionati »; 100.000 euro pure di primo invio dalla Caritas.

Ognuno dà quel che può, è un'antica massima su soccorsi e carità, e in questo momento sono veramente in tanti quelli che stanno muovendosi a favore dei disastrati delle Filippine. Però la cifra data dall'Europa sembra veramente minima, se messa in rapporto a quel che offrono Italia e Chiesa, e soprattutto tenendo conto che da soli i presidenti del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy e quello della Commissione José Manuel Barroso da soli con i loro stipendi d'oro si prendono oltre 600.000 euro all'anno.

Vero che le Filippine sono il primo Paese cattolico dell'Asia e che l'Italia è una tradizionale sede di emigrazione per i filippini, anche se in realtà neanche più di tanto: su 10,5-13,5 milioni di filippini all'estero, infatti, i 123.379 ufficialmente registrati nel nostro Paese nel 2010, oggi probabilmente almeno 150.000, sono meno dell'1%, contro i 3,2 milioni negli Usa, 1,5 milioni in Arabia Saudita, poco più di 600.000 in Canada ed Emirati Arabi Uniti, attorno ai 300.000 in Australia, Malaysia, Qatar e Giappone e attorno ai 200.000 nel Regno Unito.

Effettivamente il Regno Unito ha stanziato in soccorsi l'equivalente di 9,6 milioni di dollari, mentre 5 milioni sono stati promessi dal Canada alle ong che si attiveranno e 490.000 dollari sono stati mandati come prima tranche da Australia e Nuova Zelanda. Altri Paesi non hanno quantificato l'ammontare dei loro aiuti in denaro, ma in beni. La Francia, ad esempio, per bocca del ministro degli Esteri Laurent Fabius ha parlato di 10 tonnellate, essenzialmente in tende e coperte.

Il Pentagono ha annunciato di aver mandato dal Giappone 90 militari e due aerei s KC-130J. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha promesso la mobilitazione delle agenzie delle Nazioni Unite, e in effetti il Programma Alimentare Mondiale ha iniziato a mandare a Tacloban 40 tonnellate di biscotti proteici, mentre l'Unicef ha spedito un aereo da carico con 60 tonnellate di beni tra cui in particolare tende e medicinali. Secondo l'ambasciata di Germania a Manila squadre di soccorritori tedeschi erano già all'opera, in attesa dell'arrivo di 23 tonnellate di aiuti.

Appena un decimo, peraltro, rispetto alle 200 tonnellate di medicinali, tende e prodotti igienici che Medici senza Frontiere ha promesso entro la settimana. Appare dunque che gli stessi governi intendano far agire soprattutto le ong: intento in sé lodevole, proprio per evitare lungaggini burocratiche. Le stesse ong attraverso i loro esperti fanno però la comparazione con quel che avvenne ai tempi dello tsunami del 2004, per consigliare di evitare alcuni micidiali errori dell'epoca.

La Croce Rossa britannica, in particolare, ha ricordato sia l'inutile concorrenza tra agenzie e ong, sia l'invio di derrate e materiali inutili: anche se essendo quella disastrata un'area di cultura cristiana sarà per lo meno evitato l'abituale sproposito di inviare carne di maiale a popolazioni islamiche. Dopo il 2004 ci fu inoltre lo scandalo di ingenti somme che furono incamerate da funzionari corrotti e sprecate da funzionari incapaci. «Dare i doni in modo riflessivo e prudente» è in particolare il consiglio di Paul Arbon, direttore del centro di studi australiano sugli aiuti d'urgenza Torrens Resilience Institute.

 

 

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